sabato 28 aprile 2012

La Turchia, un paese pericoloso per i lavoratori

La Turchia è uno dei paesi più pericolosi al mondo per i lavoratori e nonostante l’impennata economica vantata dal governo dell'AKP e osannata dall'Occidente, i lavoratori continuano ad essere vittime di infortuni: 238 morti dall’inizio del 2012 e quasi 10.300 in nove anni.
2,2 milioni di lavoratori in tutto il mondo muoiono ogni anno, a seguito di un infortunio sul lavoro o a causa di una “malattia professionale”. 5000 persone al giorno, secondo l'Ufficio Internazionale del Lavoro. La Turchia si trova in cima alla lista tra i paesi europei ed è stata classificata 3 ° al mondo, secondo l'ufficio dell’ International Labour Organization (ILO).
Il 26 aprile a Istanbul, due operai sono rimasti uccisi e altri cinque feriti , in un'esplosione di una bombola di gas. Il sindaco di Istanbul ha dichiarato che la società in questione era stata chiusa per ben tre volte, ma aveva ripreso le attività, noncurante dei divieti.
Il 9 marzo, undici lavoratori sono morti in un incendio che ha distrutto la tenda che utilizzavano per trascorrere la notte, presso la sede di un importante centro commerciale di Esenyurt, a Istanbul.
Secondo i dati del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, almeno 238 lavoratori sono deceduti dall'inizio del 2012: 62 in gennaio, 42 in febbraio, 59 a marzo e 75 segnalati tra il 1° e il 26 aprile.
Il 27 aprile, il deputato del BDP Ertugrul Kurkcu, ha chiesto la creazione di una commissione parlamentare d'inchiesta per determinare le cause della recrudescenza di tali incidenti.
"Bassi salari, tempi di lavoro estenuanti che si spingono fino a 14 ore, la mancanza di sicurezza sociale, l’assenza di tutela della salute e sicurezza sul lavoro, si abbattono su più di 10 milioni di persone", ha detto l’Onorevole....I settori più colpiti sono l'edilizia, l’energia, l’industria metallurgica e il settore dei servizi……Il dipartimento non sta facendo il suo dovere, evitando di proteggere la vita dei lavoratori, al contrario, sta cercando di indebolire e sciogliere i sindacati. "La vita di un uomo non può ridursi a numeri o statistiche, nulla è più importante della vita umana."
Attualmente, le prigioni turche ospitano quaranta sindacalisti.

fonte: ActuKurde

Nessun commento:

Posta un commento