Il Popolo Kurdo rimane saldo nella difesa della propria libertà ed esistenza
Quest'anno, le celebrazioni per il Newroz, il capodanno kurdo (21 marzo), sono state caratterizzate da manifestazioni la cui ampiezza era senza precedenti. Questa festa, che simboleggia la resistenza contro l'oppressione e la lotta per la libertà, e che raccoglie ogni anno milioni di persone, è stata per il popolo l'occasione per dichiarare al mondo intero la sua determinazione a resistere contro le politiche di negazione e distruzione, e a conquistare la sua libertà attraverso la lotta democratica.
Le “Tende per la Soluzione Democratica”, istituite in molte città del Kurdistan sotto la leadership delle Madri della Pace, hanno incontrato l'intollerante risposta del governo dell'AKP.
Pesanti scontri hanno avuto luogo quando le forze dell'ordine hanno tentato di disperdere decine di migliaia di manifestanti che si dirigevano verso le tende subito dopo le celebrazioni del Newroz. L'intervento della polizia a colpi di cannoni ad acqua, gas lacrimogeni e manganelli ha ancora una volta trasformato le strade in un campo di battaglia. I parlamentari del partito kurdo BDP e i membri delle delegazioni internazionali, presenti alle festività del Newroz come osservatori, sono stati tutti coinvolti negli attacchi.
Nel corso di questi avvenimenti che durano ormai da quattro giorni, centinaia di persone sono state prese in custodia cautelare, circa 100 sono state arrestate e ci sono dozzine di feriti. Il bilancio finale non si conosce ancora.
Da quasi 30 anni il Popolo Kurdo è impegnato in una lotta contro le politiche di governi anti-democratici e dispotici.
Gli avvenimenti che hanno riguardato i paesi arabi nell'ultimo periodo dimostrano che un regime autoritario, quale che siano la sua forza e i suoi mezzi, non può competere con la cosciente sollevazione del popolo. Sfortunatamente, fallendo nel non considerare la realtà di questi fatti, il Governo turco dell'AKP sta andando incontro allo stesso destino di quei governi.
E' paradossale come l'AKP possa dimostrare comprensione e solidarietà per i popoli che si sono ribellati ai regimi dispotici della regione e allo stesso tempo reprimere con tutta la forza di cui dispone le manifestazioni di cittadini del suo Stato, i kurdi, che lottano per la democrazia, la pace e la libertà.
L'AKP, da un lato cerca di stroncare le leggittime richieste del popolo in Kurdistan e dall'altro elabora proposte per il Parlamento al fine di realizzare un intervento militare in Libia.
Queste politiche schizofreniche dell'AKP possono essere approvate dalle forze alleate, ma non di certo dai popoli.
La lotta condotta attualmente dal popolo kurdo si pone come obiettivi quello di proclamare la sua esistenza e di rivendicare I suoi diritti e la sua libertà. Ad ogni occasione il movimento kurdo ha dichiarato la sua disponibilità per una soluzione democratica. Il suo progetto di risoluzione chiamato « Turchia democratica, Kurdistan autonomo e democratico » mira a garantire l'esistenza e i diritti dei kurdi, così come la convivenza pacifica dei kurdi con gli altri popoli all'interno di una Turchia democratica.
Il Movimento di Liberazione Kurdo, in accordo con le raccomandazioni del leader kurdo Abdullah Ocalan, ha dichiarato otto cessate il fuoco unilaterale fino ad agosto 2010. Ad oggi, tuttavia, non ha colto queste occasioni per procedere verso una risoluzione della questione kurda. Al contrario, l'AKP ha agito considerando i cessate il fuoco una opportunità per rafforzare il suo potere e moltiplicare le operazioni militari contro il movimento kurdo.
Il Medioriente non potrà raggiungere una democratizzzione stabile e durevole finché non sarà risolta in maniera democratica la questione del popolo kurdo, diviso tra quattro stati (Iran, Iraq, Siria e Turchia).
Noi non accettiamo le politiche degli Stati Uniti e dell'Unione Europera che supportano la legittima resistenza dei popoli arabi e mediorientali etichettando invece come 'terrorista' l'altrettanto legittima lotta del popolo kurdo.
Noi chiediamo a questi Stati di rinunciare immediatamente a queste pratiche sleali, poiché se continueranno a sostenere le politiche antidemocratiche del governo turco dell'AKP, la risoluzione della questione kurda diventerà sempre più difficile.
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