domenica 8 febbraio 2015

Newroz 2015 a Kobane

Newroz è il giorno d’inizio della primavera, il capodanno del calendario kurdo e più in generale il NUOVO GIORNO.
Tradizionalmente è un giorno di festa, per il popolo kurdo, ma anche un giorno in cui si ricordano le pluridecennali forme di resistenza alla repressione e alle persecuzioni messe in atto contro i kurdi, sia quelli della diaspora, sia quelli che vivono nelle varie parti in cui il territorio kurdo è suddiviso: l’Anatolia sudorientale, in Turchia, il Kurdistan orientale in Iran, la Regione Autonoma Kurda nel nord dell’Irak e il Rojava – Kurdistan occidentale – che fa parte della Siria da ormai oltre tre anni lacerata da una cruenta guerra civile, cui la popolazione ha risposto autorganizzandosi in comitati e garantendo la sicurezza della popolazione e l’autogoverno, e con la straordinaria resistenza che ha permesso di liberare la città di Kobane dagli attacchi dell’ISIS.
È un giorno di dolore: in passato, più volte i festeggiamenti del Newroz sono stati vietati dalle autorità e gli organizzatori sono stati arrestati e perseguiti. Talvolta la repressione del popolo dedito a festeggiare ha portato a decine di morti e centinaia di feriti, come avvenne nel 1992 in varie città del Kurdistan settentrionale, in territorio turco.
La partecipazione ha pertanto una forte valenza democratica; gli osservatori occidentali possono rendersi conto di quanto stiano realmente avanzando gli sforzi per risolvere la questione kurda e per far efficamente riprendere quel processo di pace che instancabilmente il leader riconosciuto del popolo kurdo, Abdullah Ocalan, porta avanti da quando nel 1993 proclamò per la prima volta un cessate-il-fuoco unilaterale, fino ad arrivare al 21 marzo 2013, quando Ocalan ha lanciato il suo storico appello a far parlare la politica e a far tacere le armi.
La partecipazione è sia un’opportunità sia una necessità: gli osservatori potranno rendersi conto, ad esempio, delle difficoltà di vita quotidiana della popolazione di città e villaggi kurdi. Tali difficoltà sono ulteriormente accresciute nelle province turche vicine al confine con la Siria, anche vista la presenza dei numerosi profughi da Rojava e da Sinjar.
Auspichiamo che possano essere presenti delegazioni di osservatori in varie città del Kurdistan settentrionale:Urfa, Mardin, Amed (Diyarbakir), Siirt, Batman, Şirnak…e a Suruç e se possibile festeggiare a Kobane!
In seguito forniremo, per ogni città e per il gruppo di osservatori a essa indirizzato, un programma di incontri e attività.
Partecipate numerosi!
Segreteria organizzativa presso: UIKI – ONLUS, Ufficio d’Informazione del Kurdistan in Italia
Per partecipare alla missione italiana degli osservatori occorre compilare la scheda di partecipazione che segue, da inviare via mail a info.uikionlus@gmail.com entro il 5 Marzo 2015.
Comunicazioni dettagliate saranno inviate più avanti

lunedì 2 febbraio 2015

I bambini di Kobanê aspettano omogeneizzati, latte e biberon

1 febbraio 2015
La campagna di aiuti lanciata dall’Associazione per gli aiuti e la solidarietà con il Rojava per soddisfare i bisogni di 200 mila persone provenienti da Kobanê che hanno trovato rifugio a Suruç distretto di Urfa nel Kurdistan del nord continua.
Gli aiuti inviati da tutto il Kurdistan e dalla Turchia vengono prima immagazzinati presso la municipalità di Suruç e nei magazzini Awesta prima di essere consegnati alla popolazione.Ma nonostante gli aiuti che stanno arrivando,ci sono frequenti carenze di alimenti per la prima colazione, pannolini, alimenti per bambini, culle, biberon, latte e medicine.
Le condizioni di 20 mila bambini tra 0-3 anni di età sono particolarmente dure nelle condizioni invernali.Mentre la campagna lanciata per fornire omogenizzati, latte e biberon per i bambini continua, si segnala che questi materiali sono in esaurimento a breve nei depositi.
Halil Akbaş,una delle persone responsabili del deposito centrale,ha affermato che gli aiuti sono principalmente forniti dalle municipalità del DBP,dell’HDP,da ONG e da persone che vogliono essere solidali con Kobanê,mentre gli aiuti inviati consistono principalmente in cibo.Akbaş ha affermato che nonostante la campagna in corso,gli aiuti inviati sono giunti quasi ad una battuta d’arresto,aggiungendo che la creazione di una nuova tendopoli(tendopoli Şehîd Gelhad) significa tuttavia che le necessità sono aumentate.
Akbaş ha dichiarato che gli aiuti vengono consegnati da commissioni sulla base di una eguale distribuzione a tutti e ha aggiunto:” “C’è un bisogno costante, soprattutto di alimenti per bambini e alimenti per la prima colazione,e di cibo secco.La nuova tendopoli ha aumentati le necessità e l’importo degli aiuti inviati è in calo.Ma abbiamo anche inviato aiuti nel Rojava e ne abbiamo distribuiti qui alla gente “.
Un’altra persona responsabile del magazzino,Aslı Saraç,ha sottolineato che continua la campagna per i bambini che è stata lanciata tre mesi fa dal Coordinamento in solidarietà con Kobanê e dall’Associazione per gli aiuti e la solidarietà con il Rojava con lo slogan””Comprate ancora un’omogeneizzato,una bottiglia di latte e un biberon quando lo acquistate per i vostri figli”.
Saraç ha detto che 20 mila i bambini nella fascia di età tra 0 e 3 anni sono venuti a Suruç a seguito degli attacchi delle bande di ISIS a Kobanê ed ha aggiunto che mentre l’inverno continua,il problema della nutrizione dei bambini e il problema del rifugio peggioreranno.
Saraç ha dichiarato che anche se gli aiuti inviati dalla Turchia,dal Kurdistan e dall’Europa in una certa misura continuano,stanno diminuendo e che c’è un costante bisogno di alimenti per bambini e latte.Saraç ha affermato inoltre che hanno quasi finito il latte e gli alimenti dei neonati presso i magazzini,chiedendo più aiuti per bambini.
Saraç ha aggiunto che l’omogeneizzato “Bebelac, 1, 2, 3, 4” sarebbe l’articolo migliore da inviare per i bambini.

lunedì 26 gennaio 2015

Bande di ISIS in fuga aiutate da soldati turchi

26 gennaio 2015
Le bande di ISIS hanno iniziato a fuggire da Kobanê. Sei membri delle bande nella zona ad ovest della città, tra la collina Zorava e il villaggio di Siftek, hanno attraversato il confine con le loro armi, e sono stati portati via dalla zona dalle truppe turche.
Membri delle bande in ordine sparso di fronte all’avanzata delle forze YPG/YPJ a Kobanê hanno iniziato ad attraversare il confine con la Turchia e a rifugiarsi dai soldati turchi. Sei membri delle bande giunti ieri al confine in moto, sono stati fatti salire su un veicolo militare e hanno lasciato la zona di confine con un elicottero di scorta.
I residenti del villaggio di Swêdê che sono stati testimoni di questo fatto, hanno detto che un ufficiale turco era venuto verso di loro e gli aveva detto di lasciare la zona perché era una zona militare vietata, aggiungendo che nessuno stava fuggendo. I residenti di Swêdê hanno interpretato questa spiegazione non richiesta come “l’essere colti in flagrante”.
Azad Şêxo, di Siftek, ha detto che le bande erano autorizzate a fuggire dai soldati, aggiungendo che in precedenza i soldati avevano sparato contro di loro mentre si avvicinavano al confine. Şêxo ha detto: “L’ufficiale che è arrivato da noi offrendo una spiegazione è la prova della collaborazione. L’avanzata continua a Kobanê. Le bande sanno che i loro giorni sono contati e quindi fuggono. I soldati li stanno prendendo sotto protezione in veicoli militari e con elicotteri di scorta”.
finte : Retekurdistan.it

mercoledì 31 dicembre 2014

Una dottoressa argentina a Kobane

31 dicembre 2014
Maria Claudia Garcia, una dottoressa argentina che è venuta a Kobanê per fornire cure mediche, ha invitato i suoi colleghi argentini a sostenere la ‘ epica resistenza’ a Kobanê.
L’interesse internazionale per la resistenza Kobanê è in aumento nel settore dei servizi sanitari e sociali, oltre che in quello militare. La dottoressa argentina Maria Claudia Garcia sta fornendo cure mediche e cercando di conoscere la resistenza. Maria Claudia Garcia, nata a Buenos Aires, è membro del Comitato di Solidarietà con il Kurdistan in Sud America e del Partito socialista di Argentina. Ha parlato con ANF delle sue impressioni su Kobanê.
Come mai hai deciso di venire a Kobanê?
Dopo i primi attacchi contro Kobanê ho cominciato a seguire quello che stava accadendo. Ho cominciato a studiare la storia del Kurdistan e le teorie di Abdullah Öcalan. Stando qui sto vedendo come la teoria viene messa in pratica. Prima di venire a Kobanê sono andata nei campi profughi a Çınar e Sisre ad Amed. Sono venuta qui dieci giorni fa perché volevo vedere la resistenza e osservare lo stato dei servizi medici. Il lavoro dei medici qui è parte cruciale della resistenza. Lavorano in condizioni incredibilmente difficili. Volevo anche vedere il ruolo delle YPG/YPJ. Tengo un diario in modo che possa condividere tutto con gli amici in America Latina. Una parte è già stata pubblicata. Desidero che esperti in vari settori si interessino a quello che sta succedendo qui. Soprattutto per convincere la gente a dare un contributo in modo che il cibo e le medicine necessari siano forniti alla gente di qui.
Quali sono le tue impressioni su Kobanê?
Si tratta di una resistenza eroica ed epica, e quali altri aggettivi devo scegliere, basta questo. Il mondo ha bisogno di saperlo. Le persone stanno lottando contro ISIS che dispone di armi moderne, e che è stato creato dai governi internazionali e regionali. La lealtà e il rispetto delle YPG-YPJ è un riflesso della loro coscienza. Stanno lottando per una rivoluzione sociale e la libertà delle donne.
Qual è la situazione dei civili, le loro condizioni di salute?
Contrariamente a quello che dice il governo turco, il posto è pieno di civili. I servizi sanitari sono limitati. Un numero ridotto di medici sta cercando di fornire servizi in un ospedale da campo. Sempre più civili stanno tornando, il che significa che c’è bisogno di più medici. I bambini e gli anziani sono i più colpiti da queste condizioni. Ci sono malattie causate dal freddo, e infezioni e malanni causati da una alimentazione insufficiente.
C’è qualcos’altro che vorresti aggiungere?
L’Argentina è conosciuta per la lotta condotta dall’internazionalista Che Guevara, stiamo cercando di seguire le sue orme. Il nome della mia organizzazione è Convergencia Socialista (Unità Socialista). Io continuerò a rimanere a Kobanê e contribuire alla lotta. Invito i miei colleghi a unirsi a me qui. E’ anche necessario che gli internazionalisti siano a conoscenza della situazione dei prigionieri politici in Turchia, in particolare quella di Abdullah Öcalan.
ANF/SEDAT SUR – KOBANÊ 27.12.2014

Appello di Heyva Sor Kobanê per aiuti medici e umanitari urgenti

31 dicembre 2014
Operatori della mezzaluna rossa curda Heyva Sor a Kurdistan Kobanê, che ha recentemente annunciato la sua nuova sede nel cantone, hanno diramato un comunicato stampa
di fronte all’edificio in cui l’organizzazione sta svolgendo le sue attività nella città assediata.
Parlando a nome degli operatori di Heyva Sor a Kurdistan Kobanê, il dottor Menaf Kitkanî ha lanciato un appello per aiuti medici e umanitari urgenti da parte di organizzazioni internazionali che operano nel campo della salute e dell’aiuto umanitario.
Il dottore Menaf Kitkanî ha sottolineato che ogni istituzione deve fare la sua parte per garantire le necessità fondamentali e urgenti a Kobanê, e ha invitato il personale medico a recarsi a Kobanê e partecipare all’assistenza sanitaria.
ANF – KOBANÊ 31.12.2014

venerdì 26 dicembre 2014

Amnesty denuncia le torture sessuali alle donne yazide

Torture, incluso lo stupro e altre forme di violenza sessuale,subite da donne e ragazze yezide della minoranza Yezida in Iraq che sono state rapite dal gruppo armato che si definisce stato Islamico,mette in evidenza la ferocia delle regole dello Stato Islamico(IS)lo ha affermato oggi in una nuova conferenza Amnesty International.
La fuga dall’inferno della tortura,dalla schiavitù sessuale nella prigionia dello Stato Islamico in Iraq fornisce una panoramica dei terrificanti abusi subiti da centinaia di donne e ragazze yezide che sonos state sposate con la forza,”venduto” o date come “regali” ai combattenti di IS o ai loro sostenitori.
Spesso, i prigionieri sono stati costretti a convertirsi all’Islam.“Centinaia di donne e ragazze Yezide hanno avuto la loro vita distrutta dagli orrori della violenza e della schiavitù sessuale nella prigionia di IS,ha affermato Donatella Rovera consulente esperto di risposta alle crisi di Amnesty international,che ha parlato di più di 40 ex prigioniere nell’Iraq settentrionale.”Molti di coloro che sono detenuti come schiavi sessuali sono ragazzine di 14/15 anni o anche più giovani.
I combattaenti di IS usano lo stupro come un’arma d’attacco alla pari dei crimini di guerra e dei crimini contro l’umanità.”
Le donne e le ragazze sono tra le migliaia di Yezidi della regione di Sinjar che sono state prese di mira da Agosto nell’ondata di pulizia etnica da parte dei combattenti di IS intenzionati ad annientare le minoranza etniche nella zona.Gli orrori sopportati durante la prigionia di IS hanno lasciato queste donne e e queste ragazze così gravemente traumatizzate che alcune sono state spinte a porre fine alla propria vita.
La diciannovenne Jilan ha commesso siucidio mentre veniva tenuta prigioniera a Mosul perchè temeva che sarebbe stata stuprata,lo ha detto ad Amnesty International suo fratello.
Una delle ragazze che è stata tenuta nella stessa stanza come Jilan e altre 20,incluse due ragazze di 10 e 12 anni,hanno dichiarato a Amnesty International:””Un giorno ci hanno dato vestiti che sembravano costumi di ballo e ci hanno detto di fare il bagno e indossare quei vestiti.Jilan si è uccisa nel bagno.Si è tagliata i polsi e si è impiccata.Lei era molto bella;Penso che lei sapeva che stava per essere portati via da un uomo e questo è il motivo per cui si è uccisa”.La ragazza era tra coloro che poi sono fuggite.
Wafa, 27, un altra ex prigioniera,ha raccontato ad Amnesty International di come lei e sua sorella hanno tentato di togliersi la vita una notte dopo che i loro rapitori le hanno minacciate con il matrimonio forzato.Hanno tentato di strangolarsi con la sciarpa e ma due ragazze che dormivano nella stessa stanza si sono svegliate e le hanno fermate.Abbiamo legato le sciarpe al collo e tirato a distanza l’una dall’altra più forte che abbiamo potuto,fino a quando sono svenuta….
Dopo quello non ho potuto parlare per diversi giorni”ha detto.
La maggior parte degli autori sono uomini iracheni e siriani;molti di loro sono combattenti di IS ma gli altri si ritiene siano sostenitori del gruppo.Diversi ex prigioniere hanno affermato che state tenute in case di famiglie dove hanno vissuto insieme ai loro rapitori,alle loro mogli e bambini.
Molti sopravvissuti yezidi sono doppiamente influenzati in quanto stanno combattendo con la perdita di decine di loro parenti che o rimangono in prigionia o sono stati uccisi da IS.
Randa,unaragazza di 16 anni di un villaggio vicino al Monte Sinjar è stata rapita con decine di membri della sua famiglia,tra cui la madre pesantemente incinta.Randa è stato “venduta” o data come “regalo” per un uomo del doppio della sua età che l’ha violentata.Ha descritto l’impatto del suo calvario ad Amnesty International:”E ‘così doloroso quello che hanno fatto a me e alla mia famiglia.Da’esh (IS) ha rovinato le nostre vite …Cosa accadrà alla mia famiglia?
Non so se riuscirò mai rivederli ancora.” Il tributo fisico e psicologico della violenza sessuale terrificante che queste donne hanno subito è catastrofica.Molte di loro sono state torturate e trattate come bene mobile.Anche coloro che sono riuscite a fuggire rimangono fortemente traumatizzate “, ha dichiarato Donatella Rovera.
Il trauma delle vittime della violenza sessuale è ulteriormente aggravata dalla stigmatizzazione circostante dello stupro.
I sopravvissuti sentono che il loro “onore”, e quello delle loro famiglie, è stato offuscato e temono che la loro posizione nella società diminuirà di conseguenza.Molti sopravvissuti alla violenza sessuale non continuano a ricevere l’aiuto e il completo sostegno di cui hanno disperatamente bisogno.”Il governo regionale del Kurdistan, delle Nazioni Unite e di altre organizzazioni umanitarie che stanno fornendo sostegno medico e altri servizi di sostegno alle vittime di violenza sessuale devono intensificare i loro sforzi.Essi devono garantire rapidamente e attivamente tutti coloro che possono aver bisogno di loro, e che le donne e le ragazze siano a conoscenza del sostegno per loro “, ha detto Donatella Rovera.
Tali servizi dovrebbero includere servizi per la salute sessuale e riproduttiva, nonché consulenza e supporto al trauma.
Diha

martedì 23 dicembre 2014

Ricomincia la costruzione della diga di Ilisu

Fermare Ilisu – fermare la distruzione e l’instabilità!
Lo stato turco opere idrauliche(DSI) ha annunciato alcuni giorni fa,dopo quattro mesi di interruzione, che la costruzione della fortemente criticata diga di Ilisu e del progetto di centrale idroelettrica continueranno immediatamente.
Se la costruzione riparte,la diga di Ilisu sul fiume Tigri protrebbe essere finita il prossimo anno,il che porterebbe ad una enorme distruzione sociale,culturale ed ecologica e anche ad una maggiore instabilità politica.
La diga di Ilisu,la cui costruzione è stata avviata interamente nel 2010 dopo che un nuovo finanziamento è stato assicurato,è stata fermata nel 2014 dopo che tutti i lavoratori si sono dimessi.
In precedenza due importanti appaltatori della costruzione della diga erano stati arrestati dalle forze di difesa del popol(HPG).I guerriglieri del PKK li avevano avvertiti di non proseguire con la loro partecipazione nel progetto della diga di Ilisu e li hanno rilasciati dopo pochi giorni.
Tra gli altri, il PKK considera la diga di Ilisu come uno strumento contro di sé che approfondisce l’assimilazione della cultura curda.
Dopo le dimissioni dei lavoratori nell’agosto 2014 la costruzione della diga era stata completamente interrotta.Secondo il DSI 80% per cento della diga era stato completato prima dell’interruzione.
Alcuni metri di altitudine del corpo diga e una parte del canale di scarico e la maggior parte del lavoro della centrale idroelettrica non sono ancora state finite.
Il DSI ha informato che se la costruzione riparte, il sito della diga sarebbe protetto da un più alto numero di soldati di prima.Anche tutto il trasporto di materiale da costruzione al sito della diga sarebbe protetto dai militari.
Una visita al sito a metà novembre 2014 della nostra iniziativa ha affermato che le persone reinsediate del villaggio di Ilisu vivono in cattive condizioni.
Sono in debito perché le nuove case sono due volte più costose di quelle vecche.Erano abituati ad avere qualche opportunità di lavoro durante il periodo della costruzione,ma ora non sanno come guadagnare soldi.Non ci sono opportunità di reddito – in particolare perché non hanno più terra – nel loro quartiere.
Le infrastrutture sociali sono scarse.Quasi nessuna delle promesse è stata realizzata.C’è solo una scuola elementare e un parco giochi per bambini che sono stati costruiti.Oggi quasi nessuno dalle 45 famiglie a Ilisu considera la diga di Ilisu come un investimento positivo.
Dal 20006 nel contesto regionale tutti gli enti locali interessati hanno espresso che non vogliono la diga di Ilisu progetto.Tuttavia, il governo centrale ha cominciato a costruire questa diga, nonostante la maggior parte della popolazione regionale.
Chiediamo al DSI di prendere in considerazione che la continuazione della diga di Ilisu sarebbe un disastro per 80.000 persone colpite direttamente e per più persone nella più vasta regione.La natura unica e straordinaria del patrimonio culturale verrebbe distrutta in modo irreversibile.
Potrebbe anche portare ad un’instabiltà politica della Turchia perchè un’intervento militare del PKK può ripetersi.Questo può interessare negativamente il processo di negoziazione in corso tra il governo turco ed il PKK.Potrebbe essere interessato anche l’Iraq.
La guerra in corso negli ultimi mesi tra le diverse potenze mostra come i grandi progetti di infrastrutture idriche potrebbero accrescere il potenziale di conflitto.
Non c’è nessun altro progetto in Turchia in termini di potenziale di distruzione e di creazione di instabilità come la diga di Ilisu.
Di conseguenza, chiediamo in particolare alla società civile e ai responsabili politici in Turchia,in Iraq,in Medio Oriente e in Europa di protestare contro la decisione di DSI di continuare ccon questo progetto che potrebbe avere benefici solo per alcune aziende e gli interessi ristretti della Turchia a potenza regionale. La pressione politica sulla Turchia è più che mai necessaria.
fonte : Uiki Onlus

domenica 21 dicembre 2014

Simbel , un simbolo della lotta internazionale

Il seguente articolo è una traduzione dall’inglese di“Enternasyonal mücadelenin simgesi: Sibel” che originariamente è apparso su Özgür Gündem.
La resistenza contro l’ISIS a Kobanê la quale è in corso da più di tre mesi è diventata un simbolo della lotta internazionale.
Sibel Bulut una combattente dell’MLKP che ha perso la vita resistendo a Kobane dove stava combattendonel nome della solidarietà internazionale è entrata nella storia insieme a persone come Arîn Mîrkan e Kader Ortakaya.
La sezione di Istanbul del Movimento democratico delle donne libere(DÖKH)ha diramato un comunicato sctitto su Sibel Bulut(nome di guerra: Sarya Özgür)che ha perso la sua vita combattendo contro ISIS.
Nel comunicato,che indica come la rivoluzione delle donne ha continuato a crescere nel Rojava,si afferma che tutti gli attacchi contro Kobanê ed il Rojava più in generale sono stati effettuati consapevolmente[A causa di questo fatto].
Sono diventate la strada per la libertà
Il comunicato ha richiamato l’attenzione su tutti i combattenti di sesso femminile che sono state uccise a Kobanê:la compagna Sarya, una guerriera nella nostra lotta per la libertà delle donne che con tutto il cuore ha difeso la rivoluzione sulle barricate a Kobanê,ha dimostrato che la nostra lotta per la libertà è per tutti i popoli del Kurdistan e in Turchia e che non intendono tirarsi indietro da questa unità,proprio come ARIN Mîrxan e tutti i nostri compagni di sesso femminile e tutti i nostri martiri hanno anche dimostrato per questa ragione.Hanno aperto la strada alla vittoria e alla libertà per Kobanê e per la rivoluzione delle donne.”
Kobanê sarà incoronata con la vittoria
Il comunicato ha proseguito affermando che Sibel è passata alla storia come un simbolo delle di resistenza e di libertà delle donne,”Come tu hai portato la rivoluzione in tutte le direzioni ti facciamo questa promessa compagna Sarya:Kobanê sarà incoronata con la vittoria,Kobane verrà liberata e la marcia della rivoluzione delle donne continuerà nonostante tutti gli attacchi.Insieme costruiremo il socialismo democratico e la nazione democratica “.

Liberato il Centro della città di Sinjar

20 dicembre
L’ufficio stampa delle YPG ha riferito che il centro della città di Sinjar è stato liberato a seguito degli scontri che sono scoppiati sulla scia dell’operazione avviata oggi dalle forze delle HPGe e delle YBS per liberare Sinjar.
E ‘stato inoltre riportato dall’Ufficio Stampa delel YPG che aspri scontri continuano a verificarsi intorno Sinjar tra le bande e le forze delle HPG,delle YBS, come anche i combattenti delle YPG / YPJ che hanno ormai raggiunto Sinjar da Rojava.
Le YPG hanno affermato in un comunicato scritto che aspri scontri hanno avuto luogo nell’operazione avviata oggi alle 10 per liberare il centro di Sinjar,occupato dalle bende di ISIS dal 3 Agosto.
Il comunicato delle YPG è come segue:”Un’operazione è stata avviata oggi alle 10 allo scopo di liberare il centro della città di sinjar che è stato occupato dalle bende di ISIS il 3 Agosto.
Aspri scontri hanno avuto luogo nell’operazione,effettuata congiuntamente dalle forze delle HPG e delle YBS presenti sul Monte Sinjar e dei combattenti delle YPG/YPJ che hanno raggiunto la zona dal Rojava.A seguito degli scontri,il centro della città di Sinjar è stato liberato.
I dettagli dell’operazione saranno condivisi con il pubblico successivamente. “

martedì 2 dicembre 2014

Aperto un nuovo fronte dalla Turchia

Gli scontri tra l’ISIS e la resistenza di Kobanê hanno preso slancio dopo un’offensiva da parte delle bande dell’ISIS contro il confine di Mursitpinar, soprattutto dei villaggi di Serxet e Küçük Etmanek che si trovano sul territorio turco. Sono stati evacuati dall’esercito turco sotto il pretesto della sicurezza. Ora gli attacchi a Kobanê sono gestiti dai quattro fronti, est, sud, ovest e nord.
Questa mattina alle 5 un’autobomba proveniente dal territorio turco è esplosa mentre si stava dirigendo verso Kobanê dopo aver attraversato il confine di Mursitpinar. Dopo l’esplosione del veicolo, le bande dell’ISIS sono partite all’attacco su tutti e quattro i fronti. Hanno attaccato con armi pesanti e mortai sui fronti est, ovest e sud. Hanno anche attaccato il confine di Mursitpinar dalla Turchia.
Le bande dell’ISIS sono state viste nei pressi del silos situato proprio accanto al confine con il territorio turco. Le Unità di Difesa del Popolo, YPG e YPJ, hanno immediatamente replicato.
Le bande dell’ISIS sono anche state viste all’attacco dei villaggi di Kucuk Etmanek e Serxet dove occupano la moschea e le case. Eppure quei villaggi evacuati sono sotto costante sorveglianza da parte dell’esercito turco.
Il Prefetto di Urfa, Izettin Küçük, ha riconosciuto che l’ISIS era in territorio turco. Tuttavia, le forze di sicurezza turche vicino al confine non hanno in alcun modo risposto agli eventuali attacchi dal territorio turco da parte dell’ISIS.
Secondo un articolo di Diha apparso su Özgür Gündem, il governatore designato dallo stato(Vali)della provincia di Urfa, ha ammesso che ISIS ha combattenti in Turchia e sta attaccando Kobanê dal lato turco del confine.
L’ammissione segue un attacco di ISIS iniziato questa mattina alle ore 5.00 locali, al passaggio di confine di Mürşitpınar, quando un veicolo proveniente dalla Turchia è esploso lungo il confine.
Secondo funzionari delle YPG,i combattenti di ISIS hanno anche lanciato un’attacco al punto di passaggio del confine e alla città da posizioni all’interno di unità di silos per grano appartenenti alla TMO-organizzazione dello stato turco.
Nell’Incontro con il parlamentare dell’HDP İbrahim Ayhan il governatore Küçük ha ammesso che ISIS stava attaccando dalla Turchia.
Gli scontri continuano su tre fronti attorno al punto di passaggio del confine di Mürşitpinar a seguito degli attacchi di ISIS di questa mattina dalla Turchia di ISIS di questa mattina.Pesanti scontri sono scoppiati con ISIS dopo l’esplosione del primo camion bomba di questa mattina.
I combattenti di ISIS stanno anche continuando nei loro tentativi di infiltrare la città dai silos di grano della TMO, lungo il versante turco del confine vicino al passaggio di confine.Pesanti scontri sono in corso anche nei versanti orientali,occidentali e meridionali di Kobanê.

ISIS attacca Kobane dalla Turchia

29 novembre
Camion bomba dell’Isis fa 8 morti e 25 feriti.
Questa notte un finto camion di aiuti umanitari ha passato il gate del confine tra Turchia e Siria ed è entrato nella città di Kobane. Si è trattato in realtà di un camion-bomba esploso nella zona controllata da Ypg e Ypj che ha causato, ad oggi pomeriggio, 8 morti e almeno 25 feriti.
Già questo fatto è gravissimo, sia per la matrice terroristica adottata dall’Isis sia perchè è entrato da un confine strettamente controllato dall’esercito turco. Tanto per farvi capire, ieri abbiamo visto fermare al primo checkpoint militare un’ambulanza ed essere trattenuta a lungo.
L’altro fatto molto grave è che milizie dell’Isis hanno attaccato la città di Kobane dalla parte turca del confine, a nord della città di Kobane da alcuni silos di grano. Isis sta cercando di conquistare il gate, perchè questa zona rappresenta la principale via di approvvigionamento, nonché via di fuga per feriti e civili per Ypg e Ypj. E’ evidente l’importanza strategica di questo punto.Come si vede chiaramente dalla seguente foto i silos (sull’estrema destra dell’immagine) sono a poche centinaia di metri da un campo di militari turchi. Come è possibile che le milizie dell’Isis abbiano potuto attaccare indisturbate in una zona completamente controllata dall’esercito turco?
E’ da tempo che si denuncia che il confine sia poroso per l’Isis, ma oggi c’è stato un inquietante precedente.
Nel primo pomeriggio poi circa mille persone si sono radunate velocemente nel villaggio di Mehesser. Girava voce di un possibile sgombero del villaggio. Al calar del sole la minaccia è rientrata, però è da tempo che il governo turco vorrebbe creare una zona cuscinetto tra il confine e la città di Suruc. L’immediata mobilitazione di oggi è stata sicuramente un ottimo deterrente.
La difesa di questo e degli altri villaggi diventa fondamentale per impedire che il governo turco e l’Isis acquisiscano maggiore libertà di movimento.
fonte: ReteKurdistan

martedì 25 novembre 2014

La Mezzaluna Rossa curda lancia un appello per gli aiuti a Kobanê e Sinjar

23 novembre 2014
La campagna per gli aiuti per Kobane e Sinjar avviata da Heyva Sor a Kurdistan (Mezzaluna rossa curda)sta continuando.Il presidente dell’organizzazione di beneficienza, Suat Yalçın,ha affermato che hanno fornito milioni di euro in aiuti,e hanno chiesto alla gente di partecipare alla campagna. 
La Mezzaluna rossa curda ,che ha sede nella regione del Nord della Germania del Reno-Westfalia,continua la sua campagna di solidarietà con Kobanê e Sinjar.
Yalçın ha affermato che la campagna che hanno avviato il 5 Luglio ha assunto una nuova dimensione con gli attacchi di ISIS aggiungendo:”Molta gente è stata sfollata da questi attacchi.Dopo il 3 Agosto 6 carichi di camion sono stati inviati a Sinjar.E 250 tonnellate di cibo e 8 ambulanze sono state inviate al campo Newroz creato per gli yezidi nel cantone di  Cizire (Jazireh).Sono state soddisfatte anche le esigenze degli Yezidi nei campi del Nord Kurdistan. “
Yalçın ha aggiunto che tende sono state inviate nelle città di Amed, Şırnak, Mardin, Suruç, Malatya e Urfa per le popolazioni sfollate e 200.000 auro di attrezzature inviate a Kobanê. “Abbiamo anche fornito  un valore di 150.000 euro di aiuti per i campi per gli Yezidi a Sulaymaiyeh, Dohuk e Zakho nel Sud Kurdistan.Finora abbiamo inviato un totale di 1.825.000 euro di valore di materiali,20 tonnellate di medicine e di materiale sanitario.”
La gente deve continuare a sostenere la campagna
Suat Yalçın  ha dichiarato che la campagna sta continuando in tutta Europa,con la partecipazione della popolazione curda.Ha affermato inoltre che non sono stati in grado di assicurarsi la cooperazione delle istituzioni in Europa aggiungendo che questo ha dimostrato l’atteggiamento degli stati Europei verso i curdi.Ha detto inoltre che organizzazioni curde come la Federazione democratica degli Aleviti (FEDA),la Federazione delle associazioni degli Yezidi (FKÊ)e la Società islamica del Kurdistan(CİK) hanno lavorato con loro.
Suat Yalçın ha affermato che anche gente da America,Australia Giappone,Filippine, Georgia, Azerbaijan e Nuova Zelanda hanno contribuito alla loro campagna.Ha aggiunto che all’inizio avevano raccolto principalmente soldi,ma sono ora interessati anche a raccogliere cibo e vestiti da distribuire.
Egli ha detto che con l’arrivo dell’inverno la situazione peggiorerà. “Il nostro popolo non deve perdere il proprio spirito di mobilitazione. Ci devono aiutare con i soldi, medicine e attrezzature ospedaliere”, conclude.