domenica 28 ottobre 2012

Silenzio su centinaia di prigionieri curdi in sciopero della fame

Centinaia di prigionieri politici curdi hanno intrapreso uno sciopero della fame a tempo indefinito per protestare contro il trattamento delle autorità turche nei loro confronti. Attraverso quest'azione di protesta, alcuni pretendono nuovi processi ed esigono diritti linguistici, altri intendono attirare l'attenzione internazionale nei confronti del maltrattamento a cui vengono sottoposti i prigionieri politici curdi. 
Nonostante questo sciopero della fame - che sta giungendo alla sua sesta settimana - gli organi di stampa internazionali hanno mantenuto il silenzio. Ciò non sorprende particolarmente, se si pensa che gli stessi organi di stampa turchi hanno deliberatamente ignorato l'intera situazione.
Un blogger curdo spiega come ha avuto inizio la protesta. Memed Boran, al momento residente a Londra, racconta: 
«Il 12 settembre 2012, nove donne prigioniere al carcere di tipo E di Diyarbakir hanno intrapreso uno sciopero della fame a tempo indefinito. Nella dichiarazione che hanno rilasciato tramite gli avvocati hanno evidenziato due richieste: il diritto di utilizzare la madrelingua curda nella sfera pubblica, compreso in aula, e la rimozione degli ostacoli che impediscono al leader curdo imprigionato Abdullah Ocalan di negoziare in discorsi di pace con le autorità turche. Poco dopo, molti altri detenuti di prigioni di ogni angolo della Turchia, uomini e donne, si sono uniti allo sciopero della fame, alcune volte in gruppi e in certe prigioni individualmente. Ora ci sono 380 prigionieri in 39 prigioni che sono andati ben oltre lo sciopero della fame e arriveranno presto alla ‘morte rapida.’»
Il numero di prigionieri politici curdi è sconosciuto, ma secondo le organizzazioni di diritti umani sono centinaia, e ciò ha portato gli attivisti a credere che tutti costoro, o comunque un numero significativo, siano in sciopero della fame. Elif da Istanbul, afferma su Twitter che i media hanno scelto di ignorare i curdi in sciopero della fame e che molti di loro presto moriranno. 
Un attivista a favore dei curdi ( @Hevallo su Twitter), sta disperatamente tentando di convincere le persone su Twitter a mandare pastiglie di vitamina B1 ai prigionieri in sciopero della fame, in un tentativo di minimizzare i danni sui loro corpi nonché la potenziale conseguenza inevitabile, la morte. 
Su Facebook,  Sedat Yezdan rivela: 
«Negli ultimi 3 anni lo stato turco ha arrestato più di 10.000 curdi: studenti, bambini, madri, attivisti, giornalisti, avvocati, dottori, sindaci, deputati e molti membri del Partito della pace e democrazia (BDP).»
Gli scioperi della fame sono una forma di protesta non violenta, e, malgrado il numero in continua crescita, i media turchi hanno deliberatamente ignorato la loro situazione, sperando forse che, con il loro silenzio, le organizzazioni per i diritti umani seguissero un percorso simile. La mancanza di interviste con questi detenuti porta a giusitificare il silenzio stampa, in particolare per quei giornalisti che lamentano la mancanza di risorse.

fonte : La Stampa  25/10/2012

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