domenica 26 agosto 2012

A Derik dove sventola la bandiera curda

Una battaglia parallela, sotterranea, dai limiti e dagli obiettivi ambigui: questa secondo diversi osservatori la situazione che si sta sviluppando nelle regioni curde della Siria progressivamente liberatesi dal controllo di Damasco a partire dalla metà di luglio.
Per la prima volta da quando il partito Ba’ath è arrivato al potere (1963), la città di Derik, a una manciata di chilometri dalle frontiere con Iraq e Turchia, ha da luglio un sindaco curdo, Subhi Ali Elias. In dichiarazioni riprese da mezzi di informazione curdo-iracheni, Elias ha detto che la sua nomina è stata fatta dal Consiglio del popolo, poco dopo il ritiro dell’esercito di Damasco. Elias è un esponente del Partito di unione democratica (Pyd, l’acronimo in inglese) che Ankara accusa di essere vicino al Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk), la formazione che combatte per l’autonomia delle regioni curde in Turchia.
Per capire cosa sia in gioco e quali scenari possa aprire l’attuale conflitto in Siria occorre considerare la forza numerica di una etnia, quella curda, dispersa in più Stati e forte di una popolazione di 25/30 milioni di persone per lo più stabilita in un’area contigua divisa tra Turchia, Siria, Iraq e Iran.
Secondo alcuni esponenti politici turchi vicini al primo ministro Recep Tayyip Erdogan, Damasco si sarebbe in realtà ritirata volontariamente dalle sue regioni curde e starebbe dando ospitalità al Pkk. Questo è per esempio il parere di Yalcin Akdogan, parlamentare e consigliere di Erdogan. Sentito da Rudaw, notiziario online del Kurdistan iracheno, Akdogan ha accusato Damasco di “provocare” Ankara attraverso il Pkk e il Pyd con quest’ultimo che si starebbe presentando come il più forte soggetto politico tra i curdi siriani.
A negare la “preoccupazione” che il movimento curdo in Siria possa avere in realtà altre mire che non la semplice defenestrazione del regime è stato il colonnello Riad al Asaad, il comandante dell’Esercito siriano libero (Esl). Lo stesso ha sottolineato che la Siria è una e indivisibile e che non esistono regioni sunnite o curde.
Eppure, qualcosa si muove in direzione di un territorio curdo autonomo. “A Derik non si combatte, ma ai primi posti di blocco si viene accolti dai colori giallo, rosso e verde della bandiera curda” dice intervistato da Rfi, Etienne Huver, uno dei pochi giornalisti riuscito a visitare queste zone. Huver sottolinea come a Derik e nelle altre città curde “liberate” non ci siano tracce di pesanti combattimenti, tutti gli edifici pubblici sono intatti e ci sono forme di collaborazione tra i curdi e i rappresentanti della vecchia amministrazione. Una sorta di “intesa cordiale” dice il giornalista che in alcuni casi diventa evidente come alla Casa della cultura: “Al mattino – spiega Huver – sono gli arabi che vi lavorano, al pomeriggio i curdi”.
Cosa stia avvenendo nelle città curde del nord-est della Siria lo spiegano, forse meglio, alcuni segnali: le icone pubbliche non sono più le immagini di Bashar Al Assad o del padre Hafez – sebbene soprattutto di quest’ultimo siano rimaste in piedi le statue – ma sono ormai diventati i volti di Abdullah Ocalan – leader del Pkk in prigione in Turchia – e di Massoud Barzani, presidente della regione del Kurdistan iracheno.

fonte : Misna

Case alevite marchiate a Istanbul

Bianet ha riferito di un episodio molto inquietante avvenuto mercoledì nel distretto di Kartal a Istanbul: secondo il sito web, alcune persone non identificate hanno marchiato con vernice blu 25 case alevite.  L’ Associazione Culturale Pir Sultan Abdal (PSAKD) ha invitato il Governo ad entrare in azione e condurre i responsabili davanti alla giustizia, mentre gli abitanti del quartiere di Çınardere (Kurfalı,) in cui ha avuto luogo l’incidente, hanno inoltrato una petizione all’ufficio del Governatore del distretto. L’accaduto ricorda preoccupantemente la marcatura delle case ebraiche durante il periodo nazista.
Il PSAKD ha rilasciato un comunicato che chiede la fine di tutti gli atti di inimicizia tra i popoli.
"Il nostro paese si sta rapidamente dirigendo verso il caos nella politica interna ed esterna, in un clima in cui le bombe continuano a piovere in Turchia e nei paesi confinanti. Stanno cercando di trasformare gli Aleviti, i Sunniti, i Kurdi, i Turchi e gli Arabi in nemici tra loro, tramite politiche che alimentano le differenze etniche e religiose, intraprese dal governo AKP (Partito per la Giustizia e lo Svilupppo) che agisce come sub-appaltatore dell’imperialismo”, ha dichiarato il PSAKD nel suo comunicato.
"Invitiamo il Governo ad assumersi le sue responsabilità, ad astenersi da quegli atti e quella retorica che hanno sparso i semi dell’odio tra la nostra gente ed a condurre davanti alla giustizia quegli incapaci che hanno disegnato forme e scritte senza senso sui muri”.    

ANF NEWS AGENCY

Le sedi del BDP oggetto di attacchi razzisti

Otto edifici del Partito della Pace e della Democrazia (BDP) sono stati oggetto di attacchi razzisti negli ultimi tre giorni, in seguito alla grossa esplosione di Antep che ha ucciso nove persone e ne ha ferite circa 70 il 20 Agosto. Gli attacchi hanno provocato grossi danni materiali nelle sedi del BDP, costantemente associato al movimento armato kurdo dai gruppi nazionalisti.
Gli attacchi razzisti hanno preso di mira gli edifici nel distretto di Karşıyaka a Smirne, nei distretti Nizip ed Araban ad Antep, ed anche l’ufficio del BDP in centro città, nel distretto di Bahçelievler a Istanbul, e le sedi provinciali di Çanakkale e Kocaeli.
In una dichiarazione del 21 Agosto all’agenzia Firat News, le Forze di Difesa del Popolo (HPG) hanno affermato di non avere nulla a che fare con le esplosioni di Antep. “Abbiamo annunciato un periodo di tregua nei giorni che concludono il Ramadan. Abbiamo rispettato questa decisione e quindi respingiamo le accuse dei media turchi che hanno riportato che l´esplosione di Antep è stata provocata dai nostri guerriglieri. Non abbiamo nulla a che fare con l´accaduto, non effettuiamo azioni che mettono a rischio la vita dei civili”.
Le HPG hanno dichiarato che eviteranno gli scontri nel periodo di fine-Ramadan ed effettueranno solo azioni di autodifesa.

ANF NEWS

martedì 21 agosto 2012

Attacco dinamitardo a Dilok (Gaziantep)

Un attentato contro un centro di polizia a Dilok (Gaziantep) ha provocato un totale di nove morti e più di 69 feriti. Tra le vittime ci sono anche quattro bambini e una donna.
L'attacco è avvenuto la sera del 20 agosto nel quartiere di Sehitkamil. Alle 19,45 una macchina carica di esplosivo è saltata in aria. A seguito dell'esplosione anche due autobus e un altro veicolo sono andati in fiamme. Inoltre, l'impatto dell'esplosione ha causato gravi danni agli edifici circostanti.
Una folla fascista ha attaccato i curdi
Poco dopo l'esplosione, si è riunita una folla che ha attaccato l'edificio del partito per la pace e la democrazia (BDP) nel quartiere di Sehitkamil. Mentre la polizia stava a guardare passivamente, la folla appiccato il fuoco all'edificio. Poi la folla ha scandito slogan anti-curdi e ha marciato verso la sede del BDP di Dilok. Un altro gruppo che si era già radunato davanti alla sede dopo i bombardamenti, ha attaccato l'edificio con pietre e distrutto i vetri delle finestre. La folla si è trattenuta fino a tarda notte all'esterno dell'edificio.
HPG: Non abbiamo nulla a che fare con l'attacco
In una dichiarazione scritta per l'Agenzia di stampa Firat (ANF) il quartier generale delle Forze di difesa del popolo(HPG) hanno dichiarato di non avere nulla a che fare con l'attacco a Dilok. "Il pubblico e la nostra gente sa che non ci può essere alcuna azione da parte nostra contro i civili", si legge nella dichiarazione. In precedenza, il Consiglio Direttivo KCK aveva annunciato di sospendere azioni armate durante i tre giorni successivi alla fine del Ramadan. Nella dichiarazione le HPG hanno confermato di essersi attenute a questa consegna.
Subito dopo l'attacco, i media turchi e rappresentanti del governo dell'AKP hanno accusato il PKK di essere dietro l'attentato di Dilok.
ANF, 2012/08/21, Isku

lunedì 20 agosto 2012

Al centro dell´indagine l´incontro avvenuto sulla strada per Şemdinli

Il link al video citato nell´articolo:
http://www.youtube.com/watch?v=md6HGJGCjU0&feature=share#
L´Ufficio del Procuratore di Van ha annunciato che è stata avviata un´indagine riguardante un video che mostra i deputati del BDP (Partito della Pace e della Democrazia) ed un gruppo di guerriglieri del PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan) sulla strada per Şemdinli (provincia di Hakkari).
Il BDP è accusato di aver pianificato in precedenza l´incontro con i guerriglieri; l´accusa è stata smentita dai deputati.   
"Ci siamo imbattuti in una situazione del tutto normale, –ha dichiarato la deputata independente Aysel Tuğluk- E´ un loro problema se non hanno familiarità con questo. Siamo felici dell´incontro. Possono avviare quante indagini desiderano. Possono dire quello che vogliono”.
L´incontro è stato fortemente criticato sia dal Primo Ministro Recep Tayyip Erdoğan sia dal Presidente Abdullah Gül. Gül ha affermato che il video lo ha “rattristato”.  
Erdoğan si è chiesto invece: “Da dove arriva tutto questo affetto?”
20 Agosto 2012
Il parlamentare di Mersin Kürkçü ha espresso le sue valutazioni riguardo al recente incontro BDP-PKK sulla strada per Şemdinli
In un´intervista al quotidiano Radikal, il parlamentare di Mersin del Partito della Pace e della Democrazia (BDP) Ertuğrul Kürkçü ha valutato l´incontro della delegazione  BDP-DTK con i guerriglieri kurdi, avvenuto presso un check-point sulla strada per Şemdinli tre giorni fa.
Rispondendo alle forti reazioni e critiche che hanno rivendicato che il controllo stradale era un´azione pianificata, Kürkçü ha sottolineato che l´incontro con i guerriglieri è stato una coincidenza che dovrebbe essere meglio compresa, prendendo in considerazione il fatto che l´area è sotto il controllo delle HPG (Forze di Difesa del Popolo) nelle ultime settimane.  
“Quello che ho pensato quando ho visto i guerriglieri è il fatto che queste persone sono i nostri figli ed il nostro paese; vorremmo che tornassero di nuovo alla vita di ogni giorno e che vivessero in un paese libero. Vogliamo che queste persone sopravvivano al conflitto in corso, costruendo una vita insieme a loro”, ha dichiarato Kürkçü.
Kürkçü ha anche ricordato le dichiarazioni del deputato del Partito Popolare Repubblicano (CHP) Hüseyin Aygün, che ha definito i guerriglieri i figli della popolazione turca e dopo i suoi due giorni di prigionia, li ha baciati ed abbracciati prima di essere rilasciato. “Ci aspettiamo la stessa comprensione mostrata verso il sig. Aygün, dal momento che entrambe le situazioni rappresentano due diversi aspetti della stessa realtà. Queste persone sono i figli, le figlie, i nipoti e le nipoti di quelli che votano per noi. Non puoi voltare le spalle alla mano che ti è stata tesa ed ho la coscienza pulita a riguardo”.   
ANF NEWS AGENCY

mercoledì 15 agosto 2012

Valutazioni sulla situazione in Kurdistan

13 Agosto 2012
Il comandante delle HPG Dr. Bahoz Erdal ha dichiarato che nelle ultime tre settimane sono stati uccisi 169 soldati turchi e sono stati abbattuti tre elicotteri di tipo Skorsky ad opera delle HPG durante gli scontri nella zona di Şemdinli.In un´intervista al giornale Yeni Özgür Politika riguardo ai recenti scontri ed operazioni militari, il comandante delle Forze di Difesa del Popolo (HPG) Dr. Bahoz Erdal ha dichiarato che nelle ultime tre settimane sono stati uccisi 169 soldati turchi e sono stati abbattuti tre elicotteri di tipo Skorsky ad opera delle HPG durante gli scontri nella zona di Şemdinli; le forze di sicurezza turche nella regione sono state costrette a ritirarsi nelle loro basi.  
Riguardo al recente cambiamento di strategia delle HPG, Erdal ha osservato che le stesse sono passate ad una tattica di “controllo d´area”, che consiste nell´assumere il comando di una zona e limitarne gli scontri al suo interno, come sperimentato a Şemdinli e Çukurca; la situazione attuale nella regione può essere considerata come una guerra di media intensità, e non un conflitto di basso profilo.  Le azioni svolte dal Movimento di Liberazione del Kurdistan sono direttamente collegate al “terrorismo di stato attuato dal governo AKP al potere”.  
Erdal ha sottolineato che “l´operazione rivoluzionaria che i guerriglieri kurdi hanno condotto a Şemdinli ha dimostrato ancora una volta il fatto che i confini all´interno della regione del Kurdistan stanno diventando insignificanti e illegittimi”.
Facendo riferimento alla mancanza di qualsiasi dichiarazione dettagliata riguardo agli avvenimenti di Şemdinli da parte dell´esercito turco, Erdal ha affermato che il Governo sta insistendo nel nascondere la violenza perpetrata in Kurdistan e il fallimento della politica di repressione.
Undici guerriglieri delle HPG hanno perso la vita nell´operazione di Şemdinli; le affermazioni del Primo Ministro e del Ministro degli Interni riguardo alla morte di 115 membri delle HPG sono infondate.  
Erdal ha anche menzionato il fatto che i funzionari turchi collegano l´attività delle HPG a Şemdinli al regime Baath, affermando a riguardo: “ Il Governo turco sta facendo passare il movimento kurdo come un bersaglio, collegandolo al regime Baath, e mira a trovare giustificazioni per il suo fallimento contro i guerriglieri”. 
fonte : ANF News

lunedì 13 agosto 2012

181 bambini uccisi nel periodo di governo dell´AKP

11 Agosto 2012
561 bambini uccisi dallo stato o da sostanze militari esplosive dal 1998
La sede di Diyarbakır dell´Associazione per i Diritti Umani (IHD) ha reso noti i dati sulla mortalità infantile in Turchia nel corso degli ultimi 24 anni. Secondo il rapporto, 561 minorenni sono stati uccisi dallo stato o da sostanze militari esplosive dal 1998 e 181 di loro sono morti durante il periodo di governo dell´AKP (Partito della Giustizia e dello Sviluppo).  
Le morti di bambini in Turchia sono state di recente portate ancora una volta all´ordine del giorno, a causa dei decessi di 3 minorenni nella prima settimana del mese di Agosto.  L´undicenne Mazlum Akay, ferito dalla polizia alla testa con una bomba di gas lacrimogeno a  Yüreğir, in provincia di Adana il 29 Luglio, ha perso la vita il 4 Agosto. Seray Yavuz, di otto anni, è morta a causa dell´esplosione di una sostanza che aveva trovato nella cittadina di Kızılağaç, in provincia di Muş il 6 Agosto. Il giorno seguente, martedì, il tredicenne Vesim Zengin è stato ucciso con colpi d´arma da fuoco dai soldati turchi, che in seguito lo hanno seppellito in prossimità del confine iraniano.
Il rapporto dell´IHD ha rivelato un notevole aumento delle morti di bambini, in particolare durante il periodo del governo AKP, ed ha esposto il fatto che le cariche dello stato non sono state giudicate per le morti di cui sono responsabili.  
Il membro del Consiglio Esecutivo della sede di Diyarbakır dell´IHD, l´avvocato Muhterem Süren, ha sottolineato che l´inadempimento delle necessarie procedure legali contro i colpevoli spiana la strada ad ulteriori morti.
Süren ha rimarcato che due dei tre minorenni uccisi ad Agosto sono stati vittime delle forze di sicurezza ed ha posto il seguente interrogativo “Perché le forze di sicurezza hanno il diritto di uccidere i nostri bambini così facilmente?”.  Süren ha aggiunto che i responsabili di queste morti sono protetti dal potere politico.  
Di seguito una lista dei dati statistici riguardanti i minorenni deceduti (uccisi dallo stato o da sostanze militari esplosive) negli ultimi 24 anni:
* 1 nel 1988
* 2 nel 1989
* 21 nel 1990
* 15 nel 1991
* 117 nel 1992
* 79 nel 1993
* 99 nel 1994
* 11 nel 1995
* 7 nel 1996
* 7 nel 1997
* 5 nel 1998
* 12 nel 1999
* 3 nel 2000
* 1 nel 2001
* 18 nel 2002
* 12 nel 2003
* 12 nel 2004
* 12 nel 2005
* 23 nel 2006
* 9 nel 2007
* 17 nel 2008
* 21 nel 2009
* 16 nel 2010
* 33 nel 2011
* 8 nel 2012
Totale: 561

ANF NEWS AGENCY

venerdì 10 agosto 2012

Intervista al sindaco di Şemdinli, Töre

8 Agosto 2012
Töre: “Gli scontri si stanno facendo più intensi in un´area di 20 km vicino alle montagne di Goman”
Mentre pesanti scontri continuano a Şemdinli (in provincia di Hakkari) dal 23 Luglio tra le Forze di Difesa del Popolo (HPG) e le Forze Armate Turche (TSK), ANF ha parlato con il sindaco del BDP (Partito della Pace e della Democrazia) di Şemdinli, Sedat Töre.
“Gli scontri –ha dichiarato il sindaco- si stanno facendo più intensi in un´area di 20 km, che va dalle montagne di Goman, ad 1 km dal centro del distretto di Şemdinli, fino al torrente Hacıbey, situato al confine tra la Turchia e l´Iraq”.
L´area degli scontri sta interessando il villaggio di Bağlar e le sue sei frazioni, così come quello di Günyazı, con i suoi tre quartieri. In questa zona, circa un migliaio di persone risiedono in 130 abitazioni.
Il primo cittadino sottolinea che gli scontri si sono fatti sempre più pesanti a partire dal 24 Luglio. “I media turchi – afferma il sindaco – hanno evitato di scrivere in proposito fino all´ottavo giorno, quando hanno riportato la situazione della regione ottenendo le informazioni da fonti alternative ed indipendenti che stavano seguendo gli avvenimenti dall´inizio”.
Il 30 Luglio ed il 1 Agosto l´ufficio del Governatore di Hakkari ha rilasciato due comunicati, in cui l´ampiezza e la gravità degli scontri e la situazione dei civili nella regione non erano riportati correttamente. “E´ stata segnalata esclusivamente la morte di due ufficiali di sicurezza e il ferimento di altri dieci”, ricorda il sindaco.
Ad ogni modo, gli scontri stanno coinvolgendo pesantemente i civili: “ 60 famiglie in 4 distinte frazioni hanno dovuto abbandonare le loro case il 1 Agosto. 31 di queste si sono dovute trasferire presso parenti, mentre le altre si sono dirette in altri villaggi, lontani dall´area degli scontri. Le quattro frazioni, Yiğitler, Çem, Zorgeçit e Güzelkaya, sono state completamente evacuate, a causa della mancanza di sicurezza per la popolazione e le proprietà e a causa dei bombardamenti aerei in corso nella regione”. L´organizzazione di distretto del BDP e la Municipalità di Şemdinli hanno da poco istituito un help desk per fornire alla popolazione il cibo, le medicine e tutto quello che può essere urgentemente necessario.
“C´è stata una continua interruzione di corrente nell´area degli scontri, chiusa al traffico dal 26 Luglio. A numerose delegazioni, inclusi i deputati Esan Canan ed Özdal Üçer, è stato impedito l´accesso nonostante i tentativi effettuati a tal proposito”.
L´agenzia Fırat News ha riportato che 5 guerriglieri delle HPG hanno perso la vita durante gli scontri; ad ogni modo queste morti non sono ancora state confermate da nessuna dichiarazione ufficiale, così come non è stata effettuata nessuna consegna di corpi ad alcun ospedale od istituto di medicina legale. Si ritiene quindi che i corpi dei 5 membri delle HPG siano ancora nell´area degli scontri.
“Ci sono altre serie conseguenze. Gli scontri stanno causando pesanti problemi alla natura, poiché numerosi boschi hanno subito incendi provocati dagli intensi bombardamenti casuali dell´esercito turco”.
Il sindaco esprime le sue preoccupazioni riguardo “alla modalità e alla portata dei bombardamenti da parte dell´esercito. Non possiamo escludere l´utilizzo di armi proibite; per esempio, non abbiamo modo di controllare se tutte le strade della regione siano state chiuse al traffico, i dettagli degli scontri vengono tenuti nascosti all´opinione pubblica e le forze di sicurezza stanno cercando di evacuare la popolazione della zona. Le persone che ancora ci vivono sono per lo più preoccupate riguardo alla possibilità d´utilizzo di armi proibite”.
Alla luce di tutto questo, il sindaco Sedat Töre ribadisce la “necessità da parte dell´opinione pubblica locale e straniera di chiedere la fine delle operazioni militari in corso”.
ANF / ANF NEWS AGENCY

martedì 7 agosto 2012

Appello alla solidarietà per i giornalisti kurdi arrestati

35 giornalisti kurdi verranno processati ad Istanbul il 10 settembre 2012.
98 giornalisti kurdi, reporters, autori e collaboratori di testate sono incarcerati nelle prigioni turche. La più grande operazione di detenzione degli ultimi anni ha avuto luogo il 20 Dicembre 2011. 44 giornalisti sono stati arrestati e dopo 4 giorni, il 24 Dicembre, altri 35 hanno subito lo stesso destino. Vengono mantenuti in custodia circa nove mesi prima di essere processati davanti ad un tribunale.
Il governo AKP ha perseguito una politica cieca nei confronti della questione kurda, attuando arresti di massa che hanno coinvolto circa ottomila persone, nell´ambito di un´operazione definita “KCK” (Unione delle Comunità Kurde). In numerose province sono stati tratti in custodia rappresentanti del BDP, delle organizzazioni della società civile, avvocati, giornalisti, sindacalisti, studenti.
Durante i raid eseguiti dalla polizia nelle redazioni giornalistiche sono stati sequestrati numerosi materiali. E´ stata inoltre anche impedita la diffusione del giornale Özgür Gündem.
Secondo le accuse del procuratore, le seguenti azioni sono considerate come “crimine organizzato” ed “attività terroristiche”:
           -notizie riguardanti il terremoto
          -notizie di ambito giudiziario
          -notizie su molestie sessuali all’interno delle Turkish Airlines (THY)
          -notizie riguardanti manifestazioni pubbliche
          -conversazioni telefoniche con il direttore di una testata o l´autore di una notizia
          -conversazioni telefoniche con l´autore di una notizia riguardo ai titoli di un giornale         
          -possesso di un tesserino giallo da giornalista (in Turchia si ottiene il tesserino giallo            
           solo dopo aver lavorato come giornalista per un minimo di un anno presso una testata       
           riconosciuta)
          -discussioni, commenti e recensioni riguardo al progresso dell´agenda politica turca        
          -possesso di un passaporto, viaggi all´estero
          -riscuotere le quote di iscrizione agli abbonamenti alle testate giornalistiche         
          -per quanto riguarda la Compagnia di Distribuzione Turkuvaz, che distribuisce tutti i giornali in Turchia, raccogliere i proventi delle vendite dai singoli venditori
 Risulta perciò chiaro che le accuse e gli arresti non sono legittimi. Tutti i giornalisti kurdi arrestati verranno processati con l´accusa di essere una minaccia per il governo e le modifiche anti-democratiche che ha apportato, quali le operazioni di arresti di massa, attacchi violenti alle manifestazioni, ecc.  
 Il BDP invita l´opinione pubblica internazionale, i giornalisti, gli attivisti per i diritti umani e i rappresentanti politici, alla solidarietà per i giornalisti kurdi, allo scopo di promuovere un paese più democratico.   

Se desideri partecipare al processo come osservatore, comunicacelo.
In caso di necessità, possiamo fornire un interprete durante il processo. Non esitare a contattarci.
 Contatti mail:
diplo.bdp@hotmail.com
bdp.brussels@skynet.be
diplomasi.bdp@hotmail.com

domenica 5 agosto 2012

Il PYD invita al sostegno e alla protezione dell’istituzione pacifica della regione kurdo-siriana autogovernata

In un comunicato stampa appena rilasciato, l´Ufficio Affari Esteri del Partito dell´Unione Democratica (PYD) invita al sostegno e alla protezione dell’istituzione pacifica della regione kurdo-siriana autogovernata.
"Le aree kurde in Siria, tranne la città di Qamishli, sono state recentemente liberate dal brutale regime di Assad e sono sotto il controllo kurdo”, dichiara il comunicato, aggiungendo che “il Partito dell’Unione Democratica (PYD), insieme agli altri partiti politici kurdi del Consiglio Nazionale Kurdo (KNC), ha congiuntamente deciso di proteggere e amministrare le nostre regioni. Questo accordo ha portato alla costituzione del Supremo Consiglio Kurdo, che si propone di proteggere le nostre legittime conquiste e consolidarle nella futura costituzione di una Siria libera e democratica”.  
Il comunicato ha anche precisato: “Questa regione kurda liberata potrebbe fungere da oasi sicura e da punto di partenza per tutti i rivoluzionari siriani che hanno lo scopo di liberare il loro paese; perciò quest’istituzione democratica deve essere considerata in qualità di collaboratore per la costruzione di una Siria libera, democratica e unita nelle sue pluralità”.
Questa istituzione pacifica, ha sottolineato il comunicato, “non dovrebbe essere considerata come una minaccia per la stabilità regionale e globale ma come un contributo costruttivo alla democrazia, alla pace e alla stabiltà dell’area”.  “I kurdi non sono separatisti e non hanno mai avuto intenzioni a tal riguardo. Ciò per dichiarare che il nostro obiettivo è autogovernare democraticamente le nostre regioni entro i confini geopolitici della Repubblica Siriana. La nostra missione è fare la nostra parte nella costruzione del futuro della Siria”.  
Concludendo la dichiarazione, il PYD ha affermato: "Crediamo che i kurdi siano parte integrante della stabilità e dell’ordine della regione. Comunque, poiché il futuro della Siria sembra cupo, il sostegno e la protezione dei kurdi siriani da parte della comunità internazionale è una necessità urgente”.
Ed è per questa ragione che il PYD "invita quindi le comunità regionali ed internazionali, quali le Nazioni Unite, l’Unione Europea e il mondo libero, con le loro responsabilità morali, a sostenere e a proteggere l’istituzione pacifica della regione kurdo-siriana autogovernata“.
ANF / NEWS DESK

Il sindaco di Siirt, Sadak, destituito dal suo incarico

2 Agosto 2012
Il Consiglio di stato turco ha approvato la sentenza di 10 mesi di carcere, comminata per un discorso pronunciato da Sadak nel 2006
Il sindaco di Siirt Selim Sadak, destituito dal suo incarico mercoledì, ha affermato che questa decisione è stata presa per impedire l´avanzata del BDP (Partito della Pace e della Democrazia) nella provincia di Siirt.   
Il sindaco Sadak è stato destituito dal suo incarico a seguito dell´approvazione della sentenza di dieci mesi di carcere che la Quinta Alta Corte Penale di Diyarbakır ha emesso nei suoi confronti nel 2008, a causa di un discorso pronunciato durante i funerali di un guerrigliero kurdo nel 2006. L´Ufficio del Pubblico Ministero di Diyarbakır aveva rinviato di sei mesi l´attuazione della pena detentiva su richiesta del sindaco, affermando che Sadak stava attualmente svolgendo il suo incarico.  
Durante un´intervista rilasciata ad ANF, Sadak ha fatto notare che il Consiglio di Stato turco ha approvato la pena detentiva a seguito dell´appello del Ministero degli Interni.  
Il sindaco del BDP ha sottolineato che nè la popolazione kurda nè i suoi rappresentanti politici hanno potuto beneficiare della legge in Turchia nel periodo del governo AKP, che –ha aggiunto- ha imposto trattamenti ingiusti ai kurdi, in linea con le cosiddette politiche di “iniziativa democratica” e delle “modifiche legislative”.   
Commentando le dichiarazioni del Primo Ministro turco Erdoğan riguardo alla democrazia considerata come “inganno”, Sadak ha dichiarato: “ Coloro che danno lezioni di democrazia al presidente siriano Assad dovrebbero guardare alle loro proprie atrocità, dal momento che tutti i deputati del BDP, i sindaci ed i rappresentanti politici vengono messi in carcere o destituiti dal loro incarico. E´ questo quello che Erdoğan chiama democrazia?“.
Ricordando che la Turchia non può più essere governata con le politiche e le leggi attuali, il sindaco del BDP ha dichiarato che la sua destituzione è avvenuta dopo l´annuncio dei risultati della più recente indagine del governo AKP a Siirt: dall´80 all´86% degli intervistati ha affermato l´intenzione di votare per il BDP nelle elezioni locali.  
Sadak ha notato che i rappresentanti ed il responsabile locale dell´AKP hanno impedito alla Municipalità del BDP di Siirt di lavorare adeguatamente e in un clima sereno in città.
Sadak ha anche sottolineato che il BDP continuerà a schierarsi con la popolazione kurda in qualsiasi circostanza.  
ANF NEWS AGENCY

giovedì 2 agosto 2012

Il Munzur Festival invita la popolazione all´unità

29 Luglio 2012
Prima si trattava delle politiche di evacuazione dei villaggi, adesso dell´assimilazione: il governo cerca ancora di distruggere il nostro patrimonio, afferma il presidente del BDP di Dersim 

A Dersim si è tenuta una conferenza durante il dodicesimo Festival della Cultura e della Natura. Il presidente provinciale del BDP di Dersim Şerafettin Halis ha affermato che “il governo turco sta cercando di distruggere da millenni il nostro centro religioso e la nostra terra a causa della tradizione d´opposizione della gente di Dersim”. Halis ha aggiunto che “se una società perde la fede, non può proteggersi dalla distruzione”. 

Anche il rappresentante dell´Associazione per i Diritti Umani Barış Yıldırım ha partecipato alla conferenza.

Şerafettin Halis ha dichiarato che nel passato il governo ha massacrato ed esiliato la popolazione ma oggi “vuole costruire dighe sulle nostre terre e la gente di Dersim si sta opponendo a queste politiche”. Lo scopo delle dighe è “distruggere la nostra cultura e la nostra storia”. 

Halis ha anche sottolineato che "è molto importante studiare il kurdo” ed ha suggerito alle persone di parlare la loro lingua madre nelle strade e in casa, preservando così il lavoro effettuato sulla lingua. 

La presidentessa del Foro degli Avvocati di Dersim Fatma Kalsen ha dichiarato che "ci troviamo di fronte al pericolo reale della distruzione. Negli anni Novanta utilizzavano la politica di evacuazione dei villaggi ed ora ne usano una di enorme assimilazione contro la popolazione di Dersim; per contrastarla dobbiamo collaborare”.

ANF / DERSIM
ANF NEWS AGENCY

L'unità è ciò che conta per i curdi

28 Luglio 2012
Il Partito dell´Unione Democratica (PYD) controlla le zone kurde sottratte alle forze del presidente Bashar al-Assad

A seguito della liberazione di molte città del Kurdistan siriano, Nuri Brimo, un alto funzionario del Partito Democratico Kurdo Siriano, ha dichiarato alla testata Rudaw che ciò che dovrebbe contare per i kurdi in questa fase è l´unità, in quanto l´esercito siriano, le forze di opposizione e la vicina Turchia sono contro il riconoscimento dei diritti dei kurdi in Siria.  

Brimo ha espresso le sue considerazioni a seguito delle notizie che riportavano che le forze fedeli al Partito dell´Unione Democratica controllano le zone kurde sottratte alle forze del presidente Bashar al-Assad.

"Il fatto importante è rappresentato dal controllo del Kurdistan siriano da parte dei kurdi, dopo millenni di dominazione araba in quelle zone. Adesso i kurdi sono responsabili del loro destino”, così Rudaw ha riportato le dichiarazioni di Brimo.

Brimo ha anche aggiunto: “Non siamo a favore della violenza. Siamo in grado di realizzare questa rivoluzione con un costo minimo. La popolazione kurda si è sacrificata molto durante la storia, mentre altri se ne sono avvantaggiati”. 

A causa del controllo militare del PYD in alcune zone della Siria, la Turchia ha iniziato a preoccuparsi sempre di più per l´andamento dei fatti nella regione kurda del paese. 


ANF / NEWS DESK
ANF NEWS AGENCY