Martedì 1 novembre dalle ore 16:00 alle ore 19:00
Largo Garibaldi – Modena
Largo Garibaldi – Modena
Dopo due anni dalla liberazione di Kobane da parte delle forze di
autodifesa del popolo curde, da quando la città assediata da Daesh
divenne simbolo della Resistenza e di una nuova prospettiva
democratica in Siria, la situazione nell’area è ancora molto
complicata e la strada di convivenza tra popoli e di pace nella
regione del Rojava è osteggiata in modo violento da governi
autoritari come la Turchia o ignorata dalle superpotenze
internazionali come stati Uniti e Russia che sull’area mantengono
interessi economici e imperialisti.
In questa solitudine internazionale, la prospettiva e l’esempio
del Rojava hanno saputo unire popoli differenti per cultura e
religione oltre ai curdi, assiri, turkmeni, arabi, armeni. Il
confederalismo democratico è il progetto politico in cui
l’ecologia, il femminismo e la partecipazione orizzontale ne sono
i pilastri.
Nell’ultimo mese la zona del Rojava è stata militarmente invasa
dall’esercito turco al di fuori di ogni osservanza del diritto
internazionale. Il 24 Agosto, in accordo con i jihadisti e con
l’aiuto degli Stati Uniti, i soldati hanno occupato la città di
Jarablus, colpendola con bombardamenti che hanno provocato la
morte di decine di civili. In questi giorni in un acuirsi dello
scontro sono state attaccate anche le postazioni YPG nel cantone
di Cizire e di Kobane realizzando la morte di diverse persone. La
presenza turca non può far altro che portare ulteriore caos e un
aggravamento del conflitto in Siria.
Ma la situazione è complicata e grave in tutte le aree in cui la
regione del Kurdistan è suddivisa e in particolare in Bakur,
proprio nei confini di ingerenza turca.Dopo il fallito “tentativo
di golpe” in Turchia, Erdogan e il suo governo hanno dato il via
al terrore che sta eliminando qualsiasi esperienza democratica,
con il repulisti di accademici, insegnanti, giornalisti,
magistrati, medici, impiegati statali, contrari al regime: 90 mila
licenziamenti e rimozioni, 30 mila arresti; chiusura di giornali,
stazioni radio-televisive, centri di cultura e sedi di partito.
Continua ad arrestare e torturare i rappresentanti curdi
democratici, commissariati 28 comuni curdi, dichiara il coprifuoco
su 28 villaggi e città (Tra cui Diyarbakir, Cizre, Nusaybin,
Sirnak, Yuksekova, Silvan, Silopi, Hakkari, Lice).Nato, Unione
Europea e governo italiano hanno una gravissima responsabilità su
queste morti (tra cui numerosi bambini), oltre che in Kurdistan,
in Siria e nella destabilizzazione dell’area martoriata dalla
guerra. Il governo italiano in particolare ha stanziato una somma
di 3 miliardi di euro alla Turchia per la gestione
dell’immigrazione senza preoccuparsi del fatto che Erdogan stia
compiendo un genocidio, o che sovvenzioni Daesh, inoltre è
complice nel vendere armi e bombe all’Arabia Saudita, uno stato
fondamentalista che esplicitamente appoggia Daesh.
In questo quadro d’emergenza, di fronte ad una minaccia a cui è
sottoposto il mondo intero e che riguarda le politiche interne di
ogni paese, compresa L’Italia, chiediamo a tutti coloro che sono
stati sino adesso solidali con il popolo curdo (Comuni,
Associazioni, Sindacati, Organizzazioni delle Donne, Partiti,
movimenti e a tutte le comunità) di mettere in campo insieme tutta
la solidarietà e il sostegno di cui siamo capaci e organizzarci in
vista della giornata mondiale di mobilitazione del 1 Novembre in
sostegno del popolo curdo in Bakur, dell’esperienza sociale e
politica del Rojava, per la liberazione di Abdullah Ocalan, per la
pace.
Martedì 1 novembre dalle ore 16:00 alle ore 19:00- Largo
Garibaldi Modena
Rete Kurdistan Emilia Romagna
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