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venerdì 21 marzo 2014

Newroz ed elezioni 2014

20 marzo: 3 incontri hanno caratterizzato la nostra seconda giornata.
Il primo con Serdar Celebi, vice presidente dell'IHD. Le violazioni dei Diritti Umani nei confronti della popolazione Kurda rimangono continue e pressanti; ci concentriamo sulle condizioni carcerarie: 600 sono i detenuti politici gravemente malati nell'area di Amed, di cui 202 gravissimi per i quali la permanenza in carcere li condannerebbe a morte sicura, ma le autorità preposte non prendono alcuna decisione. A loro sono anche negate le cure necessarie. Ultimamente ci sono state diverse denunce di detenzioni di minori nelle carceri per adulti: nessun provvedimento è stato preso. Da circa 7 mesi i detenuti politici vengono trasferiti in carceri lontanissime dal luogo in cui vivono le famiglie.
Il secondo incontro è stato con le madri della pace: ci accolgono con i loro veli bianchi, ci raccontano le loro storie di dolore con una grande dignità, di chi sa di aver scelto la pace e la giustizia e di averla insegnata ai propri figli.
Condividono gli stessi dolori, le stesse ingiustizie e per questo si sentono più forti ed in grado di continuare a chiedere verità e giustizia per i propri figli e pace per il Kurdistan.
L'ultimo incontro è con Vechi Aydogan e Fatma Esmer di Goc Der. L'argomento sono i villaggi, più di 4000, distrutti scientemente dai militari turchi con l'aiuto dei guardiani di villaggio, negli anni '90. 
Gli sfollati che hanno perso tutto e vivono anche oggi in condizioni di povertà nelle periferie delle città, non hanno mai smesso di chiedere giustizia. Si sono appellati ai tribunali turchi e a quello dell'Aia, invano. Non sperano più in nessuno se non in loro stessi. Chiedono di poter tornare nelle loro case e che le loto terre diano liberate dalle mine antiuomo. Una legge turca, antiterrorismo, colpevolizza addirittura gli abitanti stessi dei villaggi distrutti in quanto conniventi, secondo il governo, con i partigiani del PKK.

21 marzo
Azadì Ochalan, azadì Kurdistan: questo è il messaggio del Newroz più numeroso e festoso del Kurdistan. Certamente più di un milione di persone scandivano slogan, cantavano, ballavano, sventolavano bandiere di Apo e Rojhava. Erano presenti delegazioni dal Kurdistan Iracheno, Iraniano e dalla regione autonoma del Kurdistan siriano, dall'Europa e dalla Bolivia.
Il messaggio di Ochalan si può sintetizzare così: "sappiamo che la Turchia non ha fatto nulla per il processo di pace, certamente il cammino verso la pace è lungo e difficoltoso, forse occorre dare più tempo per attendere una risposta, comunque condividerò tutto ciò che i Kurdi, le Kurde e il PKK decideranno".
Il testo integrale verrà inviato e tradotto nel più breve tempo possibile; anche noi, seppur presenti, non abbiamo capito completamente la lettera di Apo perché mancava la traduzione in Inglese.

Ieri, con una legge emessa in poche ore, il governo turco ha chiuso Twitter violando il diritto di libertà di espressione e accesso all'informazione di tutta una nazione.

Per il gruppo Amed
Nelly e Caterina

martedì 14 giugno 2011

Vittoria storica del Blocco “lavoro, democrazia e libertà”

Il Blocco “lavoro, democrazia e liberta” sostenuto dal principale partito kurdo BDP, raggiunge un traguardo di storica importanza ottenendo 36 seggi in Parlamento contro i 22 del 2007. Tra i candidati indipendenti vincitori figurano Leyla Zana, premio Sakharov e Hatip Dicle, attualmente in prigione, ma anche Ertugrul Kurkcu, leader del movimento studentesco del 1968.

Il partito di giustizia e sviluppo (AKP) del primo ministro Erdogan, al potere dal 2002, ha riportato il 49,93% dei voti contro il 46% del 2007, assicurandosi una terza legislatura consecutiva, ma ha perso dei seggi, 326 contro i 341 del 2007.

Il partito Repubblicano del popolo (CHP) è arrivato secondo con il 25,93 dei voti (135 seggi) contro il 20,88%, seguito dai nazionalisti del MHP (partito dell'azione nazionalista) con il 13,02 (54 seggi) contro il 14,27%. L’AKP ha riporta una grande sconfitta in molte città curde come Diyarbakir, Mardin, Sirnak, Agri, Van, Bitlis, Kars et à Siirt, mentre il BDP ha aumentato i suoi voti in tutte le città dove ha presentato candidati indipendenti, salvo a Dersim (Tunceli).

Secondo i risultati il Blocco ha vinto in 17 città:

Diyarbakir (6 sur 6), Hakkari (3 su 3), Sirnak (3 sur 3), Mardin (3 su3), Van (4 su 4), İstanbul (3 su 3), Batman (2 su 2), Mus (2 su 2), Urfa (2 su 2), Mersin (1), Siirt (1), Bitlis (1), Agri (1), Igdir (1), Bingol (1), Adana (1), Kars (1).

Il BDP si è ha dovuto presentare con dei candidati indipendenti per raggiungere la soglia elettorale del 10% sul piano nazionale, al fine di ottenere una rappresentanza Parlamentare.

Come per elezioni precedenti, il BDP formerà un gruppo al Parlamento, diventando una forza decisiva per la questione kurda. Frodi massicce e violazioni del diritto di voto sono state riscontrate in tutto il paese, specie nella regione curda. Molte delegazioni europee hanno seguito lo svolgimento dello scrutinio, e la presenza di forze dell'ordine nei seggi elettorali è stata denunciata dalle delegazioni curde e europee. Gli elettori sono stati obbligati a votare apertamente in presenza dei soldati in molti villaggi di Diyarbakir, Bitlis, Konya, Ardahan, Van, Urfa, Bingol e Dersim.

Il primo ministro turco nel corso della campagna elettorale, aveva tacciato il BDP di "terrorismo" e aveva difeso la pena di morte dichiarando "se fosse stato per noi, avremmo mandato Ocalan alla forca", commentando la pena di carcerazione a vita del leader kurdo Ocalan.L’AKP ha portato avanti una campagna il cui costo è inestimabile e non trasparente, con affissioni ovunque e spot su tutti gli schermi televisivi, un esercito mediatico quotidiano.

Nei i territori kurdi, la polizia ha seminato il terrore cercando di compromettere comizi e lo svolgimento della campagna elettorale dei candidati indipendenti sostenuti dal BDP. Sono state poste sotto fermo oltre 3.500 persone, di cui 1.000 arrestate. Ci sono state inoltre difficoltà economiche, il BDP è stato l’unico partito che ha NON beneficiato di fondi pubblici per la sua campagna elettorale nonostante formasse un gruppo in seno al parlamento turco. Prima che i candidati curdi entrassero in Parlamento era possibile ottenere i rimborsi anche con soli tre deputati eletti; oggi è possibile solo superando il 7% dei consensi a livello nazionale. Quindi i kurdi essendo stati eletti come indipendenti non facevano percentuale per il partito. In più ci sono processi contro moltissimi politici e attivisti kurdi e la gente viene costantemente intimidita e minacciata. Ma nonostante questa situazione c'è stata una forte reazione popolare che ha e garantito un ottimo risultato.

Inoltre, va ricordato che l’alto consiglio elettorale (YSK) aveva annullato il 18 aprile la candidatura di 7 candidati indipendenti presentati dal BDP, tra cui Leyla Zana, ma questa decisione aveva provocato la numerose reazioni di protesta kurda, ed era stata poi annullata per sei di loro.

Dopo questo traguardo, l’obbiettivo del BDP sarà quello di costruire, attraverso questa pluralità di voci e anime, una Turchia più democratica, meno centralizzata e che possa rispettare maggiormente le diversità al suo interno. Questo vittoria rappresenta un importante passo verso il riconoscimenti dei diritti del popolo kurdo in vista anche della riforma della carta Costituzionale, varata dopo il colpo di Stato del 1980.


UIKI Onlus

(Ufficio d'Informazione del Kurdistan in Italia)

domenica 12 giugno 2011

venerdì 10 giugno 2011

Elezioni in Turchia: ultime notizie

Turchia/ Curdi a centro tensioni: Bloccata un'altra candidatura
Hatip Dicle condannato per terrorismo non è più eleggibile
postato da TMNews

Istanbul, 9 giu. (TMNews) - A soli quattro giorni dalle elezioni politiche in Turchia, la minoranza curda torna al centro delle polemiche e della tensione politica. Hatio Dicle, candidato a Diyarbakir come indipendente e attualmente detenuto in carcere, potrebbe dover dire addio al futuro di parlamentare e rimanere in prigione. I quotidiani Hurriyet e Milliyet riferiscono che la Corte di Appello ha confermato la condanna a 20 mesi di prigione per partecipazione ad attività terroristica. Dicle, che sarebbe uscito dal carcere in caso di assoluzione per concludere la sua campagna elettorale (sino ad ora condotta indirettamente dal penitenziario), ed eventualmente entrare in parlamento, adesso rimarrà dietro le sbarre.

I fatti risalgono all'ottobre 2007, quando in un'intervista a un'agenzia stampa locale Dicle aveva fatto dichiarazioni ritenute dalla magistratura attività di propaganda a favore del Pkk, il Partito dei lavoratori del
Kurdistan che da anni lotta per la creazione di uno stato indipendente curdo in territorio turco. Nel febbraio 2009 è stato condannato a 20 mesi di prigione. Ieri la Suprema corte di appello ha bocciato il ricorso e inviato una circolare all'Alta Commissione elettorale per bloccare la candidatura di Dicle a 4 giorni dal voto.

A fine aprile l'Alta Commissione Elettorale, con un mai chiarito cambio di regolamento, aveva bloccato la candidatura di 12 deputati indipendenti per 48 ore, fra cui proprio quella di Dicle. Successivamente Dicle e altri sei indipendenti erano stati riammessi nelle liste, dopo che nel sud-est del Paese, a maggioranza curda, era stato teatro di violente proteste da parte della popolazione.

sabato 30 aprile 2011

Arresti di massa in Kurdistan

Oltre 800 persone sono state arrestate dal 19 aprile 2011, quando l'Alta Corte per le Elezioni (YSK) decise di ecludere 7 candidati indipendenti del BDP. Due persone hanno perso la vita e 880 sono state prese in custodia. Il 20 aprile lo studente Ibrahim Orucè stato colpito a morte dalla polizia durante le manifestazioni contro la decisione di veto del YSK. Il 27 aprile durante una manifestazione per la morte dello studente, un'uomo di 60 anni, Kazım Seker è morto per un attacco di cuore a causa dei lacrimogeni sparati dalla polizia. 308 persone sono state ferite. Di questi, 299 sono manifestanti e 9 di loro sono membri delle forze di sicurezza. Otto persone sono state ferite da proiettili sparati dalla polizia e gendarmeria, quattro bambini sono stati feriti da proiettili di plastica, 251 persone sono state attaccate dalla polizia con manganelli, pugni e calci di fucile.
Le forze di sicurezza hanno attaccato per 28 volte le tende per la soluzione democratica.
Fonte IHD İnsan Hakları Derneği (Associazione per i diritti umani)