domenica 3 aprile 2011

Ritorno dal Kurdistan

Il 24 sera siamo tornati dal Kurdistan.
Volevo innanzi tutto ringraziare chi ci ha stimolato a fare questa esperienza, perchè è stata interessante, commovente e pedagogica.
Il Kurdistan che abbiamo visto in questo momento era sotto la neve, alte montagne innevate, vicino a Van un grande e bellissimo lago che fa pensare ad una primavera dolce e tiepida.Villaggi sperduti fra queste montagne,abitati da pastori in grande misura,tanti bambini e tante donne segnate da fatiche antiche e recenti,
Il Kurdistan che abbiamo visto sembrava un paese occupato, i curdi per lo Stato Turco non sono curdi con una loro lingua, identità culturale  ma sono "turchi di montagna" e devono quindi parlare turco abbandonando la lingua madre. Al di là di quelle montagne il Kurdistan iracheno, iraniano e siriano.
35 milioni di persone senza riconoscimento, in lotta sempre per la propria identità e libertà.
Eravamo emozionati alla partenza, anche perchè ci sentivamo un po' responsabili verso l'associazione e volevamo documentare il più possibile per adempiere al nostro ruolo di informazione, altra informazione.
Attorno alle lotte del popolo curdo c'è un sienzio assordante, nessuno ne parla, i media sorvolano le notizie, i diritti umani calpestati di questo popolo da parte del governo turco. Forse la possibile entrata della Turchia nella comunità europea con le opportunità economiche  che ne deriverebbero spiega il silenzio.
Abbiamo avuto incontri con varie associazioni, che si occupano dei diritti umani , associazioni di familiari di detenuti politici, anche minorenni, abbiamo conosciuto le madri della pace, donne curde e turche, che assieme si battono per la libertà dei loro figli incarcerati, e per la risoluzione del problema senza armi e violenza. Abbiamo fatto visita ad una cooperativa di donne che attraverso un lavoro artigianale di sartoria si rendono indipendenti e del loro laboratorio fanno anche un punto di riferimento per le donne violate, vittime di violenze domestiche, un piccolo consultorio seguito da psicologhe e dottoresse,
Abbiamo conosciuto membri del partito BDP partito di sinistra che rivendica l'autonomia della regione curda, uomini e donne coraggiosi che rischiano anni di galera perche il BDP è considerato fiancheggiatore del PKK, partito kurdo dei lavoratori, che dal 2005 è considerato movimento terrorista; Ocalan il loro capo, sta marcendo in galera, perchè rifiutato dal governo italiano di D'alema e venduto poi ai turchi dal governo del Kenia. I curdi lo considerano l'unico interlocutore e mediatore fra loro e il governo turco.
Fra di loro molti sono in carcere perchè coraggiosi nelle loro richieste di democrazia e libertà, tanti sono sindaci di paesi e città ma tenuti dalla polizia locale in costante pressione e basta poco per essere arrestati. La sindaca di Uledere rischia 11 anni di galera per avere parlato in curdo ad una manifestazione.
Il Newroz è una grande festa di popolo dove cantando e ballando  tutti possono gridare, almeno una volta l'anno, la loro voglia di essere liberi nella loro terra. Tanto colore, tanta musica, tante bandiere al vento. Le donne vestite nei loro abiti tradizionali sono in prima fila coi loro bimbi ad inneggiare ad una vita e ad un futuro più giusto.
Quello che ho colto di palpabile è la violenza del governo centrale, con la polizia costantemente in assetto antisommossa, blindati ovunque, presidi militare anche sulle montagne, e la dolcezza e la disponibilità di questo popolo che ha accolto la nostra delegazione con una umanità, per noi commovente, con amicizia senza pregiudizi e con molta fierezza.
Io ho tanto da imparare da questi popoli offesi, palestinesi, curdi, il loro coraggio, la loro determinazione, il loro amore per la dignità propria e del loro popolo, ho da imparare dalla loro serenità che deriva dalla coscenza di essere nel giusto.
Ritorneremo in Kurdistan con l'augurio di tornarci con i nostri amici dell'associazione perchè testimoniare solidarietà e documentare all'occidente l'ingiustizia del loro silenzio è nostro dovere.
Bice  26 marzo


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