mercoledì 27 luglio 2011

Attacchi Iraniani nei territori Kurdi

Il 17 luglio l’Iran tramite l' Iranian Revolutionary Guards Corps (IRGC) ha varcato i confini nell' Kurdistan iracheno bombardando i villaggi kurdi, causando centinaia di sfollati e molti feriti, inclusi donne e bambini. Tali azioni militari hanno danneggiato irrimediabilmente anche molti terreni adibiti ad allevamento e numerose coltivazioni, compromettendo così l’economia del luogo e la sopravvivenza dei suoi abitanti. E’ fatto noto che il regime iraniano da anni attacca i territori kurdi e come riportato da Cabar Yawer portavoce del ministro dei Perchmergher, dal 2007 ad oggi si sono registrati più di 400 villaggi evacuati a seguito del bombardamenti eseguiti per mano Iraniana e Turca. La situazione si sta aggravando e la popolazione kurda ne sta pagando le conseguenze, i bombardamenti da parte delle forze armate Iraniane hanno provocato 3 morti tra i civili a Qalashin, 3 a Merga Mira e a Zele una donna versa in condizioni disperate a causa delle ferite subite. La Croce Rossa ha fatto inoltre sapere che ad ora il numero degli sfollati è salito a 800.

Sin dalla sua fondazione il regime Islamico Iraniano ha violato gli obblighi nazionali ed internazionali. Nonostante abbia aderito a delle convenzioni internazionali chiave nell’ambito dei diritti umani, l' ideologia del regime commette continue infrazioni senza essere ripreso dalla comunità e dalle istituzioni internazionali. E’ cosa nota alle Nazioni Unite, Europa, Amnesty International e Human Rights Watch, che i kurdi sono vittime di costanti violazioni dei diritti umani.

I kurdi in Iran sono circa 10-12 milioni, sono concentrati principalmente nella parte nord ovest nelle province di Ilam, Kermanshah, Kurdistan, Lorestan e nell ovest dell' Azarbayjan. La loro identità viene continuamente negata e vengono privati del riconoscimento dei loro diritti sia all’interno del paese, sia a livello internazionale. In primo luogo viene negato loro di studiare nella lingua madre, praticare le proprie religioni e culture liberamente, il diritto alla libertà di aggregazione e di espressione. L’uso della tortura e della pena morte sono all’ordine del giorno e sono perpetrati ai danni dei kurdi al fine di annichilire gli individui e mantenere la popolazione in un clima di terrore.

L’ Iran è uno dei paesi in cui la pena di morte è maggiormente praticata. Secondo i dati raccolti dall’HRW (Human Right Watch), nel 2010 sono state impiccate 388 persone ma i dati ufficiali si discostano di molto dalla realtà e si teme che il numero delle persone condotte alla forca sia di gran lunga superiore.

Il regime islamico sta affermando che le sue offensive militari hanno come obbiettivo le basi controllate dal Free Life Party of Kurdistan (PJAK) nel Kurdistan iracheno. Comunque sia, è chiaro che ci siano forti motivazioni politiche dietro a questi recenti attacchi illegali e bombardamenti nei territori del Kurdistan da parte dell' IRGC.

Il regime islamico cerca di destabilizzare il Governo Regionale Kurdo, mirando alle basi del PJAK e le altre zone situate lungo i confini. Dopo la caduta di Saddam il regime iraniano si è dimostrato contrario all’autonomia raggiunta dai kurdi in Iraq e preme per un ritorno al passato, attraverso operazioni militari strategicamente mirate. Con le ultime azioni l’Iran vuole prendere il controllo delle zone controllate dai kurdi e cerca di inserirvi i gruppi fondamentalisti radicali islamici per destabilizzare ulteriormente l’area per poter aumentare il proprio potere nei territori Iracheni.

Noi, facciamo appello alla Istituzioni Internazionali, EU, UN, Organizzazioni internazionali per il diritti umani e ONG di prendere misure adeguate e necessarie per condannare tali brutalità. Chiediamo pertanto, che vengano immediatamente arrestate le operazioni militari illegali contro il popolo kurdo.

fonte: Uiki ONLUS

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