giovedì 20 dicembre 2012

Roboski, un anno dopo: il mio nome è Hüsnü Encü

Il mio nome é  Hüsnü Encü

Non sono una statistica,

sono un “essere umano”!

E ho anche una storia…

Il mio nome é Hüsnü Encü.

Era una specie di mito essere sulla via del “contrabbando”.

Eravamo come eroi rimasti al margine di un mito. I nostri asini vagavano quasi sempre su stretti sentieri, che sembravano estendersi fino al cielo per estirpare il fuoco degli stenti…

Enormi ombre comparivano nel cielo nei giorni di forte neve. Non so cosa dire; “uno dei 34 è caduto”, o “è proprio il mio corpo che fa male?”

Non so come raccontarti la mia storia. Dovrei dire che il “contrabbando” é concretamente la lotta per il pane in questa terra dove gli stenti sono la norma? O dovrei dire quant´è difficile aspettare otto anni per un figlio? Dovrei raccontarti di mio figlio che é rimasto orfano ancor prima di venire al mondo e prima di soddisfare il mio desiderio di essere padre? Il mio nome é Hüsnü Encü, sono nato nel 1981. Sono il quarto di 11 figli di una famiglia. Sono colui che è stato ucciso insieme a suo fratello. Sono colui che è caduto a terra col desiderio di un figlio.

Sono colui che ha lasciato sua moglie in una grande angoscia.

Sono colui che é  stato assassinato senza aver avuto abbastanza dalla vita.

Nonostante il rischio di infastidirvi, ho molto da dire;

Chiedo giustizia,
se le bombe che mi hanno ucciso, non hanno ucciso la giustizia a loro volta…

Non hanno tutti diritto ad avere giustizia?

o,

Dovrei chiedere scusa allo stato per aver sprecato quelle grosse e costose bombe per uccidermi,

Dovrei ringraziare lo Stato Maggiore per non aver mancato il bersaglio e per avermi ucciso!?

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