sabato 30 aprile 2011

Arresti di massa in Kurdistan

Oltre 800 persone sono state arrestate dal 19 aprile 2011, quando l'Alta Corte per le Elezioni (YSK) decise di ecludere 7 candidati indipendenti del BDP. Due persone hanno perso la vita e 880 sono state prese in custodia. Il 20 aprile lo studente Ibrahim Orucè stato colpito a morte dalla polizia durante le manifestazioni contro la decisione di veto del YSK. Il 27 aprile durante una manifestazione per la morte dello studente, un'uomo di 60 anni, Kazım Seker è morto per un attacco di cuore a causa dei lacrimogeni sparati dalla polizia. 308 persone sono state ferite. Di questi, 299 sono manifestanti e 9 di loro sono membri delle forze di sicurezza. Otto persone sono state ferite da proiettili sparati dalla polizia e gendarmeria, quattro bambini sono stati feriti da proiettili di plastica, 251 persone sono state attaccate dalla polizia con manganelli, pugni e calci di fucile.
Le forze di sicurezza hanno attaccato per 28 volte le tende per la soluzione democratica.
Fonte IHD İnsan Hakları Derneği (Associazione per i diritti umani)

mercoledì 27 aprile 2011

Un esercito di parabole

Roj tv è la voce del popolo curdo, una nazione divisa in terra ma riunita via etere. Gli studi di Roj tv sono in Belgio e la sua licenza di trasmissione è danese. Roj tv è accusata dalla Turchia di essere portavoce del PKK e rischia di perdere la licenza di trasmettere. Attraverso la vita quotidiana di 3 donne, vedremo come alla salvaguardia dell'identità kurda si affianchi lo sforzo di rinnovare questa stessa identità dall'interno. In un mondo in cui avere una propria voce è spesso l'unico modo di affermare la propria esistenza, a chi spetta il diritto di decidere chi può parlare e chi no?
"Un esercito di parabole" ci porterà dentro agli studi di Roj tv, alla ricerca della differenza fra libertà d'espressione e propaganda.

25 aprile in Kurdistan

... testo in francese...

Lundi 25 avril au matin, les forces de sécurité turques ont procédé à 35 nouvelles arrestations et mises en garde à vue : il s’agit essentiellement des membres du BDP, notamment son président local ainsi que les présidents de section, mais également d’élus locaux (dont deux adjoints au maire).
Ces arrestations interviennent dans un contexte extrêmement tendu, les tentes pour la Paix et la Démocratie étant attaquées quotidiennement pour la police. Hakkari [1] détient désormais un triste record : 500 personnes incarcérées pour motifs politiques dans le cadre de l’opération qui vise à affaiblir le BDP ainsi que les mouvements de la société civile qui le soutiennent depuis maintenant deux ans.

Immédiatement après cette rafle, la population a organisé une manifestation monstre (20 000 participants pour une population de 58 000 personnes) avec la volonté de se diriger vers la frontière. Empruntant l’unique route qui mène de la ville à la vallée, la population a été arrêtée au point de contrôle fortifié du Zap, 8 kilomètres plus bas, et a dû rebrousser chemin.

Aujourd’hui 26 avril, tous les commerces étaient fermés en signe de protestation. Ceux de Sirnak, Yüksekova, Cukurca, Semdinli l’étaient aussi par solidarité, ces villes étant également très durement touchées par les opérations d’intimidation et de répression.

Vers 14h, des groupes de jeunes et d’enfants ont dressé des barricades, notamment sur l’unique grand’route de la ville, et ont affronté les forces anti-émeutes jusqu’à ce que les blindés légers et auto-mitrailleuses de la police reprennent partiellement et temporairement le contrôle de la rue.

L’on doit noter le soutien exprimé par la population à ses enfants... tellement excédée par l’ampleur de l’acharnement du pouvoir contre la ville : depuis 10 jours Hakkari est en révolte quotidienne. Dans toutes les rues gisent des débris des affrontements, en particulier des grenades lacrymogènes : la quantité de ces armes qui a été employée est telle que l’air est saturé de gaz en permanence, y compris dans la ville haute alors que les affrontements se concentrent plutôt dans les quartiers bas.

Malgré la violence d’Etat, la pénurie, l’encerclement (plusieurs milliers de soldats, gendarmes, policiers et paramilitaires occupent 8 casernes tout autour de la ville), l’enfermement (une seule route sévèrement contrôlée), Hakkari continue et continuera à résister.

[1] Hakkari (en kurde : Colemêrg ) est la ville préfecture de la région frontalière avec l’Iran et l’Irak : elle est située à 1800 m d’altitude et entourée de sommets qui culminent jusqu’à près de 4.000 mètres.

venerdì 15 aprile 2011

Restiamo umani


E’ difficile restare umani in questo momento, con la morte nel cuore, ma bisogna riuscirci, sempre, o anche il tuo sacrificio sarà stato vano. Riposa in pace,Vik !!

CIAO VITTORIO ! NOI RESTIAMO UMANI

Vittorio aveva uno speciale feeling con Genova, con le associazioni genovesi che fortemente impegnate a favore del popolo palestinese, che sostengono i gruppi e i movimenti che lavorano per costruire incontri di pace fra palestinesi ed israeliani.
Quante volte l’ho visto ed ascoltato su You Tube: quel volto sempre sereno!
Al tempo della guerra scatenata dal governo d’Israele detta “Piombo fuso “ ho visitato spesso il suo blog per avere informazioni dirette e condividere emozioni, sentimenti e passioni; un blog accattivante e sempre aperto alla speranza.
In quei giorni , Vittorio, assieme ai palestinesi ha subito i terroristici bombardamenti su Gaza ( dall’uranio impoverito ad altre armi letali, vietate dalle convenzioni internazionali) durante l’aggressione israeliana “ piombo fuso : 27.12.2008/18.1.2009 “ costata la vita a 1400 palestinesi, con migliaia di persone invalide e con malattie croniche.
Durante l’avventura della Freedom Flottiglia eravamo riusciti più volte a metterci in contatto diretto con lui mentre si sviluppava una tre giorni sulla realtà palestinese e le lotte nonviolente da sviluppare, compreso il boicottaggio nei confronti dei prodotti israeliani; un’iniziativa tesa a smuovere le coscienze di un po’ di gente.
Genova, per Vittorio, era anche la Genova del G8, era Carlo Giuliani, l’affetto per i genitori di Carlo, la vicinanza con il Comitato Piazza Carlo Giuliani; questa vicinanza mi ha offerto la felice occasione di conoscerlo da vicino.
Il pomeriggio di venerdì 20 novembre 2009 è stato con noi in Piazza Alimonda ( anzi Piazza Carlo Giuliani ) per fare memoria di Carlo, dei molti Carli che, in tante parti del mondo, vengono assassinati a causa della giustizia.
Il giorno successivo ,nella sede del Comitato, Vittorio ci ha proiettato alcune delle riprese fatte da lui sulla vita dei palestinesi a Gaza, sulle brutalità commesse dai soldati israeliani nei confronti di donne, bambini, bambine , persone anziane.
Sappiamo che le sue cronache passate sui media occidentali , hanno fatto conoscere al mondo l’orrore e il cinismo della guerra israeliana , poi condannata dall’ONU con il “rapporto Goldstone” .
Mi colpiva la sua vibrante narrazione di tanti fatti drammatici, quella sua capacità di trasmettere il calore del fuoco, delle bombe, degli assassini ma anche il calore della solidarietà, dei sentimenti di amicizia. Le sue parole, il suo tono, le modulazioni della sua voce non trasmettevano mai odio, vendetta , disprezzo, ma l’energia positiva che ti spinge ad osare oltre il cerchio della violenza.
Chiunque sia stato a volere l’assassinio di Vittorio, volontario dell’ISM scomodo a coloro che in quelle terre lavorano per impedire una possibile convivenza fra israeliani e palestinesi, non l’ avrà vinto; la forza della solidarietà sopravanza la disumanità di coloro che ammazzano i corpi ma non possono ammazzare le idee, quelle idee di Vittorio così cariche di un futuro migliore, nonostante tutto.
Grazie, Vittorio, grazie per la giovinezza che ci hai donato.           Peppino Coscione

Gaza: intervista a Vittorio Arrigoni

domenica 10 aprile 2011

Candidati kurdi al Parlamento turco

Il BDP ha annunciato i 61 candidati che sosterra'.
Il Partito della Pace e della Democrazia (BDP, ha annunciato in una conferenza stampa a Diyarbakir i nomi dei 61 candidati indipendenti che sosterra' nel contesto delle elezioni generali del 12 Giugno.
Lo slogan scelto dal partito e'"Lavoro, Democrazia Liberta'". I nomi dei candidati sono stati annunciati al Centro Culturale Cegerxwin.Tra i nomi del BDP il co-presidente Selahattin Demirtaş ad Hakkari, il co-presidente del DTK Ahmet Türk a Mardin, la co-presidente Aysel DTK Tuğluk a Van, l'ex parlamentare Leyla Zana, a Diyarbakir ed il regista Sirri Süreyya Önder a İstanbul. La BDP co-presidente Gultan Kisanak a Siirt. L'ingresso del nuovo candidato il giornalista e scrittore Ertuğru lKürkçü a Mersin. Ferhat Tunc famoso
cantante nella sua nativa Dersim.
Questa e' la lista completa dei candidati:
Adana: Murat Bozlak
Adıyaman: Veli Büyükşahin
Aydın: Mehmet Bayraktar
Ağrı: Murat Öztürk, Halil Aksoy
Ankara 2. Bölge: Sadrettin Güvener
Ankara 1. Bölge: Cercis Utaş
Antep: Akın Birdal
Ardahan: Yüksel Avşar
Antalya: İhsan Nergiz
Batman: Bengi Yıldız, Ayla Akat Ata
Balıkesir: Turan Cengiz
Bursa: Mehmet Deniz Büyük
Bingöl: İdris Bağluken
Bitlis: Hüsamettin Zenderlioğlu
Denizli: Kemal Beler
Diyarbakır: Leyla Zana, Mehmet Hatip Dicle, Emine Ayna, Nursel Aydoğan,
Altan Tan, Şerafettin Elçi
Elazığ: İsa Gürbüz
Erzurum: Sabahattin Yılmaz
Hakkari: Selahattin Demirtaş, Adil Kurt, Esat Canan
Iğdır: Pervin Buldan
İstanbul: Levent Tüzel, Sırrı Süreyya Önder, Sebahat Tuncel, Mustafa Avcı
İzmir 2. Bölge: Erdal Avcı
İzmir 1. Bölge: Mehmet Tanhan
Kars: Mülkiye Birtane
Kırşehir: Faik Karadaş
Kocaeli: Emrullah Bingöl
Konya: Hacı Mehmet Bozdağ
Mersin: Ertuğrul Kürkçü
Malatya: Gani Şavata
Manisa: Nizamettin Öztürk
Maraş: Mustafa Mamaklı
Mardin: Ahmet Türk, Gülser Yıldırım, Erol Dora
Muğla: Şehbal Şenyurt
Muş: Sırrı Sakık, Demir Çelik
Siirt: Gültan Kışanak
Osmaniye: Kamuran Bablak
Şırnak: Hasip Kaplan, Selma Irmak, Faysal Sarıyıldız
Dersim: Ferhat Tunç Yoslun
Urfa: İbrahim Binici, İbrahim Ayhan
Van: Kemal Aktaş, Özdal Üçer, Nazmi Gür, Aysel Tuğluk.
I Partiti e le organizzazioni che sostengono i candidati della coalizione "Lavoro, Democrazia Liberta'" sono i seguenti: BDP, EMEP, KADEP, EDP, SDP, Yeşiller Partisi, EHP, DİP, DSİP, İKP, İSP, Demokrasi ve Özgürlük Hareketi, İşçi Cephesi, KÖZ, Sosyalist Birlik Hareketi, Sosyalist Gelecek Parti Hareketi, Sosyalist Dayanışma Platformu, Toplumsal Özgürlük Platformu, Türkiye Gerçeği.

sabato 9 aprile 2011

Siria: nel nord scendono in piazza i curdi

Violente cariche di polizia contro le manifestazioni dell'opposizione nel sud, scontri anche alla periferia di Damasco. Nel nord scendono in piazza i curdi.
DAMASCO - E' di almeno diciassette morti il bilancio degli scontri di oggi nella città di Daraa, nel sud della Siria. Lo riferisce la tv araba Al Jazeera. Le vittime sono tutte manifestanti colpiti dalle cariche della polizia, che ha cercato di disperdere una manifestazione di protesta contro il presidente Bashar al-Assad e il suo regime. Nell'onda dell'opposizione, ora la minoranza curda torna con forza ad avanzare le sue rivendicazioni di riconoscimento e autonomia. Manifestanti curdi sono scesi in strada a Qamishli e Amuda, due cittadine al confine con Turchia e Iraq, nella ricca regione nord-orientale. Il presidente Assad aveva ieri concesso, dopo mezzo secolo, il diritto di nazionalità a decine di migliaia di curdi della regione. Ma alcuni partiti curdi non riconosciuti dalle autorità avevano giudicato insufficiente la misura e avevano appoggiato la nuova mobilitazione anti-regime indetta per oggi in tutta la Siria.

tratto da Repubblica.it

giovedì 7 aprile 2011

Sermoni in kurdo

Il leader del partito curdo per la Pace e la Democrazia (Bdp),Selahattin Demirtas, in un'intervista al quotidiano Milliyet, ha accusato gli imam turchi di essere "spie" al servizio del governo, nominati appositamente dai servizi di sicurezza, e ha perciò invitato la sua gente "a non partecipare alle preghiere con questi imam inviati in missione speciale, che lavorano per il Partito della Giustizia e dello Sviluppo" (Akp), la maggioranza attualmente al governo

Oltre ad accusare le autorità turche di imporre la "turchità" ai cittadini curdi del sud-est, servendosi proprio degli imam appositamente nominati dal governo, Demirtas ha ribadito la determinazione nel portare avanti questa campagna di disobbedienza civile, cominciata il mese scorso con la richiesta del diritto all'istruzione in lingua madre, il rilascio dei prigionieri politici, la fine delle operazioni militari e politiche contro i kurdi.

Il leader del Bdp, accusato dal premier Recep Tayyip Erdogan di usare la religione per compiere i suoi scopi separatisti, ha affermato che "le moschee non sono la casa dello stato, ma di Allah" e che le regole che le disciplinano "dovrebbero essere definite da chi le frequenta, non dallo stato", lasciando dunque i cittadini liberi di pregare nella lingua che preferiscono.

tratto da Peacereporter

Sciopero della fame

Cinquemila prigionieri in sciopero della fame per quattro richieste

DİYARBAKIR (DİHA) – 5000 prigionieri in Turchia,che sono membri del Pkk e della sua sezione iraniana il PJAK ,inizieranno due giorni di sciopero della fame per attirare l'attenzione su quattro richieste.

Facendo un comunicato a nome dei prigionieri,Deniz Kaya ha sottolineato le loro quattro richieste:

1-Educazione in madrelingua ,il riconoscimento dei diritti di organizzazione e pubblicazione,la rimozione del divieto razzista-assimilazionista sulla lingua kurda;
2-Fine del genocidio politico e militare
3-Il rilascio di tutti i prigionieri politici
4-La rimozione dello sbarramento elettorale del 10% che tiene fuori la nostra gente dalla vita politica

Kaya ha inviato i saluti dei prigionieri politici alle popolazioni kurde che hanno sfilato il 15 Febbraio,durante il Newroz,il 28 Marzo a Newala Qesaba e a Amara e ha continuato:" Come prigionieri, ci accingiamo a prendere il nostro posto accanto al popolo curdo in lotta per i loro diritti, come abbiamo fatto fino ad ora".

Lo sciopero della fame avra' inizio il 7 Aprile.

mercoledì 6 aprile 2011

Si inasprisce il conflitto in Turchia

Dall’inizio del mese di marzo, parallelamente agli attacchi della polizia in occasione delle feste e delle dimostrazioni kurde, si sono intensificate le operazioni militari in un contesto già di per se esplosivo. Attualmente, sono in corso degli spostamenti di truppe verso i confini del Kurdistan del Sud.
Ai confini  sono state rafforzate le basi militari e nel corso dei recenti attacchi alla guerriglia 14  guerriglieri hanno perso la vita.   Ed almeno in tre casi, i cadaveri dei guerriglieri   hanno subito delle  mutilazioni ( vedi http://de.indymedia.org/2011/03/303513.shtml ) e secondo testimonianze oculari, i sette guerriglieri che sono  stati catturati vivi, sono stati vittime di esecuzioni illegali.  Nei prossimi giorni ne sapremo di più. Il governo, in prossimità delle elezioni vuol far crescere la tensione.  Ciò è avvenuto in particolar modo con la repressione delle manifestazioni di “disobbedienza civile per una soluzione politica” e  con l’intensificazione delle operazioni militari  che fanno crescere la preoccupazione nella popolazione di una guerra e di attacchi prima delle elezioni del 12 giugno.

Aggressioni alla popolazione kurda ed ai suoi rappresentanti
Considerato che non vi era stato nessun passo significativo da parte governativa, il KCK aveva dichiarato concluso lo stop alle armi unilaterale proclamato sei mesi prima; tuttavia la guerriglia aveva dichiarato che si sarebbe limitata esclusivamente a rispondere alle operazioni militari e agli attacchi. Di fronte a tutto ciò, la risposta del governo è stata l’aggressione in molti casi brutale, nei confronti delle manifestazioni di disobbedienza civile,  indette dal partito pro-kurdo del BDP e dal DTK( Congresso della società democratica) a partire dal 24 marzo scorso.  Sono rimasti feriti nelle aggressioni diversi politici kurdi, sindaci, deputati e rappresentanti della società civile kurda.  Ogni giorno si viene a sapere di nuovi arresti, solo nella scorsa settimana di centinaia.  Inoltre, il sindaco della città di Baskale, esponente del BDP, è stato sollevato dall’incarico, accusato d’aver fatto propaganda per una “organizzazione illegale”. Altri membri della direzione del BDP di Yüksekova, Wan, Kızıltepe e amche di altre città sono stati tratti in arresto.  Oltre duemila tra rappresentanti politici, del sindacato, della società civile sono stati tratti in arresto. Per la parte kurda,  viene di fatto resa impossibile un’attività politica legale.

Operazioni militari ed esecuzioni illegali
Mentre l’esercito turco rafforza le sue posizioni al confine, le regioni del Sud del Kurdistan vengono continuamente bombardate. I movimenti di truppe al confino lasciano intendere di preparativi di attacchi oltre confine. 

Contemporaneamente assistiamo a grosse operazioni militari a Şırnak, Dersim, Muş, Bingöl, Hakkari, Diyarbakır e Barman. Il 14 marzo sono caduti tre guerriglieri a Sirnak e il 18 marzo 4 a Bingol.  Le unità della guerriglia attaccate, erano unicamente in posizione difensiva  e non stavano preparando nessun attacco. La guerriglia in seguito a questi attacchi mortali ha risposto con azioni di rappresaglia. Il 21 marzo sono morti 3 soldati a Sirnak, il 23 marzo sono stati feriti due poliziotti a Hasankeyf,  ed è stato dato fuoco ad un automezzo della polizia.  Secondo fonti della guerriglia, l’attacco alla polizia ad Hasankeyf è stata espressamente un’azione di rappresaglia, in risposta agli attacchi su inermi dimostranti nel corso delle manifestazioni.

Si è saputo di una notizia di scontri a Hatay il primo aprile. 7 guerriglieri hanno perso la vita nel circondario di Hassa. Secondo testimonianze oculari, sono stati catturati vivi e sul posto impiccati.  Dopo questo attacco, nella regione di Osmaniye è stato attaccato un convoglio militare. Un soldato è morto e sei sono rimasti feriti.

Artigliera ed attacchi aerei- Bombardati villaggi
L’esercito turco fa un uso massiccio di artiglieria nel territorio controllato dalla guerriglia nelle zone di Zap e Haftanin.  Non passa un giorno che non vi sia un bombardamento. Nell’ultimo anno, in seguito ai bombardamenti oltre 50mila civili sono stati costretti a lasciare la loro terra e vi sono stati gravi danni alle abitazioni  e ai terreni destinati alla coltivazione.  E,  vi sono stati anche degli attacchi aerei. Il 29 marzo scorso degli F-16 dell’aviazione turca hanno attaccato per oltre due  ore il villaggio di Ayyan e la regione del Besta. Il 31 marzo scorso, gli F-16 hanno cercato di colpire di nuovo, ma sono stati costretti a far marcia indietro dalla contraerea della guerriglia. IL 30 e il 31 marzo quei territori sono stati bombardati anche dagli elicotteri da combattimento cobra che più volte sono stati costretti dalla  contraerea della guerriglia alla ritirata.  Prima, durante e dopo gli attacchi vi sono stati incursioni dei Predator e degli Heron Drohnen.

Anche nella regione di Dersim l’esercito ha fatto uso degli elicotteri cobra. Molte terre coltivate e boschi sono andati distrutti.  E, si parla di uso di bombe al fosforo.

Nuove basi militari nella regione di Hakkari
In molti villaggi nella regione di Hakkari stanno sorgendo nuovi postazioni militari. La popolazione del posto è molto preoccupata. Inoltre nella regione di Yüksekova,  l’esercito sta prendendo posizione sulle vette dei monti per installare un sistema di telecomunicazione. ( Kurdishinfo 5-4-2011)

martedì 5 aprile 2011

Nessun impegno dei bambini a scuola

Nuovo passo nella campagna di disobbedienza: nessun impegno dei bambini a scuola.

16:17 02.04.2011
NEWSCENTRE (DİHA) – Un nuovo passo e' stato intrapreso nel contesto della campagna di disobbedienza civile accanto alle Tende della Soluzione Democratica in corso in tutta la Turchia.
Il popolo kurdo ha chiesto al governo turco di rimuovere il giuramento svolto ogni mattina nelle scuole elementari.

Secondo la lunga procedura nelle suole elementari, gli studenti devono svolgere un giuramento prima dell'inizio della giornata scolastica. Il giuramento dice:
"Io sono turco, onesto e gran lavoratore. Io sono turco, io sono retto, sto lavorando duro, il  mio principio è di difendere i minori e di rispettare gli anziani, di amare il mio paese e la mia nazione molto più di me stesso la mia legge, e di crescere e di andare avanti.

O supremo Ataturk, creatore del nostro quotidiano, io giuro che camminerò ininterrottamente sulla via che hai aperto, sull'obbiettivo che definito e sugli ideali che hai fondato. Lascia che la mia esistenza sia subordinata all'esistenza turca. Felice è colui che puo' chiamarsi turco".

Il presidente del BDP ha guidato questa campagna non permettendo alla figlia di svolgere il giuramento e lo ha annunciato.Dopo il suo annuncio la gente kurda delle tende ha chiesto la rimozione dell'obbligo con l'obbiettivo di porre fine ad un insulto contro il popolo kurdo.

Le Tende per la Soluzione Democratica a Aydın, İzmir, Diyarbakır, Kızıltepe, Batman, Şırnak e Silopi, Cizre e İdil sono ancora piene di visitatori.

Inoltre durante un discorso durante un incontro svoltosi a Diyarbakir ieri,il presidente del Congresso della Societa' Democratica(DTK) Ahmet Turk si e' congratulato con il popolo kurdo per aver intrapreso un altro passo nella campagna della disobbedienza civile.

Ha inoltre dichiarato che lo sforzo del governo di cambiare il programma non sta funzionando perche' c'e' una forte e determinata mobilitazione della gente per le loro legittime richieste.
"Costringere un bambino kurdo a dire "Io sono turco" non è altro che un approccio razzista. E' cosi giusto per i kurdi esserne contro".

domenica 3 aprile 2011

Ritorno dal Kurdistan

Il 24 sera siamo tornati dal Kurdistan.
Volevo innanzi tutto ringraziare chi ci ha stimolato a fare questa esperienza, perchè è stata interessante, commovente e pedagogica.
Il Kurdistan che abbiamo visto in questo momento era sotto la neve, alte montagne innevate, vicino a Van un grande e bellissimo lago che fa pensare ad una primavera dolce e tiepida.Villaggi sperduti fra queste montagne,abitati da pastori in grande misura,tanti bambini e tante donne segnate da fatiche antiche e recenti,
Il Kurdistan che abbiamo visto sembrava un paese occupato, i curdi per lo Stato Turco non sono curdi con una loro lingua, identità culturale  ma sono "turchi di montagna" e devono quindi parlare turco abbandonando la lingua madre. Al di là di quelle montagne il Kurdistan iracheno, iraniano e siriano.
35 milioni di persone senza riconoscimento, in lotta sempre per la propria identità e libertà.
Eravamo emozionati alla partenza, anche perchè ci sentivamo un po' responsabili verso l'associazione e volevamo documentare il più possibile per adempiere al nostro ruolo di informazione, altra informazione.
Attorno alle lotte del popolo curdo c'è un sienzio assordante, nessuno ne parla, i media sorvolano le notizie, i diritti umani calpestati di questo popolo da parte del governo turco. Forse la possibile entrata della Turchia nella comunità europea con le opportunità economiche  che ne deriverebbero spiega il silenzio.
Abbiamo avuto incontri con varie associazioni, che si occupano dei diritti umani , associazioni di familiari di detenuti politici, anche minorenni, abbiamo conosciuto le madri della pace, donne curde e turche, che assieme si battono per la libertà dei loro figli incarcerati, e per la risoluzione del problema senza armi e violenza. Abbiamo fatto visita ad una cooperativa di donne che attraverso un lavoro artigianale di sartoria si rendono indipendenti e del loro laboratorio fanno anche un punto di riferimento per le donne violate, vittime di violenze domestiche, un piccolo consultorio seguito da psicologhe e dottoresse,
Abbiamo conosciuto membri del partito BDP partito di sinistra che rivendica l'autonomia della regione curda, uomini e donne coraggiosi che rischiano anni di galera perche il BDP è considerato fiancheggiatore del PKK, partito kurdo dei lavoratori, che dal 2005 è considerato movimento terrorista; Ocalan il loro capo, sta marcendo in galera, perchè rifiutato dal governo italiano di D'alema e venduto poi ai turchi dal governo del Kenia. I curdi lo considerano l'unico interlocutore e mediatore fra loro e il governo turco.
Fra di loro molti sono in carcere perchè coraggiosi nelle loro richieste di democrazia e libertà, tanti sono sindaci di paesi e città ma tenuti dalla polizia locale in costante pressione e basta poco per essere arrestati. La sindaca di Uledere rischia 11 anni di galera per avere parlato in curdo ad una manifestazione.
Il Newroz è una grande festa di popolo dove cantando e ballando  tutti possono gridare, almeno una volta l'anno, la loro voglia di essere liberi nella loro terra. Tanto colore, tanta musica, tante bandiere al vento. Le donne vestite nei loro abiti tradizionali sono in prima fila coi loro bimbi ad inneggiare ad una vita e ad un futuro più giusto.
Quello che ho colto di palpabile è la violenza del governo centrale, con la polizia costantemente in assetto antisommossa, blindati ovunque, presidi militare anche sulle montagne, e la dolcezza e la disponibilità di questo popolo che ha accolto la nostra delegazione con una umanità, per noi commovente, con amicizia senza pregiudizi e con molta fierezza.
Io ho tanto da imparare da questi popoli offesi, palestinesi, curdi, il loro coraggio, la loro determinazione, il loro amore per la dignità propria e del loro popolo, ho da imparare dalla loro serenità che deriva dalla coscenza di essere nel giusto.
Ritorneremo in Kurdistan con l'augurio di tornarci con i nostri amici dell'associazione perchè testimoniare solidarietà e documentare all'occidente l'ingiustizia del loro silenzio è nostro dovere.
Bice  26 marzo


Articolo sulla visita a Bostanici

venerdì 1 aprile 2011

Lettera aperta al popolo kurdo della Mesopotamia

Per la quinta volta, quest’anno, sono venuto a festeggiare il Newroz insieme a voi.
Ho in me il ricordo di fantastici incontri con la vostra umanità: a Shirnak, a Urfa, a Batman.
Porto un ricordo di questi luoghi come di qualcosa di incantato, un tuffo in posti antichi, carichi di storia di un passato che è stato culla della civiltà occidentale, e quindi radice anche del mio passato.
Ho trovato presso di voi quel senso di accoglienza che l’occidente, tecnologicamente avanzato, proiettato verso un progresso sempre più straordinario (che si illude di essere infinito), ha irrimediabilmente perso.
Mentre quest’anno ero con voi, in Europa (e quindi anche in Italia) si consumava (e si consuma tuttora) il più colossale crimine contro la solidarietà e l’accoglienza di quella parte di umanità che il progresso occidentale vuole emarginare e conservare come sacche di miseria per lo sfruttamento della loro manodopera e delle loro risorse naturali.
Sono venuto senza portare nulla con me, e mi avete accolto, grati per la solidarietà personale che vi ho portato, dandomi il calore della vostra accoglienza.
Non ho nulla da insegnarvi, molto ho imparato da voi.
E le pur brevi esperienze di vita in Kurdistan mi hanno insegnato molto: sono ritornato con più saggezza nei confronti della vita e più senso critico nei confronti delle illusioni che l’occidente offre.
Il popolo Kurdo è un popolo che soffre, da anni, che ricerca insistentemente il riconoscimento della dignità che è dovuta ad ogni popolo, ad ogni uomo.
Non esistono diritti dei Kurdi: esistono i diritti di ogni uomo sulla terra, diritto ad essere rispettato, diritto ad esprimersi secondo le proprie usanze, diritto ad essere orgogliosi delle proprie radici, diritto di vedere crescere i propri figli in un clima di serenità e giustizia, secondo le proprie abitudini e credenze derivate dai propri padri.
Diritto ad immaginare e progettare il proprio futuro.
Quest’anno ad Hakkary e Yusekova, ho partecipato al vostro Newroz: perché si tratta di un unico Newroz, celebrato e festeggiato in più luoghi, ma unico come unico è lo spirito del popolo kurdo, dovunque si trovi ad abitare, come unico è il fuoco che accendete in ogni Newroz.
Quest’anno ho visto il fuoco del Newroz, ma anche il fuoco della rabbia dei giovani: so che spesso l’esplosione della rabbia serve a chi opprime per ribaltare le situazioni.
Chi difende il proprio diritto all’esistenza diventa terrorista, chi opprime i popoli diventa il difensore della civiltà.
Ma io non posso non dichiarare tutto il mio amore, la mia solidarietà, la mia stima per quei giovani arrabbiati, perché sono oppressi, perché è tolto loro il diritto di sognare, perché è negato loro la gioventù, il futuro.
In quei fuochi sulle strade non ho più visto solamente i giovani kurdi ma i giovani di tutto il mondo, i giovani allontanati dalla vita a causa dell’egoismo di animi vecchi e decrepiti che sperano, col potere e coi soldi, di allungare anche di un solo giorno la loro miserevole vita.
Negli occhi dei giovani (appena visibili, nei loro visi mascherati) ho letto la fierezza di chi difende la propria terra e la propria cultura , di chi chiede pace e solidarietà per tutti.
So che pagheranno cara l’espressione della loro rabbia (come i giovani palestinesi) e questo mi rattrista e mi fa sentire debitore nei loro confronti: stanno combattendo anche per me.
Per le strade di Hakkari e Yusekova ho respirato, di nuovo, l’acre odore dei gas lacrimogeni e sperimentato la violenza degli idranti della polizia asservita al potere.
Ma ho visto che la voglia del riscatto, dell’indignazione che diventa rabbia e scoppia, esiste ancora, come in Palestina, in Egitto, in Tunisia, come in tutto il mondo abitato dai giovani.
Ho girato per le strade dei vostri paesi e città, sono stato nelle vostre piazze, sono stato spesso invitato a bere il çay con voi.
Mi sono seduto sui gradini a parlare e scherzare coi vostri giovani.
Ho visto i vostri bambini: sono splendidi, conservo nella mente la vista di giovani padri e madri che alzano al cielo i loro cuccioli, con amore e orgoglio.
Avete dei bambini splendidi: è per loro che combattete: non potrete non vincere!
Potrò mai dimenticare il Popolo kurdo?
Alberto Marzucchi, uomo se insieme agli uomini
Parma, 30 Marzo 2011

Altri video da Yuksekova

Il bellissimo filmato di Cristiano sul Newroz 2011.
Due interessanti e angoscianti video sul dopo Newroz a Yuksekova : video 1 e video 2.
Un filmato da Nusaybin.