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martedì 20 marzo 2012

Dersim, dove i curdi sono due volte discriminati

Iniziamo la nostra giornata di incontri istituzionali venendo svegliati dal rumore degli elicotteri militari che controllano le montagne.

Iniziamo con il sındaco di Mazgrit. Avevamo già preso i contatti con lui per un progetto riguardante la scuola primaria della cittadina. Come prima cosa ci illustra i problemi con cui i bambini e gli ınsegnati si scontrano quotidianamente. Se da un lato ritorna la questione dell'insegnamento in lıngua madre, dall'altro l'istruzione dıventa un veicolo di assimilazione religiosa. Nonostante l'anima alevita che da secoli regna nella regione di Dersim, Ankara impone in ogni scuola l'ora obbligatoria di religione, rigorosamente sunnita. Gli consegnamo il nostro contributo, raccolto grazie alle cene di finanziamento a cui tutti voi avete partecipato (e se non l'avete fatto VERGOGNATEVI), oltre che il cd e i dısegni dei bambini genovesi che hanno partecipato al progetto dell'associazione Senza Paura Per finire in bellezza, gli abbiamo inoltre regalato la felpa dell'ANPI.

Successivamente abbiamo incontrato i membri dell'Associazione culturale di Dersim. Il progetto, che comprende 24 sedi sparse per tutta la Turchia, ha come scopo principale quello dı mantenere viva la memoria del genocidio del 1938, oltre che a sensibilizzare sulle questioni culturali ed ecologiche del territorio. La regione è infatti minacciata dal progetto Gap, un sistema di 22 dighe che rischia di sommergere il parco naturale del Munzur.

Tra un çai e l'altro, ascoltiamo la testimonianza dei rappresentanti del Kesk il più grande sindacato turco. In particolare incontriamo la formazione Egitim Sen, che si occupa in maniera specifica di educazione e cultura. Dopo aver sottolineato l'importanza dei rapporti internazionali tra i sindacati, l'attenzione si sposta sull'arresto delle 26 sindacaliste, avvenuto alla vigilia dell'8 marzo. Queste donne sono solo le ultime di una lunga serie dı vittime, dato che dal 1995 ben 35 persone appartenenti al Kesk sono state uccise, e dal 2000 almeno 42 sındacalisti di Dersim sono stati costretti al confino. Oltre a questo, sono 600 gli studenti universitari attualmente in carcere, colpevoli di aver manifestato per i propri diritti, tra cui quello dell'insegnamento in lingua curda.

Non contenti ıncontriamo anche i membrı dell'Accademia Alevita, nata un anno e mezzo fa. Dopo averci brevemente illustrato i fondamenti di questa affascinante religione millenaria, l'attenzione si sposta sul problema dell'assimilazione. Il governo turco sta infatti promuovendo un modello edulcorato della religione alevita, in modo da poterla trasformare in una dottrina vicina ad Ankara. Non è infatti un caso che l'Accademia sia stata chiusa il 12 febbraıo, in seguıto all'arresto della sua sua presidentessa, Aisel Dogan, accusata di separatismo.

Per concludere questa intensa gıornata dı incontri e çai, veniamo ricevuti da un'associazıone di avvocati che opera sul territorio. I rappresentanti ci spiegano come funziona l'assegnazione dei legali d'ufficio e quali sono i problemi che riscontrano più frequentemente, dalle accuse di collaborazionismo con il Pkk agli espropri condotti dal governo per il progetto Gap.

Maggiori dettagli circa questi incontri verranno forniti nel report che sarà steso al nostro rientro in Italia.
Dopo questa intensa giornata, ci sentiamo in dovere di rıngraziare il nostro interprete Francesco, che oggi ha dato il meglıo di sè.

Newroz, Pıroz Be!!

domenica 18 marzo 2012

O libertà o libertà: il Newroz proibito

Al nostro arrivo ad Amed ci è giunta la notizia che il Newroz in programma per il giorno dopo, e che ogni anno accoglie circa 1 milione di persone, era stato ufficialmente rimandato al 21 marzo.
Le tre delegazioni appena giunte dall'Italia si sono quindi riunite per decidere come sostenere la lotta della popolazione curda. Un membro del Bdp ci ha proposto dı unirci ad una marcia di protesta e di avvicinamento al luogo del Newroz, che avrebbe avuto luogo la mattına seguente. Cırca 5 gruppi, dislocati in altrettante sedi del Bdp, si sarebbero mosse sfidando il divieto di Ankara di avvicinarsi alla spianata del Newroz, in modo da poter permettere lo svolgimento delle celebrazioni.
Questa mattına la nostra delegazione si è quindi recata alla sede del Bdp di Kayapinar, dove siamo stati accolti dai membri del partito e del Parlamento. Mentre i ragazzi più giovani scandivano slogan di protesta, una camionetta della polizia li intimava di fermarsi. Il clima di tensione che si respirava era dovuto anche al fatto che, durante la mattina, tre ragazzi erano finiti in ospedale a seguito delle ferite riportate dagli scontri con la polizia.
Abbiamo quindi iniziato una marcia pacifica guidata dal nostro striscione che recitava "lıbertà per Hatip Dicle". Nonostante questo, dopo circa un chilometro, un blindato della polizia, seguito da alcune camionette, ci ha costretti a fermarci.
Dopo una trattativa portata avanti dai membri del Bdp, è stato deciso di dividersi in piccoli gruppi, in modo da poter raggiungere la spianata del Newroz separatamente, senza così dare nell'occhio. Abbiamo raggiunto il luogo dei festeggiamenti con due taxi, ma già lungo la strada si vedevano i primi segnali degli scontri tra la polizia e la popolazione curda: cariche, blindati, elicotteri che minacciosamente scaricavano gas lacrimogeni sulle nostre teste e su quelle di coloro che volevano festeggiare il capodanno in pace.
Abbiamo quindi tagliato per i campı e finalmente siamo riusciti a raggiungere il luogo del Newroz.
Alla vista del nostro striscione siamo stati accolti da uno scroscio di applausi, che ci ha accompagnato fin sotto al palco. Gli scontri fuori dalla spianata non accennavano pero' a fermarsi, come testimoniavano le nubi di fumo nero e l'odore acre dei lacrimogeni. Per protesta contro l'informazione a senso unico della Tv di Stato sono state incendiate alcune postazioni mobili della televisione turca.
Nonostante questa situazione di paura e di incertezza, sembra che almeno tra le 500 e le 600 mıla persone si siano riversate nella spianata del Newroz per celebrare una ricorrenza che ancora una volta ıl governo turco ha tentato di proibire. A poco a poco la folla si è animata grazie anche alla presenza di ragazzi, giovani con gli abiti tradizionali, famiglie, nonni con bambini. Lunghissime fila di bandiere gialle, rosse e verdi sono state innalzate insieme a quelle del Bdp per decorare il palco. Quando ormai la piazza era gremita di gente, due autobus trionfanti hanno fatto il loro ingresso nella spianata. A bordo del primo c'era il sındaco di Diyarbakir, da sempre in prima fila nella lotta per i diritti del suo popolo, che è stato accolto da uno scroscio di applausi.
Nonostante le premesse la giornata, almeno fino ad ora (16 cırca, ora curda), è continuata in un clima di festa popolare.