sabato 28 aprile 2012

La Turchia, un paese pericoloso per i lavoratori

La Turchia è uno dei paesi più pericolosi al mondo per i lavoratori e nonostante l’impennata economica vantata dal governo dell'AKP e osannata dall'Occidente, i lavoratori continuano ad essere vittime di infortuni: 238 morti dall’inizio del 2012 e quasi 10.300 in nove anni.
2,2 milioni di lavoratori in tutto il mondo muoiono ogni anno, a seguito di un infortunio sul lavoro o a causa di una “malattia professionale”. 5000 persone al giorno, secondo l'Ufficio Internazionale del Lavoro. La Turchia si trova in cima alla lista tra i paesi europei ed è stata classificata 3 ° al mondo, secondo l'ufficio dell’ International Labour Organization (ILO).
Il 26 aprile a Istanbul, due operai sono rimasti uccisi e altri cinque feriti , in un'esplosione di una bombola di gas. Il sindaco di Istanbul ha dichiarato che la società in questione era stata chiusa per ben tre volte, ma aveva ripreso le attività, noncurante dei divieti.
Il 9 marzo, undici lavoratori sono morti in un incendio che ha distrutto la tenda che utilizzavano per trascorrere la notte, presso la sede di un importante centro commerciale di Esenyurt, a Istanbul.
Secondo i dati del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, almeno 238 lavoratori sono deceduti dall'inizio del 2012: 62 in gennaio, 42 in febbraio, 59 a marzo e 75 segnalati tra il 1° e il 26 aprile.
Il 27 aprile, il deputato del BDP Ertugrul Kurkcu, ha chiesto la creazione di una commissione parlamentare d'inchiesta per determinare le cause della recrudescenza di tali incidenti.
"Bassi salari, tempi di lavoro estenuanti che si spingono fino a 14 ore, la mancanza di sicurezza sociale, l’assenza di tutela della salute e sicurezza sul lavoro, si abbattono su più di 10 milioni di persone", ha detto l’Onorevole....I settori più colpiti sono l'edilizia, l’energia, l’industria metallurgica e il settore dei servizi……Il dipartimento non sta facendo il suo dovere, evitando di proteggere la vita dei lavoratori, al contrario, sta cercando di indebolire e sciogliere i sindacati. "La vita di un uomo non può ridursi a numeri o statistiche, nulla è più importante della vita umana."
Attualmente, le prigioni turche ospitano quaranta sindacalisti.

fonte: ActuKurde

mercoledì 25 aprile 2012

Umut, vittima della legge anti terrorismo

Ho incontrato un bambino che è cresciuto "nel bel mezzo della guerra". 
Una vittima della legge anti-terrorismo...Partecipava all'evento organizzato dal Movimento che si occupa della giustizia per i minori (CIAT) ad Ankara. 
C'era ansia sul suo viso e rabbia nella sua voce. Gli ho chiesto "Come ti chiami?". 
Lui non voleva dirmelo. Ne ho chiesto il motivo e il ragazzo mi ha detto: "Siamo stati rilasciati grazie all'emendamento siccome avevamo meno di 18 anni, poi però hanno cominciato a metterci in prigione raggiunta la maggiore età. Ecco perché non voglio dirti il ​​mio nome." Ho chiesto "Vuoi scegliere un soprannome?" e lui mi disse: "Chiamami Umut (Speranza). Non sarei in grado di vivere senza speranza. Ecco perché preferisco che mi chiami Umut". 
Un anno in carcere Umut è stato messo in carcere, dopo aver partecipato a una manifestazione organizzata per commemorare le persone imprigionate e morte nel carcere di Diyarbakir durante il colpo di Stato del 12 settembre 1980. Aveva solo 15 anni. "Stavo lasciando la manifestazione quando la polizia ha cominciato a picchiarmi." Ha detto Umut. "Quando ci hanno fatto salire sull’autobus, hanno ordinato di mettere la testa tra i sedili. Hanno iniziato a colpirci, e a picchiare chi osava alzare la testa. Poi hanno lanciato un lacrimogeno che ci ha intossicato. 
Sono stato nella sezione anti-terrorismo per 4 giorni e poi mi hanno imprigionato a Diyarbakır”. Gli chiedo "Anche tu eri esposto alla violenza in prigione?". Dice "La gente si conosce a Diyarbakir. Ecco perché i guardiani non ci toccano" e aggiunge, "Le prigioni non sono luoghi per bambini. Ci sono bimbi di nove, dieci anni." Umut pesava 72 kg quando fu imprigionato nel 2008 e al momento del rilascio avvenuto nel 2009, aveva perso 12 kg. In realtà non pensava di ritornare libero. 
Ha avuto problemi di insonnia per un lungo periodo ma sta riuscendo a ritornare alla "normalità" grazie all'aiuto di uno psicologo della Fondazione Turca per i diritti umani. Le persone normali non possono rimanere insensibili Stiamo parlando del 23 aprile, quando improvvisamente mi rendo conto che la sua voce diventa carica di rabbia. Gli chiedo "Qual è il significato del 23 aprile?" 
E lui mi risponde con la descrizione di due immagini: "Ogni 23 aprile mi vengono in mente due immagini. La prima si riferisce al lato occidentale di questo paese. La dove gli uomini di stato stanno scherzando e giocando con i bambini….. La seconda foto è l'opposto della prima...I poliziotti stanno torturando i bambini sul lato orientale del fiume Fırat. 
Ecco perché il 23 aprile non è la festa dei bambini curdi " Alcune persone li chiamano "ragazzi lancia-pietre”. Chiedo a Umut "Qual’è la rabbia celata sotto il lancio delle pietre?" e Umut mi risponde: "Da noi, almeno uno dei parenti di ogni bambino è stato ucciso o si trova in carcere. I bambini lo sanno e non possono restare insensibili. In realtà, la gente normale non può rimanere inerte di fronte a questa situazione. " Voglio diventare avvocato Poco dopo la sua scarcerazione, Umut si è diplomato al liceo. 
Stava studiando per l'esame di accesso all’università ma fu preso in custodia a soli 10 giorni dall'esame. "Dicono che stavo nascondendo qualcosa a casa" aggiunge Umut. E'stato rilasciato dopo un po’ di tempo. Ha sostenuto l'esame però non è riuscito a superarlo. Mi dice che studierà per ritentarlo nuovamente perchè il suo sogno è diventare avvocato. "Lo stato non vuole che i bambini curdi ricevano un'istruzione. Opprimono gli studenti universitari. 
Ci sono studenti che vengono messi in carcere per non aver fatto nulla di strano o per aver applaudito durante una manifestazione. Dopo aver assistito a queste ingiustizie, voglio contribuire a cambiare le cose, diventando avvocato. " Gli chiedo, "Umut, cosa vorresti disegnare con la tua mente ?" e lui mi dice: "Mi piacerebbe disegnare un mondo senza violenza e un mondo dove i bambini non stanno in prigione. Alla fine della nostra conversazione, Umut mi ricorda per l'ultima volta "Non usare il mio nome, OK? Io mi fido di te. Non voglio andare dietro le sbarre di nuovo". 
(fonte - Bianet)

Petizione per Hazankeif

E' online una petizione rivolta all'Unesco per salvare la meravigliosa Hazankeyf : Change.org

domenica 22 aprile 2012

Giornata mondiale dedicata alla terra

Sul sito de l'Institute Kurde è possibile vedere stupende immagini della valle del Munzur (zona di Dersim - Kurdistan), dichiarata Parco Nazionale dal governo turco, lo stesso che sta progettando ora una serie di dighe senza ovviamente interpellarne gli abitanti. Si pensava quindi di avviare qualche campagna di sensibilizzazione e/o di protesta.
Siamo in attesa anche di suggerimenti.

Riceviamo notizie sulla protesta in atto a Strasburgo dai nostri amici dell'Associazione Senza Paura.

Il dramma dei minori in carcere

Il minorenne T.T. che è stato incarcerato dopo aver raccontato i terribili abusi subiti nei carceri di Pozantı e nella casa circondariale Kürkçüler, è stato attaccato da un prigioniero comune mentre era ricoverato nel dipartimento di salute mentale dell’ospedale Ekrem Tok di Adana. La famiglia di T.T. , allarmata per la sicurezza del ragazzo, ha rivolto un appello per ottenerne l’immediato rilascio. T.T. è stato incarcerato il 7 marzo con l’accusa di aver preso parte a una manifestazione considerata illegale, il ragazzo in realtà è stato arrestato dopo aver rilasciato un’intervista all’agenzia DİHA in merito agli abusi subiti in carcere. La giornalista Özlem Agus che si era occupata del caso, è stata anch’essa arrestata con l’accusa di far parte di un’organizzazione illegale e di avar contribuito alla propaganda della stessa organizzazione.
Nuovi abusi ai danni di T.T.
E’ stato reso noto che T.T. ha tentato il suicidio per ben due volte. Dopo essere stato ricoverato nel reparto di psichiatria è stato percosso da un prigioniero comune il 19 marzo e il 20, l'attacco gli ha provocato una frattura al cranio. T.T. dopo aver rifiutato le terapie, aveva manifestato l'intenzione di tornare in prigione. Un soldato della gendarmeria ha ordinato ad alcuni detenuti ordinari di picchiare T.T . additandolo come “terrorista”.
I genitori del ragazzo sono molto preoccupati per la salute e la sicurezza del figlio e ne chiedono l’immediata scarcerazione. L’avvocato Tugay Bek che si sta occupando del caso, ha sottolineato che il violento attacco di cui è stato vittima il suo assistito, è la prova che il ragazzo deve essere rilaciato per poter così usufruire dei trattamenti necessari alla guarigione.

Interrogazione parlamentare in merito alle intercettazioni a cui sono sottoposti i Deputati del BDP
Il Deputato del BDP Ibrahim Rider ha presentato un'interrogazione parlamentare in relazione alle intercettazioni telefoniche a cui sono stati sottoposti i cellulari dei deputati del BDP e i telefoni degli uffici del medesimo partito.
Il 17 aprile il Ministro degli Affari interni, Idris Naim Şahin ha apertamente ammesso che i deputati del BDP erano sottoposti a intercettazioni. Il Ministro in un discorso al Parlamento ha fatto la seguente dichiarazione:"I deputati stavano parlando tra di loro in merito al Newroz, ne sono al corrente".

Tutte le attività degli avvocati di Ocalan sono considerate reati Le accuse contro i 50 avvocati del Leader del PKK Abdullah Öcalan considera tutti gli incontri e i contatti tra Öcalan e il team di suoi avvocati come attività di un’organizzazione illegale. Gli appunti di tali riunioni,che sono stati resi noti attraverso i media, vengono ritenute prove di reato.
Le 890 pagine cariche di accuse sono in gran parte composte dai dialoghi tra Öcalan e gli avvocati, che sono stati pubblicati settimanalmente dalla stampa. Le note contenute in tali appunti sono state considerate come “istruzioni” per un’organizzazione illegale. Inoltre, i colloqui tra gli avvocati dello Studio Legale Asrin sono ritenute prove di reato. Questioni ordinarie come “Chi andrà a Imrali questa settimana?” o “ il nostro collega è in ufficio?”, vengono interpretate e giudicate come “attività di un’organizzazione illegale”.


Musicista kurdo condannato a 9 anni di prigione
Diyarbakir (DİHA) - Il musicista kurdo, Seyithan Karatas, che ha tenuto un concerto nel corso di un incontro elettorale a Karayazı il 2 giugno 2011 è stato condannato a nove anni e mezzo con l'accusa di essere un membro "dell'organizzazione illegale" e per "produzione di propaganda dell'organizzazione illegale". La corte lo ha ritenuto colpevole perchè ha cantato due canzoni con le parole "kurdo" e "Kurdistan". Karatas che è già stato in carcere per nove mesi, ha sottolineato che la sentenza è ingiusta e che le parole incriminate sono pronunciate ogni giorno sul canale televisivo statale kurdo TRT6.

fonte : UIKI Onlus

giovedì 19 aprile 2012

La Turchia e l’elasticità europea sulla questione curda

Prosegue lo sciopero della fame delle quindici persone che a Strasburgo protestano da quasi due mesi per chiedere maggiori diritti per la popolazione curda in Turchia e per la libertà di Abdullah Ocalan. Sul versante interno, continua il processo al Kck, accusato di legami con i 'terroristi', e si rafforzano i timori per la sorte del Bdp.

di Luca Bellusci

Dall’inizio del 2012 sono state circa 3.200 le persone prese in custodia detentiva in Turchia, con l’accusa di appartenere a una rete terroristica che farebbe capo al Kck, organizzazione della società civile curda che comprenderebbe al suo interno anche la formazione del Pkk.
Con una media di 35 arresti al giorno, la compagine politica curda si ritrova ora a dover fare i conti con una graduale ma inesorabile decimazione di quei politici in grado di portare avanti le istanze della loro minoranza all’interno del paese, situazione che condiziona in maniera molto rilevante qualsiasi tentativo di riconciliazione nazionale.
In un recente rapporto dell’organizzazione per i diritti umani IHD si dichiara che nel 2011 sono state 12.685 le detenzioni preventive attuate nei confronti di politici, amministratori locali, giornalisti, esponenti della società civile e accademica curda.
Quasi tredicimila persone direttamente coinvolte nelle attività politiche e civili curde sono dietro le sbarre di una prigione perché aderenti a una rete civica.
Come forma di protesta, circa 400 esponenti della minoranza hanno intrapreso uno sciopero della fame in Turchia lo scorso 15 febbraio, con il fine di alimentare l’attenzione dell’opinione pubblica sulla questione e rompere un silenzio mediatico senza precedenti, anche alla luce delle recenti rivoluzioni arabe che hanno comunque concentrato l’attenzione sulla regione mediorientale.

Il digiuno che 'imbarazza' l’Unione Europea
Nella sua ultima risoluzione del 29 marzo 2012, sul rapporto 2011 relativo ai progressi compiuti dalla Turchia, il Parlamento europeo ha redatto in sessantatré punti le cosiddette ‘raccomandazioni’ con le quali comunica lo stato d’avanzamento di Ankara nel processo di adesione all’Unione Europea.
La risoluzione, suddivisa in quattro capitoli, elenca una serie di misure e provvedimenti per completare i criteri di Copenaghen, quelli cioè che illustrano al governo turco tutti gli step necessari per arrivare alla completa adesione nell’Ue.
Al punto 36 della risoluzione si affronta la questione curda in Turchia:
- (Il Parlamento Europeo) invita la Turchia a dimostrare ‘elasticità’ e a intensificare gli sforzi per una soluzione politica alla questione curda; ritiene che, in tale contesto, il diritto all'istruzione nella lingua madre sia essenziale;
- ricorda che una soluzione politica può essere costruita solo su un dibattito aperto e veramente democratico sulla questione curda ed esprime preoccupazione per il gran numero di cause avviate contro scrittori e giornalisti che si occupano della questione curda e l'arresto da parte della polizia di vari politici, sindaci eletti a livello locale e membri dei consigli comunali, nonché avvocati, dimostranti e difensori dei diritti umani curdi in relazione al processo Kck, e altre operazioni di polizia;
- esorta il governo turco a gettare le basi in modo pacifico affinché le personalità politiche di origine curda possano partecipare a un dibattito libero e pluralistico; sottolinea l'importanza di promuovere la discussione sulla questione curda in seno alle istituzioni democratiche, in particolare nella Grande assemblea nazionale turca;
A fare da contrappeso a questo ‘rimprovero istituzionale’ dell’Ue arrivano i deputati del Parlamento europeo, che prontamente lodano la posizione di Ankara rispetto alla Siria, indicandola come “fonte d'ispirazione per gli Stati arabi in fase di democratizzazione”. Una sorta di controsenso diplomatico.
Per sollecitare anche il Vecchio Continente a prendere una posizione più ferma nei confronti della Turchia, da circa cinquanta giorni a Strasburgo un gruppo di quindici persone in rappresentanza del popolo curdo ha iniziato uno sciopero della fame a oltranza.
Le gravi condizioni di salute di alcuni di loro hanno destato più di una preoccupazione e tre attivisti sono stati già ricoverati in ospedale.
L’11 aprile il Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (CPT) ha annullato un incontro a Strasburgo con la delegazione degli scioperanti, accompagnati da alcuni deputati del partito curdo Bdp, affermando di non poter affrontare questo tipo di pressione.
Il riferimento è rivolto in modo implicito alle gravi conseguenze in cui versano alcuni dei manifestanti, in sciopero della fame dal 1° marzo scorso.
L'atteggiamento di Bruxelles trova la sua ragione d’essere proprio nel titolo dell’ultima risoluzione del Parlamento, che recita: “L'interdipendenza tra l'Ue e la Turchia deve essere tutelata nel processo di riforma”.
La relazione mette in risalto il ruolo strategico della Turchia, e la volontà dell'Ue di rafforzare la cooperazione con Ankara in politica estera, di vicinato e nel campo dell'energia. Questione curda permettendo.

fonte : OsservatorioIraq

martedì 17 aprile 2012

Solidarietà agli attivisti kurdi

L'associazione SENZA PAURA esprime la propria solidarietà ai 15 attivisti che a Strasburgo portano avanti da settimane uno sciopero della fame per protestare contro la repressione che il Governo turco sta esercitando sulla società civilekurda. Solidarietà anche con le centinaia di detenuti politici che nelle carceri speciali turche portano avanti la stessa protesta esrema da settimane.
Esprimiamo profondo sdegno per l'assenza di reazioni significative da parte del Governo Italiano e della Commissione Europea nei confronti del Governo turco.
Facciamo appello a tutte le forze democratiche affinchè si schierino apertamente a fianco delle richieste di democrazia e di rispetto per i diritti umani che vengono espresse dal B.D.P (il Partito kurdo della Pace e della democrazia).
Da tempo il B.D.P. propone una modifica della Costituzione che preveda il rispetto di tutte le minoranze presenti in Turchia.La risposta del Governo turco è stata un'intensificarsi delle azioni militari con la scusa di colpire le basi del PKK e un'ondatadi migliaia di arresti tra amministratori pubblici, uomini politici, giornalisti, sindacalisti, intellettuali, studenti, donne e bambini.Il dialogo è l'unica via di uscita.
L'Europa deve fare la sua parte o rassegnarsi a scomparire nella vergogna dal panorama internazionale.
Facciamo la nostra parte!!! fate girare l'appello!!!
Paolo Palazzo
associazione "SENZA PAURA" - GENOVA

lunedì 16 aprile 2012

Oltre 12 mila persone arrestate nel 2011

L'ultimo rapporto dell’IHD rivela dati preoccupanti per quanto concerne il rispetto dei diritti umani in Turchia : 12.685 arresti, 3.252 casi di tortura e maltrattamenti nel 2011.
"Un paese che pretende di essere democratico non può tollerare un numero simile di violazioni. Il potere politico in Turchia sta costruendo uno stato di polizia. C'è un deterioramento dei diritti fondamentali che è pericolosamente aumentato rispetto agli anni precedenti ", ha dichiarato il Presidente dell’ IHD Öztürk Türkdoğan.

In occasione della presentazione del rapporto intitolato "Istituzionalizzazione dello stato di polizia. Rapporto 2011 sulle violazioni dei diritti umani", Türkdoğan ha sottolineato che " i decessi in carcere e il problema delle condizioni in cui versano i detenuti nelle prigioni di tipo F, sono peggiorati nel 2011 poiché lo Stato ha mantenuto un atteggiamento di totale indifferenza nei confronti di tali problematiche ". Türkdoğan ha fatto notare che la questione curda ha raggiunto un punto critico e ha aggiunto: " il numero dei morti è aumentato nell'ultimo anno a causa della fine dei negoziati. Entrambe le parti dovrebbero urgentemente riprendere i negoziati e lavorare per la costruzione di un percorso volto a consentire la pace ".
Il Presidente dell’IHD ha richiamato l'attenzione sulla questione delle fosse comuni, notando che ben 3.248 persone sono sepolte in 253 fosse comuni.
Tortura e maltrattamenti sono drammaticamente aumentati nel 2011, e lo stesso vale per le violazioni in merito alle libertà di pensiero e di espressione.
La situazione dei minori è drammatica con ben 2.309 bambini attualmente detenuti in carcere, inoltre il massacro di Roboski che ha causato la morte di 34 civili per lo più minorenni, è da ritenersi un'esecuzione extragiudiziale.
I dati statistici in merito alle violazioni dei diritti umani in Turchia per l'anno 2011 sono i seguenti:

ABUSO DI POTERE
57 casi di morte e 130 ferimenti risultanti da attachi condotti dalle forze di polizia
Tre persone sono rimaste uccise e 48 ferite dai guardiani di villaggio
Sedici persone sono state uccise e 12 ferite nelle regioni di confine
36 persone sono morte e 11 sono rimaste ferite in carcere
46 persone, inclusi due bambini, sono state uccise e 121 ferite in omicidi rimasti irrisolti
31 morti e 96 feriti a causa della negligenza degli agenti di polizia o del personale dell’esercito

PERSONE SOTTOPOSTE A VIOLENZA
Esponenti di Partiti politici, dirigenti sindacali e organizzazioni della società civile: 65 feriti
Giornalisti: 2 feriti
Insegnanti, Accademici: 4 feriti
Studenti: 1 morto, 43 feriti
Funzionari pubblici: 1 ferito
Operai: 3 morti, 34 feriti
Altro: 35 morti, 76 feriti

SCONTRI ARMATI
Soldati, agenti di polizia e guardiani di villaggio: 154 morti, 285 feriti
Guerriglieri: 184 morti, 19 feriti
13 persone, inclusi 5 bambini, sono morti e 63 persone, inclusi 25 bambini, sono rimaste ferite a causa dell'esplosione di mine anti uomo e della deflagrazione di altri ordigni

MORTI SOSPETTE
55 persone hanno perso la vita, inclusi 2 minorenni

DELITTI D'ONORE
11 persone (1 bambino, 9 donne e 1 uomo) decedute, 5 persone (1 bambino, 4 donne) sono rimaste ferite

VIOLAZIONI AI DANNI DELLE DONNE
Suicidi: 56 morti, 20 ferimenti
Donne vittime di violenza domestica: 117 morte, 117 feriti
Violenza, abuso e stupro ai danni di donne in luoghi pubblici: 2 morti, 176 feriti
Donne costrette alla prostituzione: 9

VIOLAZIONE DEI DIRITTI DEI MINORI

Suicidi: 30 morti, 17 feriti
Bambini vittime di violenza: 158
Violenza, abuso e stupro di bambini in luoghi pubblici: 33 morti, 2 feriti
Bambini costretti alla prostituzione: 14

TORTURE E MALTRATTAMENTI
Casi di tortura e maltrattamenti in stato di fermo e durante la detenzione: 310
Casi di torture e maltrattamenti al di fuori dei luoghi di detenzione: 517
Casi di tortura e maltrattamento da parte dei guardiani di villaggio: 15
Casi di tortura e maltrattamento in carcere: 1 morto, 724 feriti
Casi di minacce da parte delle forze di polizia: 102
Casi di ferimento a seguito di un intervento della polizia in manifestazioni pubbliche: 1425
Casi di esposizione a torture e maltrattamenti da parte delle forze speciali di sicurezza: 58
Casi di violenza nelle scuole: 119

VIOLAZIONI DELLA LIBERTÀ
12,685 persone prese in custodia
2.922 persone arrestate
4.400 rifugiati e immigrati presi in custodia
14 rifugiati e immigrati hanno perso la vita

(fonti IHD e Firat news)

Più di 22.600 libri proibiti in Turchia

Le autorità turche hanno vietato più di 22.600 libri in 60 anni, secondo una recente dichiarazione fatta dal ministro degli Interni. A seguito di tali provvedimenti migliaia di persone si trovano attualmente in carcere per aver espresso le loro opinioni.
La lista dei testi proibiti include: "The Fall of Paris" di Ilya Ehrenburg, un libro di Clara Zetkin sulle donne, "Il Manifesto del Partito Comunista", "l'alfabeto socialista", ma ovviamente anche libri di scrittori turchi e curdi, come Nazim Hikmet, Aziz Nesin, e Ismail Musa Anter Besikci.
Il "Mem-u Zin”, scritto nel 17 ° secolo da Exmedê XANI, scrittore e poeta curdo, è incluso tra i titoli dei libri censurati.

Oltre 6.500 siti bloccati nel 2011
Secondo l'ultimo rapporto dell'IHD, dal titolo "l'istituzionalizzazione dello stato di polizia", 11,994 persone hanno subito un processo nel 2010 per "propaganda di organizzazioni terroristiche” a seguito dell’applicazione della TMK. L’IHD sostiene che nel 2011 sono stati bloccati 6,504 siti Internet , nello stesso anno la situazione della libertà di espressione e di stampa è notevolmente peggiorata.

Molte pubblicazioni vietate
Secondo Bianet, sette quotidiani sono stati confiscati 11 volte e nove magazine 16 volte, mentre nove manifesti, due banner e tre libri sono stati vietati o confiscati e un libro è stato oggetto di indagine.

Avvertimenti ai media
Inoltre, le Autorità hanno ammonito 33 canali televisivi 41 volte e 3 volte una radio. Il RTÜK ha prodotto 383 avvisi contro 480 canali TV e 20 stazioni radio e ha provocato la sospensione di 27 programmi.
La polizia ha fatto irruzione in ben sedici sedi dei media in Turchia , nel corso dell'anno 2011, sempre secondo l’IHD.

Giornalisti incarcerati
La Turchia rimane anche la più grande prigione del mondo per i giornalisti. Secondo il supporto della piattaforma dei giornalisti incarcerati (TGDP), 91 giornalisti, per lo più curdi, tra cui 18 caporedattori e responsabili sono attualmente dietro le sbarre.
(fonte Nuce tv e actukurde)

lunedì 9 aprile 2012

La lingua kurda è "prova di reato penale".

Conoscere la lingua kurda e avere una conoscenza di poesie kurde è stato considerato come prova penale da parte del pubblico ministero nel processo KCK. Le lezioni impartite dall'avvocato kurdo Gönül Erdem sono state registrate come prova penale nell'atto di accusa al processo KCK a Istanbul. Il procuratore ha anche fatto valutazioni molto interessanti circa la poesia kurda e i libri di grammatica che si trovavano nella casa dell'avvocato Gönül Erdem, arrestato nell'ambito delle operazioni KCK. Il procuratore ha detto: "Resta inteso che gli sforzi fatti dall'indagato per apprendere il kurdo e la sua formazione kurda non possono essere spiegati solo con il suo interesse per l'apprendimento di una lingua. In considerazione delle prove penali, si vede che il sospettato ha svolto un ruolo nell'organizzazione terroristica e le dichiarazioni da lui fatte durante alcuni incontri clandestini rivelano il suo impegno per l'affermazione della organizzazione terroristica".
fonte: ANF ​​/ ISTANBUL

lunedì 2 aprile 2012

Cinque detenuti in sciopero della fame versano in gravi condizioni

Cinque detenuti del Carcere Osmaniye che hanno iniziato uno sciopero della fame a tempo indeterminato da 37 giorni, stanno rischiando la vita a causa del deperimento fisico. Le famiglie dei detenuti si sono rivolti all' Human Rights Association (IHD) di Mersin dichiarando che i prigionieri sono sottoposti ad aggressioni. Le famiglie hanno detto che sia il Ministero della Giustizia sia l'amministrazione carceraria saranno ritenuti responsabile per eventuali casi di decesso dei prigionieri.
I trenta prigionieri hanno incominciato lo sciopero della fame per protestare contro il trattamento disumano e antidemocratico a cui sono sottoposti nel carcere di Osmaniye. Alcuni funzionari del Ministero della Giustizia così come i deputati del BDP e del CHP, avevano partecipato a una delegazione al fine di verificare le condizione di vita nella prigione. Tuttavia, i loro rapporti non hanno portato a nessun sostanziale cambiamento. "Le guardie carcerarie hanno minacciato i prigionieri dopo la visita della delegazione, comunicando alle vittime che le torture sarebbero continuate. I nostri figli che sono in sciopero della fame da 37 giorni, rischiano di morire, a meno che il direttore del carcere non venga rimosso dal suo incarico. La madre del detenuto Hazal Abo, ha riportato che il responsabile in questione, ha predisposto un gruppo di agenti preposto a infierire sui prigionieri già indeboliti a causa dello sciopero della fame.
La moglie di Mustafa Ilgen ha dichiarato che nonostante suo marito non sia in grado di alzarsi in piedi, il direttore del carcere gli ha imposto di mettersi in posizione eretta per essere censito. Alcune famiglie dei prigionieri hanno presentato diverse denunce penali nei confronti del direttore ma non è stata aperta ancora alcuna inchiesta a suo carico.
font: Anf, Dersim

Turchia: record di arresti per motivi politici nel mese di marzo

Il regime turco ha arrestato oltre 1.360 persone, con il falso pretesto della lotta contro il "terrorismo" ma con lo scopo reale di sopprimere ogni forma di dissenso.Questi dati allarmanti riconfermano la tesi che porta questo paese ai massimi vertici mondiali per numero di arresti.
Mentre il primo ministro turco continua a denunciare la repressione del regime siriano invitando il popolo ad ascoltare i suoi proseliti, una campagna di arresti senza precedenti si è abbattuta contro i curdi e tutti gli oppositori del regime attualmente al potere in Turchia. Il numero delle persone attualmente detenute è salito a più di 140.000, contro le circa 60.000 risalenti al 2002 e molti di loro non hanno ancora subito un processo.
Secondo una valutazione effettuata dall’agenzia Firat e da ActuKurde, l’AKP, il partito al governo dal 2002, ha arrestato 1.366 persone durante il mese di marzo e quasi tutti i detenuti sono curdi.
Arresti in massa di sindacalisti e studenti
Marzo è stato caratterizzato dai veti imposti alle celebrazioni del Capodanno curdo organizzato dal principale partito curdo BDP tra il 18 e il 21 marzo, e le manifestazioni del 28 e 29 marzo, a Ankara ideate dal KESK, contro la recente riforma dell'istruzione. La polizia ha reagito in modo brutale contro i curdi e i sindacalisti, arrestando centinaia di persone. Anche gli studenti sono stati sottoposti ad arresti di massa. Ricordiamo che oltre 600 studenti si trovano nelle carceri di massima sicurezza turche.
Durante le celebrazioni del Newroz, la polizia ha effettuato 689 arresti in quattro giorni, intervenendo violentemente contro le centinaia di migliaia di persone che hanno coraggiosamente sfidato i divieti. Un membro del partito curdo BDP è stato ucciso il 18 marzo a Istanbul e tre deputati BPD sono stati feriti dalla polizia a Istanbul, Mersin e Batman.
Tra gli arrestati si segnalano 111 sindacalisti, quasi 100 studenti, oltre 100 bambini, tra cui 48 fermati il 20 marzo a Batman, politici del BDP e giornalisti curdi.
3.216 arresti in tre mesi
Dagli inizi del 2012 ad oggi, il numero di arresti per motivi politici ha raggiunto quota 3216, con una media di 35 arresti al giorno.
Secondo un rapporto del TIHV in merito alle violazioni dei diritti umani commesse nel mese di febbraio, 963 persone sono state poste in stato di detenzione e 168 di loro sono stati incarcerati.
Secondo un rapporto di ActuKurde e delle agenzie di stampa Dicle e Firat, almeno altri 887 individui sono stati posti in custodia nel mese di gennaio.
fonte: Actukurde

domenica 1 aprile 2012

Una realtà dimenticata : i villaggi abbandonati

Irfan Gurz con voce pacata, senza risentimento né animosità ci racconta la sua storia, simile a moltissime altre.
Ecco le sue parole:
“L'essere giunti oggi a una condizione per cui, in televisione e negli articoli di giornale, si possa discutere di argomenti che un tempo mettevano paura persino a nominarli e che erano consideratireato, è un gran bel progresso. Purtroppo, assieme a ciò, nessuno fa riferimento alle cause di certi argomenti...
Il giorno 5 Ottobre del 1994 sono stato cacciato con la forza dal villaggio di Buzlutepe, del distretto
di Ovacık, nella provincia di Tunceli. Le nostre case sono state svuotate, la roba da una parte, i bambini da un'altra, gli animali da un'altra ancora; abbiamo vissuto il nostro giorno del giudizio. Qui non voglio trattare della dimensione drammatica e traumatica di ciò che abbiamo vissuto.
Quello che mi preoccupa oggi è quando potremo ritornare ai nostri villaggi. Dopo aver vissuto 17anni di esilio, per la prima volta nell'estate del 2010, sono potuto andare per qualche ora a vedere il mio villaggio. Nell'estate dell'anno successivo, abbiamo potuto rimanere nel nostro villaggio per due mesi nella misura in cui alloggiavamo nei pascoli. Dopo essere stato cacciato dal mio villaggio io non sono mai riuscito a ricrearmi una nuova vita in città. La ragione di ciò, oltre all'attesa del giorno in cui sarei potuto ritornare al mio villaggio, è questa: la gente che vive in città in che misura può mai crearsi una vita? 
Mentre da un lato sta la dura verità che dice che nel nostro paese ci sono milioni di giovani disoccupati, io e le migliaia di persone come me che sono state cacciate dai villaggi dove possono lavorare? Per di più, gli studi sociologici che diversi accademici hanno compiuto su questo argomento sono alla luce del giorno: coloro che emigrano dai villaggi alle città in cerca di lavoro o che come noi sono stati fatti emigrare a forza, come risultato della disoccupazione, della povertà e dello spiazzamento culturale, non potendo raggiungere uno stile di
vita adatto alla città, divengono un fattore importante nelle percentuali dei crimini.
Io voglio tornare al mio villaggio, produrre e vivere sul mio pezzo di terra, voglio friggere nel mio olio. Oggi come oggi non c'è nessun ostacolo legale al ritorno al villaggio. Allo stesso tempo, lo stato non ci offre una soluzione. Ci si dice: “Andate e stabilitevi nel vostro villaggio”. Purtroppo però io non posseggo la forza economica che mi consenta di tornare al villaggio e rifondare lì una vita. Senza dire che io non mi sono separato dal villaggio per piacere. Sono stato cacciato a forza dallo stato. A questo proposito lo stato ha prodotto la legge numero 5333 che comincia “Per far sì che non rimangano vittima del terrorismo...”, dando il via a un serie di pagamenti a coloro che, cacciati dal proprio villaggio, avevano un possedimento catastale: il risarcimento viene pagato in base alla quota catastale. (E di questa legge si è avvalsa gente che aveva abbandonato il villaggio 50 anni fa e addirittura gente il cui villaggio non è mai stato evacuato). Grazie a questa legge il denaro che mi spetta è 24 mila lire turche (Pari a circa 10.000 euro). Ovviamente io non ho accettato questo denaro e ho fatto ricorso. E non penso minimamente di prendere questo denaro. Ora vi chiedo: per
una persona che è stata cacciata da casa sua, costretta a vendere il suo bestiame per niente, costretta a vivere per 17 anni in esilio in un'altra città, può essere questo denaro un risarcimento alle perdite non solo economiche, ma anche, ancora più importanti, a quelle morali? Con questi soldi voi riuscireste a costruire una casa al villaggio? 
Per di più, al villaggio non c'è acqua, non c'è elettricità, non c'è la strada! Queste cose devo farle io con 24 mila lire oppure spettano allo stato? Io non voglio soldi dallo stato. Questi soldi rimangano nelle sue mani, a me basta che la mia vita al villaggio venga ricostruita. Su questo argomento i questori dello stato dicono “Potete stabilirvi al villaggio, non c'è nessun tipo di impedimento legale, anzi vi sosteniamo attraverso vari progetti”, presunti tali (come Köydes, Kdrp, Sodes e simili progetti istituzionali); ma quando la questione
arriva al punto di dover costruire le infrastrutture non ci danno più alcun sostegno, e, con tutta una serie di ragioni, e senza mai disconoscere la ragionevolezza della nostra richiesta, in maniera molto educata, si girano dall'altra parte. Riguardanti questo argomento si possono trovare centinaia di petizioni da me presentate dal 1995 a oggi alla questura di Tunceli, al Ministero degli Interni, alla Questura di Ovacık, al Direttorato per l'Agricoltura di Tunceli, all'amministrazione di Tunceli. Ancora lo scorso anno, nell'incontro che ho avuto con il questore di Ovacık, mi si è detto che loro mi sarebbero stati d'aiuto nella costruzione della casa, ma che io dovevo far richiesta per l'acqua e l'elettricità agli enti competenti. Solo che per l'installazione dell'elettricità l'ente competente vuole che io possieda una casa al villaggio e solo con l'autorizzazione che ne deriva posso fare richiesta. Il succo che sono riuscito a spremere da tutto ciò è che lo stato non vuole che noi torniamo ai nostri villaggi.
Oggi io voglio chiedere un favore a tutti i politici, gli intellettuali, gli scrittori, i pensatori del nostro paese: per favore qualcuno di voi porti all'ordine del giorno questo argomento. Nel 1994 a Tunceli la gente è stata evacuata con la forza dai propri villaggi. La gente ha vissuto drammi, pene e ingiustizie bastanti per scrivere un romanzo a testa. E oramai tanta gente come me, vuole poter tornare a vivere nei villaggi. Prego che qualcuno porti l'argomento all'ordine del giorno e che si trovi una soluzione.”
(ringraziamo Francesco per al traduzione)
Mazgirt Belediyesi

La polizia attacca la manifestazione organizzata dal Kesk.

La polizia ha violentemente attaccato il sit-in dei membri del KESK a Kizilay (Ankara) con bombe a gas e cannoni ad acqua. Gli scontri tra la polizia e i manifestanti sono continuati per ore.
I membri del KESK avevano organizzato una manifestazione di protesta ad Ankara contro il nuovo disegno di legge. Hanno trascorso la notte a Kizilay dopo che il Governatore di Ankara il 28 marzo aveva negato il permesso relativo alla lettura del comunicato stampa in merito al progetto di legge contestato.
Il duro intervento della polizia contro i manifestanti è arrivato dopo che i membri del KESK avevano iniziato una marcia. La manifestazione è stata sostenuta anche dalle organizzazioni democratiche così come dalle organizzazioni socialiste e dai partiti.

Video
 
I curdi non possono firmare la petizione
Il Governatore di Diyarbakir ha vietato la campagna di raccolta firme
inerente alle quattro richieste fondamentali dei curdi in vista della nuova costituzione.
Il governatore ha detto che i quattro punti relativi allo status politico, l'istruzione nella lingua madre, la libertà di organizzazione e il riconoscimento dell’identità, sono contro la Costituzione.
Il DTK e il BDP avevano precedentemente concordato le quattro richieste e successivamente lanciato a la raccolta firme durante le celebrazioni Newroz.
Oggi l' HAKPAR non è stato autorizzato ad aprire la cabina allestita a Diyarbakir. La decisione del Governatore ha suscitato numerose proteste e come è stato scritto nel comunicato emesso in risposta a tale provvedimento, si sottolinea che i curdi non demorderanno e continueranno a lottare per le quattro richieste.
fonte: Diha

Sempre più bambini denunciano gli stupri subiti nel carcere di Pozanti

Un prigioniero minorenne recentemente uscito dal carcere di Pozantı si è rivolto all’IHD di Mersin per denunciare lo stupro subito nel carcere.
Nella testimonianza rilasciata all’ IHD, il bambino (Ş.T), ha riportato gli abusi che hanno visto come vittime lui e altri detenuti di Pozantı. Le dichiarazioni di Ş.T. hanno fatto emergere nuovi motivi d'allarme in merito agli stupri, torture e maltrattamenti contro i bambini detenuti nelle carceri turche.
Dopo essere stato arrestato il 18 ottobre 2011 con l’accusa di aver partecipato a una manifestazione nel quartiere Akdeniz di Mersin, Ş.T. è stato portato nel carcere di Mersin, per poi essere trasferito nel carcere minorile di Pozantı.
Dopo essere stato scarcerato, Ş.T. ha detto all’IHD di essere stato costretto a baciare una bandiera turca. Il ragazzino ha inoltre ammesso di essere stato picchiato dai soldati della prigione. Ş.T. ha osservato che i bambini in carcere sono trattati come terroristi e sottoposti allo stupro.
255 bambini del carcere Pozantı sono stati recentemente trasferiti presso il carcere di Sincan (Ankara), dopo la rivelazione in merito agli abusi sessuali. Rasit Kutlu, padre di una delle vittime, dopo aver fatto visita al figlio, ha rilasciato la seguente dichiarazione: "Mio figlio MK mi ha detto che non gli era stato dato alcun cibo. Ha testimoniato di essere stato insultato dai soldati e offeso durante tutto il viaggio verso la prigione di Ankara ".

fonte: Firat News