mercoledì 23 dicembre 2015

Un progetto di solidarietà attiva: Bimbi di Kobane

SOSTIENI A DISTANZA GLI ORFANI DI CHI COMBATTE L'ISIS
Tre associazioni curde lanciano un progetto di sostegno a distanza dei 174 bambini rimasti orfani durante l'assedio di Kobane. 30 euro al mese per garantire loro una vita dignitosa e una possibilità di futuro. Tutte le info su www.bimbidikobane.com
Kobane non è solo una città. Kobane è un simbolo di libertà e determinazione. Kobane è la speranza concreta che in un Medio Oriente stretto tra ISIS e guerra sia possibile costruire un futuro di pace, convivenza e uguaglianza. Nel luglio 2014 i miliziani del cosiddetto Stato Islamico hanno attaccato Kobane con l’obiettivo di conquistare e sottomettere la città. Morte e distruzione hanno invaso le case, i campi e le costruzioni del Rojava, la regione autonoma del Nord della Siria dove da tre anni si sperimenta un progetto di democrazia radicale. 
Dopo lunghi mesi di assedio, però, le Unità di Autodifesa del Popolo femminili (YPJ) e maschili (YPG) hanno respinto l’attacco jiahdista, mettendo in fuga le truppe dell’ISIS. Il 26 gennaio 2015 Kobane è stata finalmente liberata! 
L’assedio di Kobane si è lasciato dietro una scia di oltre 2.000 morti e di più di 400.000 sfollati. Di questi, oltre 250.000 sono già rientrati. Il territorio di Kobane, però, è ancora devastato. Oggi, la nuova grande sfida è la ricostruzione della città. Dei suoi edifici, ma anche dei rapporti sociali che la animavano, di condizioni di vita dignitose e delle possibilità di avere un futuro. 
A Kobane, 174 bambini hanno perso i genitori, morti in prima linea combattendo l’ISIS. La comunità locale sta già progettando la costruzione di un centro polifunzionale dove accogliere e accudire in forma collettiva questi orfani, garantendo loro un tetto, la possibilità di studiare e le cure mediche necessarie. Questo progetto, però, ha costi alti e tempi molto lunghi. Nel frattempo, questi bambini hanno bisogno dell’aiuto di tutti noi. 
Il sostegno a distanza è uno strumento per aiutare concretamente chi ha sofferto la guerra e la perdita dei genitori. Ed è anche un modo per esprimere una solidarietà attiva alla resistenza di Kobane e al progetto di autonomia democratica che i suoi cittadini stanno mettendo in pratica. Il sostegno a distanza ha l’obiettivo di garantire una vita degna ai bimbi di Kobane e di dare loro la speranza di un futuro sereno, entrando nelle case come amici e costruttori di pace, per superare le barriere dell’indifferenza e gettare le basi di una nuova società solidale. 
L’impegno richiesto è il versamento di 30 euro mensili per ciascun bambino. 
Le associazioni promotrici – dall’Italia: UIKI Onlus (Ufficio di Informazione del Kurdistan in Italia); dal Rojava: SARA: Associazione Contro la Violenza sulle Donne; da Kobane: Associazione dei Familiari dei Martiri – si rendono garanti del progetto, favorendo i contatti diretti tra chi aiuta e chi è aiutato. "Bimbi di Kobane" si inserisce nell'ambito dei progetti per la ricostruzione della città definiti dal Kobane Reconstruct Board (more info: www.helpkobane.com). 
Per maggiori informazioni. 

domenica 6 dicembre 2015

Sotto assedio

Sotto assedio: il Kurdistan turco tra bombe, censure e resistenza curda.
I coprifuoco imposti dal governo turco nelle città curde come Silvan, Nusaybin, Cizre; le bombe e i missili sulle città; le storie degli abitanti impossibilitati a uscire dai quartieri anche per 12 giorni consecutivi, con scuole e ospedali chiusi; le sparatorie quotidiane a Diyarbakir tra esercito turco e resistenza curda in cui rimangono uccisi decine di civili. 
Cosa sta accadendo nel Kurdistan turco? 
Stefania Battistini insieme a Ivan Grozny 'Compasso' ha cercato di raccontare come vive la popolazione civile in queste città sotto assedio. Di dare spazio a quello che viene censurato in Turchia: a Silvan, al giornalista di Ozugur Gun Tv la polizia ha puntato la pistola alla testa mentre cercava di fare il suo lavoro; a Istanbul rischiano l’ergastolo, accusati di spionaggio, il direttore del quotidiano di opposizione “Cumhuriyet”, Can Dündar e il suo caporedattore Gül per aver pubblicato un’inchiesta su un passaggio di armi dalla Turchia alla Siria con la scorta dei servizi segreti turchi. 
Un modo per dare spazio al loro appello all’Europa: “sulla libertà di stampa e sulla violazione dei diritti umani in Turchia, non chiudete gli occhi”. Il reportage di Tv7 :