Il leader del partito curdo per la Pace e la Democrazia (Bdp),Selahattin Demirtas, in un'intervista al quotidiano Milliyet, ha accusato gli imam turchi di essere "spie" al servizio del governo, nominati appositamente dai servizi di sicurezza, e ha perciò invitato la sua gente "a non partecipare alle preghiere con questi imam inviati in missione speciale, che lavorano per il Partito della Giustizia e dello Sviluppo" (Akp), la maggioranza attualmente al governo
Oltre ad accusare le autorità turche di imporre la "turchità" ai cittadini curdi del sud-est, servendosi proprio degli imam appositamente nominati dal governo, Demirtas ha ribadito la determinazione nel portare avanti questa campagna di disobbedienza civile, cominciata il mese scorso con la richiesta del diritto all'istruzione in lingua madre, il rilascio dei prigionieri politici, la fine delle operazioni militari e politiche contro i kurdi.
Il leader del Bdp, accusato dal premier Recep Tayyip Erdogan di usare la religione per compiere i suoi scopi separatisti, ha affermato che "le moschee non sono la casa dello stato, ma di Allah" e che le regole che le disciplinano "dovrebbero essere definite da chi le frequenta, non dallo stato", lasciando dunque i cittadini liberi di pregare nella lingua che preferiscono.
tratto da Peacereporter
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