Il Blocco “lavoro, democrazia e liberta” sostenuto dal principale partito kurdo BDP, raggiunge un traguardo di storica importanza ottenendo 36 seggi in Parlamento contro i 22 del 2007. Tra i candidati indipendenti vincitori figurano Leyla Zana, premio Sakharov e Hatip Dicle, attualmente in prigione, ma anche Ertugrul Kurkcu, leader del movimento studentesco del 1968.
Il partito di giustizia e sviluppo (AKP) del primo ministro Erdogan, al potere dal 2002, ha riportato il 49,93% dei voti contro il 46% del 2007, assicurandosi una terza legislatura consecutiva, ma ha perso dei seggi, 326 contro i 341 del 2007.
Il partito Repubblicano del popolo (CHP) è arrivato secondo con il 25,93 dei voti (135 seggi) contro il 20,88%, seguito dai nazionalisti del MHP (partito dell'azione nazionalista) con il 13,02 (54 seggi) contro il 14,27%. L’AKP ha riporta una grande sconfitta in molte città curde come Diyarbakir, Mardin, Sirnak, Agri, Van, Bitlis, Kars et à Siirt, mentre il BDP ha aumentato i suoi voti in tutte le città dove ha presentato candidati indipendenti, salvo a Dersim (Tunceli).
Secondo i risultati il Blocco ha vinto in 17 città:
Diyarbakir (6 sur 6), Hakkari (3 su 3), Sirnak (3 sur 3), Mardin (3 su3), Van (4 su 4), İstanbul (3 su 3), Batman (2 su 2), Mus (2 su 2), Urfa (2 su 2), Mersin (1), Siirt (1), Bitlis (1), Agri (1), Igdir (1), Bingol (1), Adana (1), Kars (1).
Il BDP si è ha dovuto presentare con dei candidati indipendenti per raggiungere la soglia elettorale del 10% sul piano nazionale, al fine di ottenere una rappresentanza Parlamentare.
Come per elezioni precedenti, il BDP formerà un gruppo al Parlamento, diventando una forza decisiva per la questione kurda. Frodi massicce e violazioni del diritto di voto sono state riscontrate in tutto il paese, specie nella regione curda. Molte delegazioni europee hanno seguito lo svolgimento dello scrutinio, e la presenza di forze dell'ordine nei seggi elettorali è stata denunciata dalle delegazioni curde e europee. Gli elettori sono stati obbligati a votare apertamente in presenza dei soldati in molti villaggi di Diyarbakir, Bitlis, Konya, Ardahan, Van, Urfa, Bingol e Dersim.
Il primo ministro turco nel corso della campagna elettorale, aveva tacciato il BDP di "terrorismo" e aveva difeso la pena di morte dichiarando "se fosse stato per noi, avremmo mandato Ocalan alla forca", commentando la pena di carcerazione a vita del leader kurdo Ocalan.L’AKP ha portato avanti una campagna il cui costo è inestimabile e non trasparente, con affissioni ovunque e spot su tutti gli schermi televisivi, un esercito mediatico quotidiano.
Nei i territori kurdi, la polizia ha seminato il terrore cercando di compromettere comizi e lo svolgimento della campagna elettorale dei candidati indipendenti sostenuti dal BDP. Sono state poste sotto fermo oltre 3.500 persone, di cui 1.000 arrestate. Ci sono state inoltre difficoltà economiche, il BDP è stato l’unico partito che ha NON beneficiato di fondi pubblici per la sua campagna elettorale nonostante formasse un gruppo in seno al parlamento turco. Prima che i candidati curdi entrassero in Parlamento era possibile ottenere i rimborsi anche con soli tre deputati eletti; oggi è possibile solo superando il 7% dei consensi a livello nazionale. Quindi i kurdi essendo stati eletti come indipendenti non facevano percentuale per il partito. In più ci sono processi contro moltissimi politici e attivisti kurdi e la gente viene costantemente intimidita e minacciata. Ma nonostante questa situazione c'è stata una forte reazione popolare che ha e garantito un ottimo risultato.
Inoltre, va ricordato che l’alto consiglio elettorale (YSK) aveva annullato il 18 aprile la candidatura di 7 candidati indipendenti presentati dal BDP, tra cui Leyla Zana, ma questa decisione aveva provocato la numerose reazioni di protesta kurda, ed era stata poi annullata per sei di loro.
Dopo questo traguardo, l’obbiettivo del BDP sarà quello di costruire, attraverso questa pluralità di voci e anime, una Turchia più democratica, meno centralizzata e che possa rispettare maggiormente le diversità al suo interno. Questo vittoria rappresenta un importante passo verso il riconoscimenti dei diritti del popolo kurdo in vista anche della riforma della carta Costituzionale, varata dopo il colpo di Stato del 1980.
UIKI Onlus
(Ufficio d'Informazione del Kurdistan in Italia)
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