Yılmaz Orkan, vice-Presidente del KON-KURD (Confederazione delle Associazioni Kurde in Europa) e membro del KNK (Congresso Nazionale Kurdo)
è stato arrestato questa mattina in Belgio, all’aereoporto di Bruxelles, dove si accingeva a salire a bordo di un volo per Tunisi. Orkan era diretto in Tunisia per partecipare al World Social Forum ma è stato fermato in base ad un mandato emesso dalla Spagna, in relazione all’ultima operazione politica contro i Kurdi che ha portato all’arresto di 6 di loro in Spagna e 17 in Francia lo scorso 6 Febbraio.
Condanniamo con forza l’ennesima azione di criminalizzazione dei Kurdi in Europa, che ha preso di mira ancora una volta un rappresentante politico, membro del KNK, dopo quanto accaduto ad Adem Uzun lo scorso Ottobre.
Chiediamo alle autorità belghe l’immediato rilascio di Yılmaz Orkan.
UIKI Onlus - 26 Marzo 2013
venerdì 29 marzo 2013
martedì 26 marzo 2013
Dichiarazione di Ocalan al Newroz
Saluto il Newroz di libertà degli oppressi.
Saluto il popolo del Medio Oriente e
dell'€™Asia Centrale che celebra questo giorno di risveglio,
rinascita e rigenerazione del Newroz con straordinaria
partecipazione e unità.
Saluto tutti i popoli che celebrano
il Newroz, questo giorno luminoso che marca il punto di svolta
di una nuova era, con grande entusiasmo e tolleranza
democratica.
Saluto tutti coloro che percorrono
il lungo percorso per i diritti democratici, la libertà e
l'€™uguaglianza
Saluto uno fra i popoli più antichi
delle terre sacre di Mesopotamia e Anatolia, dove sono nate
l'agricoltura e le prime civilizzazioni, ai piedi dei Monti
Tauros e Zagros fino alle rive dei fiumi Eufrate e Tigri. Saluto
il popolo curdo.
I curdi hanno contribuito a questa
civiltà millenaria in amicizia e accordo con le diverse razze,
religioni, fedi e€“ noi tutti l'abbiamo costruita insieme. Per
i curdi le acque del Tigri e dell'€™Eufrate sono sorelle delle
acque di Sakarya [fiume che scorre nella regione di Marmara, in
Turchia] e Maritsa [fiume che scorre fra Bulgaria, Turchia e
Grecia, chiamato anche Evros]. I monti Ararat e Cudi sono amici
dei monti Kaìkars [catena montuosa che si erge sul Mar Nero] e
Erciyes [vulcano localizzato nella regione della Cappadocia].
Govend e delilo [balli curdi], sono nella stessa famiglia di
Horon [danza del Mar Nero] e Zeybek [danza dell'Egeo].
Queste grandi civiltà , queste
comunità che sono coesistite sempre, sono state più di recente
messe in competizione tra loro da pressioni politiche,
interventi esterni e interessi particolaristici. Con il
risultato di aver costruito sistemi che non si basano sui
diritti, l’uguaglianza e la libertà .
Negli ultimi duecento anni le
conquiste militari, gli interventi imperialisti occidentali,
così come la repressione e le politiche di rifiuto hanno
provato a sottomettere le comunità arabe, turche, persiane e
curde al potere degli stati nazionali, ai loro confini
immaginari e ai loro problemi artificiali.
L’era dei regimi di sfruttamento,
repressione e negazione è finita. I popoli del Medio Oriente e
quelli dell’Asia centrale si stanno risvegliando. Stanno
tornando alle loro radici. Chiedono di fermare le guerre e i
conflitti intestini.
Con il fuoco del Newroz nel cuore,
migliaia, milioni di persone si riversano nelle piazze per
chiedere la pace, la libertà e la ricerca di una soluzione.
Questa lotta, che è cominciata come
la mia ribellione individuale contro l’ignoranza, la
disperazione e la schiavitù in cui ero nato, ha provato a
creare una nuova coscienza, una nuova comprensione e un nuovo
spirito. Oggi vedo che i nostri sforzi hanno raggiunto un nuovo
livello.
La nostra lotta non è stata e non
potrà mai essere contro una determinata razza, religione, setta
o gruppo. La nostra lotta è contro la repressione,
l'€™ignoranza e l'€™ingiustizia, contro il sottosviluppo imposto
e contro ogni forma di oppressione.
Oggi ci stiamo risvegliando verso
una nuova Turchia e un nuovo Medio Oriente.
Ai giovani che hanno accolto il mio
invito, alle donne che hanno dato ascolto alla mia chiamata,
agli amici che hanno accolto il mio discorso e a tutte le
persone che possono sentire la mia voce:
Oggi comincia una nuova era.
Il periodo della lotta armata sta
finendo, e si apre la porta alla politica democratica. Stiamo
iniziando un processo incentrato sugli aspetti politici, sociali
ed economici; cresce la comprensione basata sui diritti
democratici, la libertà e l'€™uguaglianza.
Abbiamo sacrificato gran parte della
nostra vita per il popolo curdo, abbiamo pagato un prezzo molto
alto. Nessuno di questi sacrifici, nessuna delle nostre lotte, è stato vano. Grazie a questo, il popolo curdo ha conquistato
ancora una volta la propria identità e le proprie radici.
Siamo ora giunti al punto in cui "le armi devono tacere e lasciare che parlino le idee e la
politica"€. Il paradigma modernista che ci ha ignorato, escluso
e negato è stato raso al suolo. Che si tratti del sangue di un
turco, un curdo, un circasso o un laz è il sangue versato
scorre da ogni essere umano e dal ventre di questa terra.
Davanti ai milioni di persone che
ascoltano la mia chiamata, io dico che una nuova era ha inizio,
un'€™era in cui la politica prevarrà sulle armi. E'€™ tempo di
ritirare le nostre forze armate al di fuori dei confini.
Credo che tutti coloro che credono
in questa lotta e hanno fiducia in me si rendano conto dei
possibili pericoli insiti nel processo.
Questa non è la fine, ma un nuovo
inizio. Non si tratta di abbandonare la lotta, ma di cominciarne
una nuova e diversa.
La creazione di aree geografiche "€œpure"€ basate sull'€™etnicità e mono-nazionali è una
fabbricazione disumana della modernità che nega le nostre
radici e le nostre origini.
Una grande responsabilità ricade su
tutti noi per costruire un paese giusto, libero e democratico di
tutti i popoli e le culture, che si addica alla storia del
Kurdistan e dell'€™Anatolia. In questa occasione del Newroz
invito gli armeni, i turcomanni, gli assiri, gli arabi e tutti
gli altri popoli così come i curdi a rispettare la fiamma della
libertà e dell'€™uguaglianza 耓 il fuoco che si accende qui
oggi “ e abbracciarla come propria.
Al rispettabile popolo della
Turchia;
Il popolo turco che vive in quella
che viene chiamata oggi Turchia 耓 l'€™antica Anatolia –
dovrebbe riconoscere che la millenaria vita in comune con i
curdi, sotto la bandiera dell'€™Islàm, si basa su principi di
amicizia e di solidarietà . Tra le regole dell’amicizia non ci
dovrebbe essere spazio per la conquista, la negazione, il
rifiuto, l’assimilazione forzata, l’annientamento.
Le politiche repressive,
assimilazioniste e di annichilimento del secolo scorso, basate
sulla modernità capitalistica, rappresentano gli sforzi di una
classe dirigente per negare una lunga storia di amicizia. Non
rappresentano la volontà del popolo. E'€™ ormai chiaro che
questo giogo tirannico contraddice sia la storia sia le regole
dell'€™amicizia. Per lasciare alle spalle quel passato
deplorevole, invito le due principali forze del Medio Oriente a
costruire una modernità democratica che si addica alla nostra
cultura e civiltà .
È giunto il tempo per le
controversie, i conflitti e l’inimicizia di cedere il passo ad
alleanza, unità , perdono e abbraccio reciproco.
I turchi e curdi che sono caduti
come martiri insieme a Çanakkale [battaglia della prima guerra
mondiale avvenuta nel 1915, nota anche come battaglia di
Gallipoli o dei Dardanelli] sono passati insieme anche
attraverso la guerra di indipendenza, e insieme hanno aperto il
parlamento del 1920.
Il nostro passato comune è una
realtà che ci impone di creare un futuro comune. Oggi lo
spirito sul quale è stata fondata l'€™Assemblea turca ci apre
la via per la nuova era.
Faccio appello a tutti i
rappresentanti delle società , delle culture e dei popoli
oppressi, e soprattutto alle donne, la più oppressa fra le
classi; ai gruppi religiosi e alle culture marginalizzate e
escluse; alla classe operaia e tutte le classi subordinate, a
tutti coloro che sono stati esclusi dal sistema a prendere il
proprio giusto posto nella modernità democratica e ad
acquisirne la mentalità .
Il Medio Oriente e l'€™Asia centrale
sono alla ricerca di una modernità contemporanea e di un
ordinamento democratico che si addica alla loro storia. Un nuovo
modello in cui tutti possano convivere pacificamente e
amichevolmente è diventato un bisogno oggettivo come il bisogno
di pane e acqua. Inevitabilmente, ancora una volta, la geografia
e la cultura di Anatolia e Mesopotamia ci sono di guida per
costruire un tale modello.
Stiamo vivendo una versione più
attuale, più complicata e più intensa della Guerra
d'€™Indipendenza che si è sviluppata nel quadro del Patto
Nazionale [del 1920].
Nonostante tutti gli errori, gli
ostacoli e i fallimenti degli ultimi novant’anni, ancora una
volta stiamo cercando di costruire un modello di società con
tutti i popoli, le classi e le culture che sono state vittime e
hanno sofferto a causa di terribili disastri. Chiedo a tutti voi
di fare passi in avanti e contribuire al raggiungimento di
un’organizzazione sociale egualitaria, libera e democratica.
Invito curdi, turcomanni, assiri e
arabi che sono stati separati nonostante il Patto Nazionale, e
sono stati attualmente condannati a convivere con gravi problemi
e in conflitto tra loro all'€™interno delle repubbliche siriana
e araba irachena, ad avviare discussioni, e a riconsiderare e a
prendere nuove decisioni sulla loro realtà presente in un "€œConferenza Nazionale di Solidarietà e di Pace"€.
L'ampiezza e la completezza del
concetto di "€œNOI"€ ha un posto importante nella storia di
questa terra. Ma nelle mani di ristrette Elites dominanti, il "€œNOI" è stata ridotto a "€œUNO". E' €˜il momento di dare
al concetto di "€œNOI"€ il suo spirito originario e di metterlo
in pratica.
Dobbiamo unirci contro chi ci vuole
dividere e farci combattere l’uno contro l’altro. Dobbiamo
unirci contro coloro che vogliono separarci.
Coloro che non riescono a
comprendere lo spirito dei tempi finiranno nella pattumiera
della storia. Coloro che resistono alla corrente cadranno
nell'€™abisso.
I popoli della regione sono
testimoni di una nuova alba. I popoli del Medio Oriente sono
stanchi di inimicizia, conflitti e guerra. Vogliono rinascere
dalle proprie radici e di stare in piedi fianco a fianco.
Il Newroz è un faro per tutti noi.
Le verità nei messaggi di Mosè,
Gesù e Mohammad vengono rivitalizzate oggi secondo le nuove
tendenze. Le persone stanno cercando di recuperare ciò che
hanno perso.
Non neghiamo i valori della
contemporanea civiltà dell'€™Occidente nel suo complesso.
Raccogliamo infatti i valori dell’Illuminismo,
l’uguaglianza, la libertà e la democrazia, e per attuarli ne
facciamo una sintesi con i nostri valori esistenziali e i
nostri modi di vita.
La base della nuova lotta sono i
pensieri, l’ideologia e le politiche democratiche, e
l'€™essere in grado di avviare un grande balzo in avanti
democratico.
Saluto tutti coloro che hanno
contribuito a questo processo e lo hanno rafforzato, e a tutti
coloro che hanno sostenuto la soluzione pacifica e democratica!
Saluto tutti coloro che si assumono
la responsabilità per l'uguaglianza, la fratellanza dei
popoli e la libertà democratica!
Viva il Newroz, viva l'€™amicizia
fra i popoli!
Prigione di Imralì, 21 Marzo 2013
Abdullah O–calan
[Traduzione dal turco: Iniziativa
internazionale "Libertà per Abdullah O–calan - Pace in
Kurdistan"; traduzione in italiano a cura della redazione di www.retekurdistan.it]
sabato 23 marzo 2013
Report dal Kurdistan - 3^ giorno della delegazione
21 Marzo 2013
Un Newroz storico
Come prima impressione, vorremmo rimarcare l'ottima gestione del BDP (Partito della
democrazia e della pace, filo kurdo) dell'evento cui hanno partecipato più di un milione
di persone.
Siamo stati accompagnati all'enorme spianata dove si svolge il Newroz con un autobus
dell'organizzazione, ci sono stati consegnati i pass nominali pre-compilati ed abbiamo
potuto accedere alla tribuna degli ospiti e delle autorità, insieme ad altre delegazioni
internazionali.
Il servizio di traduzione simultanea ci ha permesso di seguire i vari
interventi che si sono succeduti in alternanza a musica dal vivo. L'apice è giunto alla
lettura del messaggio del presidente Ocalan da parte di due parlamentari del BDP (Sirri
Suheya, Pelin Buldan) prima in kurdo e poi in turco. In una piazza silenziosa e attenta
abbiamo seguito il momento storico con grande emozione.
Dopo i saluti e auguri iniziali, il Presidente ha dettato le parole chiave di quello che
può essere l'inizio di un cambiamento epocale: "Abbiamo pagato prezzi pesanti ma ora è il
momento di lasciare le armi e di alzare la dialettica. Non si tratta di abbandonare la
lotta, è una nuova lotta. E' un nuovo modello, sistema, un nuovo ordine, una nuova lotta
fatta di opinioni, ideologia, esperienza democratica".
Il messaggio di pace che viene offerto è: ritiro dei guerriglieri fuori dai confini
turchi, nel kurdistan iracheno e completo abbandono della lotta armata.
Come è stato sottolineato da diversi deputati, questa offerta di pace non può avere corso
se non ci saranno reali contropartite da parte del governo Turco in maniera chiara,
importante, responsabile.
Il capo militare del PKK Karaylan ha già confermato che sarà recepito l'invito del
Presidente di ritirarsi, in attesa di indicazioni che si spera nasceranno da questo nuovo
processo di pace.
Solo i prossimi mesi ci faranno capire la volontà turca di ottenere un pace duratura e
definitiva, coerentemente alla richiesta principale espressa dallo slogan di questo Newroz
2013: "Ocalan libero, status per i kurdi".
Il giorno precedente al Newroz abbiamo visitato la sede di Urfa dell'associazione ISAN
HAKLANI DERNEGI, che lavora nell'ambito della difesa dei diritti umani dal 1986. Il
presidente dell'IHD di Urfa (7 mesi di carcere sulle spalle) ci ha illustrato la
situazione generale rispetto alle violazioni dei diritti umani e sulla situazione
carceraria in Turchia e nella zona di Urfa.
Negli ultimi 3 anni sono 100.000 le persone
inquisite in Turchia per sospetta vicinanza al PKK (processo KCK), 10.000 di queste sono
ancora in carcere. Dal 1994 sono 7.500 gli scomparsi di cui 300 ad Urfa. Numerose fosse
comuni sono state trovate anche in questa zona ma l'identificazione viene eseguita dalle
autorità che ostacolano l'accertamento dell'identità.
Attualmente ci sono 250 persone di Urfa in prigione di cui 50 donne.
L'anno scorso 30 detenuti si son dati fuoco per protesta nel carcere di Urfa e sono morti
in quanto non vi è stato alcun intervento da parte dei secondini che son rimasti a
guardare.
In generale le proteste collettive non hanno sortito alcun effetto.
Le carceri sono sovraffollate: in celle che possono ospitare dalle 4 alle 6 persone
vengono stipati fino a 20 detenuti. Un ulteriore problema è l'accesso alle cure mediche
che vengono erogate in maniera tardiva ed inadeguata, anche in casi di estrema urgenza.
Il presidente dell'IHD ci ha inoltre spiegato che il governo esercita il suo controllo
anche sull'università, favorendo gli studenti che fanno attività politica gradita, e
ostacolando in diversi modi coloro che esprimono dissenso. Giungono a fare pressioni alle
famiglie con figli attivisti: telefonano persino a casa delle famiglie.
Un altro problema nella zona è la questione femminile: in un contesto fortemente
patriarcale sono ancora molti i delitti d'onore tollerati e frequenti i matrimoni
combinati anche con minorenni.
Nella zona la disoccupazione inoltre raggiunge il 40%.
mercoledì 20 marzo 2013
Intervista ad Antonio Olivieri
E' presente su YouTube un'intervista ad Antonio Olivieri, presidente dell'Associazione "Verso il Kurdistan" e respinto pochi giorni fa alla forntiera turca presso l'aeroporto di Istanbul. Antonio racconta la sua recente esperienza culminata con il respingimento e spiega il perchè dell'impegno della sua associazione in Kurdistan e il perchè della presenza di tante delegazioni di osservatori europei in Kurdistan turco.
Report dal Kurdistan: 2^ giorno della Delegazione
19 Marzo, Urfa
Decine di migliaia di persone hanno affollato la spianata del Newroz di Urfa. Siamo
entrati dopo le solite perquisizioni che la polizia impone a ogni persona che voglia
accedere nel perimetro recintato da filo spinato che delimita la zona dedicata ai
festeggiamenti.
Sul palco si sono alternati diversi gruppi musicali kurdi a interventi dei leader politici
kurdi tra cui la co-presidente del BDP Gulten Kisanak, il deputato di Urfa İbrahim Binici,
ed i fratelli del Presidente del Consiglio Esecutivo del KCK Murat Karayılan.
La nostra delegazione è stata invitata salire sul palco. Forte è stata l'emozione per
l'entusiastica risposta della folla a seguito del nostro intervento concluso con una
breve poesia.
Il momento più intenso è stato tuttavia l'incontro con Mehmet, fratello del
Presidente Abdullah Ocalan.
Per tutta la durata del Newroz la polizia che circondava l'intero perimetro ha continuato
a fotografare e filmare, ciononostante molti partecipanti innalzavano foto del Presidente e
bandiere del PKK tutti a volto scoperto rischiando torture e anni di carcere.
Un grande
striscione è stato innalzato sul palco: "Libertà per Ocalan , status per i kurdi" che
rappresenta lo slogan del Newroz 2013.
Verso le 16 la folla ha cominciato a defluire pacificamente mentre la polizia si teneva a
distanza senza provocazioni, contrariamente a quanto avvenuto l'anno passato.
martedì 19 marzo 2013
Report dal Kurdistan: 1^ giorno della Delegazione
Urfa - 18/3/13
La nostra delegazione di 12 italiani, singoli e appartenenti a diversi associazioni, è giunta il 17 sera ad Amed (Dyarbakyr).
Appena arrivati abbiamo ricevuto la notizia della brutale esplusione di Antonio Olivieri, presidente della Associazione
"Verso il Kurdistan". Ci ha rassicurato il sentire telefonicamente lui, l'ambasciata italiana e la Farnesina. Colpendo lui si
è voluto colpire tutta la rete di solidarietà che da anni lega tutti noi al popolo kurdo.
Il giorno seguente (oggi) siamo partiti per
Ceylanpinar, cittadina a ridosso del confine siriano. Il sindaco Ismail Arslan ci ha illustrato i tanti problemi di una città
che subisce direttamente gli effetti del vicino conflitto. La popolazione originaria è composta da 50.000 persone dislocate
tra il centro urbano e 22 villaggi circostanti, ma attualmente sono stati accolti 20.000 profughi in un campo privo di ogni
assistenza internazionale, impediti ad uscire e in pratica abbandonati a loro stessi. Altri 8.000 sono stati accolti dalle
famiglie kurde di Ceylanpinar nelle loro case.
In tutta la zona di confine sono presenti circa 300.000 profughi di cui solo
160.000 sono ufficialmente riconosciuti dal governo turco. Dalla parte siriana sono presenti circa 5.000.000 di kurdi, 300.000
dei quali sono privi di passaporto.
All'inizio delle ostilità i kurdi erano divisi e diversi miliziani anti-Assad entravano
in Siria favoriti dal governo turco fino a quando l'organizzazione delle forze popolari kurde sotto la sigla PYD è riuscita a
respingerli costringendo il governo turco ad accettare un protocollo di intesa di 11 punti. Molto sospetta la data della
realizzazione del campo che risulta essere stato allestito poco tempo prima dell'"insurrezione siriana".
Il sindaco ci ha illustrato un aspetto particolarmente allarmante dell'economia locale che si basa sull'agricoltura: tutti i
terreni - coltivati con tecnologie avanzate - appartengono al governo turco, che dando lavoro a una moltitudine di contadini
di fatto li rende ricattabili.
La città è rifiorita da quando nel 2004 il BDP (unico partito filo kurdo legalmente riconosciuto)ha vinto le elezioni
amministrative e si è dedicato alla sistemazione delle infrastrutture fondamentali della città: strade, fognature,
illuminazione. Da quella data tutte le risorse economiche sono state investite nella città mentre nelle amministrazioni
precedenti tutto veniva rubato. Abbiamo trovato infatti una Ceylanpinar in ordine nonostante gli 8 giorni di bombardamenti che
ha subito all'inizio del conflitto.
Etichette:
amed,
deleazione,
diyarbakir,
Kurdistan,
Newroz,
pace,
Turchia,
urfa
domenica 17 marzo 2013
Antonio Olivieri respinto alla frontiera
Comunicato Stampa:
La Turchia festeggia
il Newroz, il capodanno curdo, a modo suo: Antonio Olivieri
respinto alla frontiera
Sono passati solo pochi
giorni da quando a un altro italiano, Francesco Marilungo,
interessato alla cultura e alla lingua curda, è stato rifiutato
l'ingresso in Turchia; adesso è il turno di Antonio Olivieri, un
altro italiano, presidente dell'associazione Verso il
Kurdistan di Alessandria e parte della Rete Kurdistan
Italia, che da almeno quindici anni si reca in Kurdistan per
promuovere progetti concreti di amicizia fra diverse municipalità
kurde e le istituzioni e la società civile italiana.
All'arrivo
all'aeroporto Atatürk
di Istanbul, alle 18.45 circa di oggi, Olivieri è stato isolato
dagli altri membri della delegazione italiana che si sta recando
in Kurdistan per monitorare la situazione dei diritti umani; gli
sono stati ritirati i documenti, è stato perquisito e lasciato
senza acqua nè cibo in una stanzetta con altre sette persone
sottoposte presumibilmente a controlli in frontiera. Non è stato
possibile finora mettersi in contatto con l'ambasciata italiana,
nè è stata data finora a Olivieri una motivazione per il suo
trattenimento.
E' solo l'ultimo di una
lunga serie di respingimenti di italiani che seguono pacificamente
e con determinazione le vicende del popolo curdo: chiediamo al
Parlamento italiano appena insediatosi di attivarsi con urgenza
per verificare le condizioni del trattenimento e del respingimento
in frontiera di Antonio Olivieri e di rivedere i rapporti con la
Turchia, fino a quando questa violerà insieme ai diritti del
popolo kurdo anche i diritti di quei cittadini europei solidali
che si adoperano per la pace e la soluzione della questione kurda.
Roma, 17.03.2013
Info e contatti: Rete Kurdistan in
Italia info@retekurdistan.it
Antonio Olivieri sarà rimpatriato domani mattina 18.03.2013 alle ore 10.
Antonio Olivieri sarà rimpatriato domani mattina 18.03.2013 alle ore 10.
martedì 12 marzo 2013
il Newroz di quest’anno è d’importanza storica
I co-Presidenti del Congresso
della Società Democratica (DTK) Ahmet Türk ed Aysel Tuğluk e
quelli del Partito della Pace e della Democrazia (BDP)
Selahattin Demirtaş e Gültan Kışanak hanno tenuto una conferenza
stampa presso la sede del DTK a Diyarbakır sulle celebrazioni
del Newroz che avverranno quest’anno nel Kurdistan
Settentrionale ed in Turchia.
Effettuando il primo intervento,
Ahmet Türk ha affermato che il Newroz di quest’anno del 21 Marzo
sarà celebrato in massa dal popolo kurdo, dalle organizzazioni
non-governative, dal BDP e dal DTK. Ha sottolineato che il
Newroz sarà celebrato in 42 città e 130 località centrali; il
popolo kurdo esprimerà le sue richieste per la pace e la libertà
del sig. Öcalan durante il Newroz, considerato quest’anno come
l’inizio di un nuovo periodo e della rivolta degli oppressi.
Riferendosi alle celebrazioni ad
Amed, Türk ha affermato che sono state invitate a partecipare
1950 persone, partiti ed istituzioni. Ha infine concluso il suo
intervento invitando tutto il popolo kurdo a scendere in strada
nelle zone in cui sarà tenuto il Newroz ed a partecipare al
corteo per la libertà.
Intervenendo in seguito, Aysel
Tuğluk ha affermato che il Newroz di quest’anno avrà un
significato storico per il fatto di coincidere con il processo
di dialogo con il leader kurdo per una soluzione democratica e
pacifica della questione kurda. La Tuğluk ha sottolineato che
questo processo storico condurrà alla determinazione del futuro
della Turchia e del popolo kurdo: “In qualità di istituzioni e
formazioni kurde democratiche, attribuiamo grande importanza al
processo in corso e continueremo a dare prova di responsabilità
ed a fornire il nostro contributo per garantire che questo
processo possa condurre ad una soluzione, alla democrazia ed
alla libertà. Questo Newroz è perció di grande importanza”.
La Tuğluk ha affermato che il
popolo kurdo scenderà in strada durante il giorno del Newroz per
chiedere il dialogo ed i negoziati in favore della questione
kurda, la libertà per Öcalan ed uno status politico per il
Kurdistan. “Continueremo a lavorare per la democrazia e per una
soluzione democratica”, ha aggiunto.
Riferendosi al rapporto
recentemente pubblicato dalla Sottocommissione parlamentare su
Uludere che sta indagando sul massacro di Roboski, ha affermato
che il DTK ed il BDP hanno richiesto il suo ritiro,
sottolineando che la pace non potrà essere stabilita finchè lo
Stato turco non affronterà il massacro di Roboski e le altre
uccisioni di massa e finchè non farà luce sui colpevoli, li
condurrà a giudizio e porgerà le sue scuse al popolo kurdo per
queste tragedie.
Intervenendo in seguito,
Selahattin Demirtaş ha osservato che il messaggio che Öcalan
dovrebbe inviare durante il Newroz di quest’anno determinerà la
strada del nuovo periodo.
Demirtaş ha sottolineato che
nell’attuale processo è importante essere in grado di discutere
tutti i problemi su una base democratica e politica, senza
guerra, massacri e scontri.
Intervenendo alla fine, Gültan
Kışanak ha invitato tutti coloro che si schierano in favore di
una soluzione e di un futuro democratico a scendere in strada il
giorno del Newroz per dare un contributo alla creazione della
pace.
ANF Amed
giovedì 7 marzo 2013
Rapporto dell’IHD sulle carceri nella regione kurda
La sede di Diyarbakır dell’Associazione per i
Diritti Umani (IHD) ha pubblicato il suo rapporto sulle violazioni
dei diritti nelle carceri dell’est e del sud-est della Turchia.
Secondo il rapporto, lo scorso anno è stato
registrato un totale di 3.263 violazioni nelle carceri della
regione
kurda.
Parlando del rapporto in conferenza stampa,
l’avvocato Resul Tamur, membro della Commissione sulle Carceri
dell’IHD, ha affermato che i penitenziari sono tra i luoghi in cui
avvengono le principali di violazioni dei diritti in Turchia.
Tamur
ha criticato le autorità statali per non aver intrapreso alcun
passo
per prevenire le violazioni dei diritti e altri problemi nelle
carceri in cui, ha sottolineato, le violazioni hanno registrato un
aumento particolarmente elevato nel 2012.
Ricordando il rapporto recentemente pubblicato
dall’IHD sui detenuti malati, Tamur ha affermato che ne sono
presenti attualmente 306: tra loro molti sono in pericolo di vita.
Ha
osservato inoltre che il problema delle carceri in Turchia
necessita
di una soluzione e che i detenuti malati devono essere rilasciati
urgentemente al fine di evitare ulteriori decessi in carcere.
Facendo riferimento alle condizioni di Abdullah
Öcalan, leader del PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan),
Tamur
ha affermato che l’isolamento è tra le violazioni più
preoccupanti e che esso ha trascinato la questione kurda in un
punto
più difficile: “Il sig. Öcalan deve essere messo in condizione di
incontrare la sua famiglia e gli avvocati in un ambiente più
libero”.
Tamur ha ricordato lo sciopero della fame di 68
giorni dei prigionieri politici kurdi avvenuto l’anno scorso e ha
osservato che i detenuti coinvolti nella protesta sono stati poi
trasferiti in carceri lontane dalle loro città di origine e dalle
loro famiglie.
Ha concluso la sua dichiarazione invitando tutte
le
parti ad adempiere alle proprie responsabilità per la tutela dei
diritti umani nelle carceri e ad adottare una posizione contro le
ingiustizie sofferte dai detenuti.
Qui di seguito un elenco dei dati statistici
sulle
violazioni dei diritti registrati nelle carceri della regione
kurda
nel 2012:
* Morti o lesioni: 26 morti, 65 feriti
* Casi di tortura: 186
* Casi di trasferimento: 1303
* Violazioni del diritto alla salute: 239
* Casi di divieto di visite familiari: 25
* Casi di isolamento: 28
* Casi di divieto del diritto di comunicazione:
319
* Violazioni durante lo sciopero della fame di
massa: 15
* Altre violazioni e denunce dalle carceri: 32
* Totale: 3.263 violazioni di diritti
Fonte : ANF Amed
venerdì 1 marzo 2013
BDP: Stiamo affrontando una fase storica
L’ufficio centrale del Partito della Pace e delle Democrazia (BDP) ha pubblicato oggi un comunicato sugli esiti dell’incontro di ieri del Comitato Esecutivo Centrale.
Il BDP ha affermato che l’incontro si è concentrato sulla recente visita ad Abdullah Öcalan, il leader incarcerato del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), sul clima politico attuale in Turchia e sulle iniziative per l’8 Marzo ed il Newroz.
Il BDP ha valutato il recente processo di colloqui lanciato da Öcalan come un passo storico ed ha aggiunto: “I colloqui che il sig. Öcalan sta intrattenendo con le autorità statali negli ultimi cinque mesi, il suo incontro con la delegazione del BDP e le lettere che ha inviato al nostro partito, al KCK (Unione delle Comunità Kurde) ed alle unità in Europa sono fatti di importanza storica”.
Ha sottolineato che, dalla fondazione della Repubblica, lo stato turco sta per la prima volta effettuando un dialogo veramente ampio con un leader kurdo ed ha osservato che la Turchia sta attraversando questo significativo processo grazie al leader del popolo kurdo Abdullah Öcalan, che sta effettuando una lotta non comune per la libertà sotto regime di isolamento.
Il BDP ha rimarcato che la lotta combattuta dal popolo kurdo per la libertà di Öcalan e la resistenza dimostrata tramite lo sciopero della fame hanno permesso il riconoscimento di Öcalan come interlocutore per una soluzione della questione kurda.
Il BDP ha ammonito però che il cosiddetto “processo di Imralı” non significa una soluzione ma esclusivamente un inizio della strada verso la soluzione: “E’ un compito impegnativo e rischioso avanzare in questo processo ed assicurare una repubblica democratica dove possiamo auto-governarci ed ottenere uno status”.
Inoltre ha sottolineato che il partito continuerà anche a lottare contro le politiche anti-democratiche del Governo AKP: “Senza una vera democrazia ed una repubblica democratica, richiesta non solo dai Kurdi ma anche da tutte le altre popolazioni e da tutti gli oppressi, non può essere assicurata una soluzione della questione kurda. Il processo corrente richiede perciò una lotta da parte di tutte le potenze che si schierano con la democrazia”.
Il BDP ha osservato che esiste un’urgente necessità di una costituzione democratica, che dovrebbe rigettare la centralizzazione e l’egemonia, garantire l’uguaglianza, i diritti sociali di tutte le popolazioni e la libertà di religione e rafforzare l’auto-governo; è stato aggiunto che il partito continuerà anche a dimostrare la sua solidarietà al Rojava Kurdistan.
ANF Ankara
Newroz 2013
PARTITO DELLA PACE E DELLA
DEMOCRAZIA
29 Gennaio 2013
Cari amici,
la festa nazionale del popolo kurdo, il Newroz,
verrà celebrata nelle città del Kurdistan durante la terza
settimana del mese di Marzo, come d’abitudine. Le celebrazioni
saranno organizzate dal Partito della Pace e della Democrazia (Barış
ve Demokrasi Partisi o BDP) e si estenderanno nel corso di
una settimana, tra il 18 ed il 24 Marzo. Milioni di Kurdi si
riuniranno nelle piazze del Kurdistan e della Turchia per
esprimere le loro idee e la loro volontà politica.
I rappresentanti politici della popolazione
effettueranno i loro interventi ed invieranno le richieste del
popolo all’opinione pubblica internazionale.
Il messaggio delle celebrazioni del Newroz 2013
si focalizzerà sui colloqui, da poco ripresi, tra le autorità
turche ed il sig. Ocalan, il quale auspica una soluzione negoziata
e pacifica al conflitto in corso e alla questione kurda.
E’ chiaro il fatto che il Medio Oriente e la
Turchia stanno attraversando una fase di transizione. Questo
processo è un’opportunità per apportare la democrazia e la pace
nella regione. In particolare la popolazione kurda che vive in
Iran, Iraq, Siria e Turchia sta ancora resistendo contro regimi
totalitari. Specialmente la situazione in Siria evidenzia
l’importanza della popolazione kurda nella regione. Le
celebrazioni del Newroz 2013 saluteranno quindi la resistenza
kurda ed anche i risultati raggiunti in questo paese.
Il Partito della Pace e della Democrazia sarà
onorato di avervi tra i partecipanti alle celebrazioni del Newroz
in Kurdistan, che si svolgeranno dal 18 al 24 Marzo.
In questo caso, predisporremo per voi un
programma ed organizzeremo alcuni incontri; prenoteremo inoltre un
posto in tribuna per far in modo che possiate monitorare la
celebrazione nella/e città in cui volete recarvi. Purtroppo, a
causa delle limitate possibilità economiche, non possiamo
provvedere alle spese del vostro volo ed alloggio.
Saluti fraterni,
Gültan Kışanak
Selahattin DemirtaşCo-presidente del BDP Co-presidente del BDP
Etichette:
delegazione,
diritti umani,
festa,
Kurdistan,
Newroz,
pace,
Turchia
Celebrata la Giornata Internazionale della Lingua Madre
Migliaia di persone sono scese ieri
in strada per ricordare la Giornata Internazionale della Lingua
Madre, celebrata in tutta la Turchia con fiaccolate, conferenze
stampa e concerti guidati dal KURDÎ-DER (Associazione per la
Ricerca e lo Sviluppo della Lingua Kurda) e dall’Eğitim Sen.
Le persone hanno espresso le loro
richieste in favore del riconoscimento del diritto alla lingua
madre, esibendo striscioni scritti in tutte le lingue delle
popolazioni che vivono in Turchia. “La lingua madre è la porta del
cuore” è stato lo slogan più sottolineato nelle iniziative di
tutto il paese.
Istanbul, Ankara, Diyarbakır, Van,
Adıyaman ed Ağrı sono stati i centri principali delle attività, a
cui hanno partecipato anche i membri del Partito della Pace e
della Democrazia (BDP) e numerose associazioni quali
l’Associazione per i Diritti Umani (IHD), KESK, TTB, SES,
MEYA-DER, DİSK, MADAY-DER, TUYAD-DER.
Pubblicando un comunicato stampa
sulla Giornata Internazionale della Lingua Madre, il BDP ha
affermato che, dalla sua fondazione, la Repubblica turca sta
commettendo un crimine contro l’umanità nell’imporre tradizionali
divieti e restrizioni contro il Kurdo ed altre lingue madri nel
paese. Il BDP ha invitato a realizzare delle garanzie
costituzionali per l’utilizzo della lingua madre in tutte le aree
e ha chiesto la fine della mentalità che riguarda una nazione, una
lingua ed una cultura.
Il Vice-Presidente del BDP İdris
Baluken ha richiesto ieri un’inchiesta parlamentare per
determinare le misure da adottare in favore della protezione e del
miglioramento di tutte le lingue parlate in Turchia.
ANF Istanbul
Iscriviti a:
Post (Atom)