sabato 30 luglio 2011
giovedì 28 luglio 2011
Turchia: fosse comuni nella regione kurda
Newala Kasaba, due parole che il popolo kurdo ha in testa come se fossero state scolpite nella loro mente. E in effetti è così. Newala Kasaba concentra in sé la maggior parte di ciò che è stata la guerra sporca contro il popolo kurdo. Newala Kasaba è un ampio campo collinare, alla periferia immediata di Siirt. Potrebbe essere una discarica. E infatti si possono trovare immondizie. Ma basta camminare a piedi per pochi metri per capire che questa terra nasconde qualcosa di più raccapricciante e orribile. Come sacchi della spazzatura, stanno venendo a galla, però non contengono spazzatura. Pezzi di vestiti rivelano ciò che è veramente nascosto sotto questi campi. La gente di Siirt conosce da molto tempo quale verità è stata sepolta qui per essere occultata ancora una volta, nelle intenzioni di coloro che commisero l'orrendo crimine di rapire gente, torturarla, ucciderla e infine scaricare e seppellire i loro corpi come fossero spazzatura. Newala Kasaba è un enorme cimitero, un cimitero dove sono stati sepolti gli orrori della guerra dello Stato turco contro i kurdi. Ma la verità non può essere sepolta per sempre. E infatti coloro che sono stati sepolti stanno lottando per uscire, per ricordare a tutti gli orribili, crudeli crimini commessi dallo stato turco.
Si dice che più di 100 corpi sono sepolti a Newala Kasaba. Alcuni dicono che potrebbero essere anche 200. Tra questi si dice sia qui anche uno dei fondatori del PKK (Kurdistan Workers Party), Mahsun Korkmaz.
La realtà di Newala Kasaba finalmente è venuta alla luce e all'inizio degli anni '90 i parenti delle persone scomparse hanno cominciato a reclamare il diritto a trovare i corpi dei loro cari. Ma i magistrati non danno il permesso di scavare il sito. E così quelli che sono stati sepolti lì hanno cominciato a venire alla superficie. E' emotivamente molto difficile camminare lungo Newala Kasaba sapendo che sotto così tante persone sono state sepolte in fretta e senza rispetto. Ed è proprio questo che colpisce: lo Stato turco ha commesso crimini orribili sapendo di godere della più totale impunità. Hanno assassinato persone sapendo che non sarebbero mai stati chiamati a rispondere per questo. Ma i tempi stanno lentamente cambiando. Le associazioni della società civile, con l'aiuto del BDP (Partito per la Pace e la Democrazia) hanno lanciato una forte iniziativa chiedendo al governo di aprire le fosse comuni (che si dice che in Turchia sono oltre 200 per più di 3000 persone).
In Newala Kasaba le due organizzazioni turche dei parenti delle persone scomparse (YAKAY-DER, associazione delle famiglie delle vittime di sparizioni forzate e Meya-DER, associazione mesopotamica delle famiglie delle vittime di sparizioni forzate) hanno lanciato la loro proposta. Oltre a chiedere al governo di scusarsi per le sparizioni e le uccisioni, le associazioni hanno chiesto l'istituzione di una Commissione della Verità. Infatti hanno già iniziato a lavorare in questa direzione. Ed è incredibile il loro lavoro e gli sforzi in questi anni che oggi ha permesso di parlare e persino andare in posti come Newala Kasaba. Il prezzo pagato e ancora molto alto, ma il popolo di Newala Kasaba e le fosse comuni in Turchia chiedono giustizia.
Si dice che più di 100 corpi sono sepolti a Newala Kasaba. Alcuni dicono che potrebbero essere anche 200. Tra questi si dice sia qui anche uno dei fondatori del PKK (Kurdistan Workers Party), Mahsun Korkmaz.
La realtà di Newala Kasaba finalmente è venuta alla luce e all'inizio degli anni '90 i parenti delle persone scomparse hanno cominciato a reclamare il diritto a trovare i corpi dei loro cari. Ma i magistrati non danno il permesso di scavare il sito. E così quelli che sono stati sepolti lì hanno cominciato a venire alla superficie. E' emotivamente molto difficile camminare lungo Newala Kasaba sapendo che sotto così tante persone sono state sepolte in fretta e senza rispetto. Ed è proprio questo che colpisce: lo Stato turco ha commesso crimini orribili sapendo di godere della più totale impunità. Hanno assassinato persone sapendo che non sarebbero mai stati chiamati a rispondere per questo. Ma i tempi stanno lentamente cambiando. Le associazioni della società civile, con l'aiuto del BDP (Partito per la Pace e la Democrazia) hanno lanciato una forte iniziativa chiedendo al governo di aprire le fosse comuni (che si dice che in Turchia sono oltre 200 per più di 3000 persone).
In Newala Kasaba le due organizzazioni turche dei parenti delle persone scomparse (YAKAY-DER, associazione delle famiglie delle vittime di sparizioni forzate e Meya-DER, associazione mesopotamica delle famiglie delle vittime di sparizioni forzate) hanno lanciato la loro proposta. Oltre a chiedere al governo di scusarsi per le sparizioni e le uccisioni, le associazioni hanno chiesto l'istituzione di una Commissione della Verità. Infatti hanno già iniziato a lavorare in questa direzione. Ed è incredibile il loro lavoro e gli sforzi in questi anni che oggi ha permesso di parlare e persino andare in posti come Newala Kasaba. Il prezzo pagato e ancora molto alto, ma il popolo di Newala Kasaba e le fosse comuni in Turchia chiedono giustizia.
mercoledì 27 luglio 2011
Attacchi Iraniani nei territori Kurdi
Il 17 luglio l’Iran tramite l' Iranian Revolutionary Guards Corps (IRGC) ha varcato i confini nell' Kurdistan iracheno bombardando i villaggi kurdi, causando centinaia di sfollati e molti feriti, inclusi donne e bambini. Tali azioni militari hanno danneggiato irrimediabilmente anche molti terreni adibiti ad allevamento e numerose coltivazioni, compromettendo così l’economia del luogo e la sopravvivenza dei suoi abitanti. E’ fatto noto che il regime iraniano da anni attacca i territori kurdi e come riportato da Cabar Yawer portavoce del ministro dei Perchmergher, dal 2007 ad oggi si sono registrati più di 400 villaggi evacuati a seguito del bombardamenti eseguiti per mano Iraniana e Turca. La situazione si sta aggravando e la popolazione kurda ne sta pagando le conseguenze, i bombardamenti da parte delle forze armate Iraniane hanno provocato 3 morti tra i civili a Qalashin, 3 a Merga Mira e a Zele una donna versa in condizioni disperate a causa delle ferite subite. La Croce Rossa ha fatto inoltre sapere che ad ora il numero degli sfollati è salito a 800.
Sin dalla sua fondazione il regime Islamico Iraniano ha violato gli obblighi nazionali ed internazionali. Nonostante abbia aderito a delle convenzioni internazionali chiave nell’ambito dei diritti umani, l' ideologia del regime commette continue infrazioni senza essere ripreso dalla comunità e dalle istituzioni internazionali. E’ cosa nota alle Nazioni Unite, Europa, Amnesty International e Human Rights Watch, che i kurdi sono vittime di costanti violazioni dei diritti umani.
I kurdi in Iran sono circa 10-12 milioni, sono concentrati principalmente nella parte nord ovest nelle province di Ilam, Kermanshah, Kurdistan, Lorestan e nell ovest dell' Azarbayjan. La loro identità viene continuamente negata e vengono privati del riconoscimento dei loro diritti sia all’interno del paese, sia a livello internazionale. In primo luogo viene negato loro di studiare nella lingua madre, praticare le proprie religioni e culture liberamente, il diritto alla libertà di aggregazione e di espressione. L’uso della tortura e della pena morte sono all’ordine del giorno e sono perpetrati ai danni dei kurdi al fine di annichilire gli individui e mantenere la popolazione in un clima di terrore.
L’ Iran è uno dei paesi in cui la pena di morte è maggiormente praticata. Secondo i dati raccolti dall’HRW (Human Right Watch), nel 2010 sono state impiccate 388 persone ma i dati ufficiali si discostano di molto dalla realtà e si teme che il numero delle persone condotte alla forca sia di gran lunga superiore.
Il regime islamico sta affermando che le sue offensive militari hanno come obbiettivo le basi controllate dal Free Life Party of Kurdistan (PJAK) nel Kurdistan iracheno. Comunque sia, è chiaro che ci siano forti motivazioni politiche dietro a questi recenti attacchi illegali e bombardamenti nei territori del Kurdistan da parte dell' IRGC.
Il regime islamico cerca di destabilizzare il Governo Regionale Kurdo, mirando alle basi del PJAK e le altre zone situate lungo i confini. Dopo la caduta di Saddam il regime iraniano si è dimostrato contrario all’autonomia raggiunta dai kurdi in Iraq e preme per un ritorno al passato, attraverso operazioni militari strategicamente mirate. Con le ultime azioni l’Iran vuole prendere il controllo delle zone controllate dai kurdi e cerca di inserirvi i gruppi fondamentalisti radicali islamici per destabilizzare ulteriormente l’area per poter aumentare il proprio potere nei territori Iracheni.
Noi, facciamo appello alla Istituzioni Internazionali, EU, UN, Organizzazioni internazionali per il diritti umani e ONG di prendere misure adeguate e necessarie per condannare tali brutalità. Chiediamo pertanto, che vengano immediatamente arrestate le operazioni militari illegali contro il popolo kurdo.
fonte: Uiki ONLUS
martedì 19 luglio 2011
Sindaco kurdo incarcerato rilasciato in Turchia
Ruken Yetisken, l'ex sindaca di Yüksekova, città a maggioranza kurda nella provincia di Hakkari, oggi ha lasciato la prigione dopo aver scontato 10 mesi di carcere.
Yetisken e' stata accusata dai magistrati di promuovere il Partito dei Lavoratori del Kurdistan , il PKK.
L'ex sindaca ha detto che pur essendo stata strappata dal suo mandato, continuerà il suo lavoro politico "dal punto in cui è stata fermata".
Van 18 Luglio (AKnews)
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lunedì 11 luglio 2011
Libertà di esistere
E' disponibile il DVD "Libertà di esistere" , reportage di fotografia sociale sul Kurdistan turco, realizzato dall'Associazione "Le Giraffe".
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