23
Ottobre 2012
Pubblichiamo un'intervista con un detenuto chiamato Önder, in sciopero della fame da 42 giorni. L'intervista è stata condotta da un gruppo di prigionieri e poi inviata a DIHA (Dicle News Agency).
*Puoi dirci di più su te? Quando e perchè sei stato incarcerato e cosa diresti riguardo il motivo della tua partecipazione a quest’azione?
-Sono nato nel distretto di Başkale a Van, nel 1981. Sono stato arrestato nel febbraio 2010 e messo in prigione ad Amed in seguito ad un'operazione politica contro i kurdi a causa della mia partecipazione ad un movimento giovanile prima del mio arresto. L'approccio politico che ha causato il mio arresto è continuato durante il processo. Mi è stato negato il diritto di auto-difesa in lingua madre durante il processo, conclusosi con la mia condanna a 24 anni di carcere. Oggi il problema kurdo ha raggiunto l'apice e decine di persone stanno morendo ogni giorno. Questa situazione ha raggiunto un punto di non ritorno. Credo che tutti dovrebbero fare qualcosa per raggiungere una soluzione, quindi anch’io voglio fare qualcosa. So già che far sentire la mia voce in carcere mi costerà la vita, ma vedo anche che è diventata una tortura guardare i nostri compagni morire ogni giorno, come il mio compagno di banco del liceo e la mia coinquilina dell'università. Per questo motivo ho deciso di aderire allo sciopero della fame fino a quando le nostre due richieste non saranno accettate.
*Ti sei unito allo sciopero della fame il 12 Settembre. Hai già dichiarato lo scopo della vostra azione, ma potresti ancora una volta evidenziare il vostro obiettivo e le vostre richieste?
-Abbiamo iniziato questo sciopero della fame per la libertà del leader kurdo Abdullah Öcalan e per la lingua madre dei kurdi. Si tratta di due aspetti importanti per il popolo kurdo. Chiunque voglia affrontare la questione kurda oggi, tra cui anche lo Stato turco e il governo, deve riconoscere il Sig. Öcalan come interlocutore. Questa è allo stesso tempo la ragione per cui è stato detenuto ad İmralı per quattordici anni e in isolamento negli ultimi quattordici mesi. In considerazione di ciò che abbiamo vissuto e testimoniato in questo periodo, risulta evidente che la soluzione del problema kurdo, il termine degli scontri e l’instaurazione della pace possano essere riassunti nella richiesta di libertà di Öcalan. La sua libertà oppure l'isolamento sono quindi direttamente collegati con la soluzione o con lo stallo del problema kurdo. La nostra seconda richiesta riguarda la questione del diritto alla lingua madre, ancora vietato ai kurdi, che sono stati privati di un diritto umano fondamentale. Non possiamo accettare di essere sottoposti ad ogni tipo di abusi a causa della nostra richiesta di difenderci nella nostra lingua madre presso i tribunali.
*Cosa pensi si proponga di raggiungere il governo dell’AKP con l’isolamento del leader del PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan) Abdullah Öcalan?
- Come è noto, lo Stato turco e il governo avevano condotto trattative con il signor Öcalan prima del periodo di isolamento degli ultimi quattordici mesi. Durante questi colloqui, il signor Öcalan ha presentato un contributo necessario per la questione kurda e la soluzione del problema del PKK, insieme ad altri auspicabili sviluppi come ad esempio un gruppo di pace da Kandil. Tuttavia, in quel periodo è apparso evidente che il governo AKP non aveva né una soluzione né un progetto o un’ intenzione per la soluzione del problema kurdo. L'isolamento di Öcalan è iniziato durante un processo e una situazione in cui il governo dell’AKP si è avventurato oltre il suo potere in Medio Oriente e ha respinto la maggior parte dei progetti presentati dal signor Öcalan riguardo i popoli che vi abitano. Nel fare questo, la Turchia è stata sostenuta da potenze occidentali nella sua intenzione di isolare il signor Öcalan dagli sviluppi regionali. Nella situazione attuale, le teorie e i piani del governo AKP sembrano essere andati storti, dal momento che si è ricominciato a parlare di negoziati ora.
*La lingua Kurda è proibita in tutta la regione. Cosa dovrebbero fare i Kurdi riguardo a ciò?
-Considerando ciò che lo Stato turco e il governo hanno fatto per la lingua kurda fino ad ora, è chiaro che cosa dovremmo aspettarci da parte di questi ultimi. Da parte nostra, dobbiamo garantire il miglioramento e l'istituzionalizzazione della nostra lingua, rifiutando di ricevere l'istruzione nella lingua di uno Stato che non fornisce l'istruzione in lingua madre. In questo modo il governo dovrà riconoscere i Kurdi e il Kurdistan o affrontare il fatto di essere uno stato basato sullo sfruttamento.
*Hai affermato che la vostra azione continuerà finchè non sarà raggiunto un risultato. Cosa chiederesti di fare ai kurdi e all’opinione pubblica democratica?
- Dal momento che il popolo kurdo ha sperimentato ogni tipo di dolore, quale l’essere soggetto alla morte, oltre ad abusi e trattamenti illeciti, oggi siamo arrivati al punto che condurrà alla libertà o alla morte. In qualità di attivista, io continuerò il mio sciopero della fame fino alla fine. Credo che il nostro popolo e l'opinione pubblica democratica mostrerà l'atteggiamento giusto".
ANF NEWS AGENCY
Pubblichiamo un'intervista con un detenuto chiamato Önder, in sciopero della fame da 42 giorni. L'intervista è stata condotta da un gruppo di prigionieri e poi inviata a DIHA (Dicle News Agency).
*Puoi dirci di più su te? Quando e perchè sei stato incarcerato e cosa diresti riguardo il motivo della tua partecipazione a quest’azione?
-Sono nato nel distretto di Başkale a Van, nel 1981. Sono stato arrestato nel febbraio 2010 e messo in prigione ad Amed in seguito ad un'operazione politica contro i kurdi a causa della mia partecipazione ad un movimento giovanile prima del mio arresto. L'approccio politico che ha causato il mio arresto è continuato durante il processo. Mi è stato negato il diritto di auto-difesa in lingua madre durante il processo, conclusosi con la mia condanna a 24 anni di carcere. Oggi il problema kurdo ha raggiunto l'apice e decine di persone stanno morendo ogni giorno. Questa situazione ha raggiunto un punto di non ritorno. Credo che tutti dovrebbero fare qualcosa per raggiungere una soluzione, quindi anch’io voglio fare qualcosa. So già che far sentire la mia voce in carcere mi costerà la vita, ma vedo anche che è diventata una tortura guardare i nostri compagni morire ogni giorno, come il mio compagno di banco del liceo e la mia coinquilina dell'università. Per questo motivo ho deciso di aderire allo sciopero della fame fino a quando le nostre due richieste non saranno accettate.
*Ti sei unito allo sciopero della fame il 12 Settembre. Hai già dichiarato lo scopo della vostra azione, ma potresti ancora una volta evidenziare il vostro obiettivo e le vostre richieste?
-Abbiamo iniziato questo sciopero della fame per la libertà del leader kurdo Abdullah Öcalan e per la lingua madre dei kurdi. Si tratta di due aspetti importanti per il popolo kurdo. Chiunque voglia affrontare la questione kurda oggi, tra cui anche lo Stato turco e il governo, deve riconoscere il Sig. Öcalan come interlocutore. Questa è allo stesso tempo la ragione per cui è stato detenuto ad İmralı per quattordici anni e in isolamento negli ultimi quattordici mesi. In considerazione di ciò che abbiamo vissuto e testimoniato in questo periodo, risulta evidente che la soluzione del problema kurdo, il termine degli scontri e l’instaurazione della pace possano essere riassunti nella richiesta di libertà di Öcalan. La sua libertà oppure l'isolamento sono quindi direttamente collegati con la soluzione o con lo stallo del problema kurdo. La nostra seconda richiesta riguarda la questione del diritto alla lingua madre, ancora vietato ai kurdi, che sono stati privati di un diritto umano fondamentale. Non possiamo accettare di essere sottoposti ad ogni tipo di abusi a causa della nostra richiesta di difenderci nella nostra lingua madre presso i tribunali.
*Cosa pensi si proponga di raggiungere il governo dell’AKP con l’isolamento del leader del PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan) Abdullah Öcalan?
- Come è noto, lo Stato turco e il governo avevano condotto trattative con il signor Öcalan prima del periodo di isolamento degli ultimi quattordici mesi. Durante questi colloqui, il signor Öcalan ha presentato un contributo necessario per la questione kurda e la soluzione del problema del PKK, insieme ad altri auspicabili sviluppi come ad esempio un gruppo di pace da Kandil. Tuttavia, in quel periodo è apparso evidente che il governo AKP non aveva né una soluzione né un progetto o un’ intenzione per la soluzione del problema kurdo. L'isolamento di Öcalan è iniziato durante un processo e una situazione in cui il governo dell’AKP si è avventurato oltre il suo potere in Medio Oriente e ha respinto la maggior parte dei progetti presentati dal signor Öcalan riguardo i popoli che vi abitano. Nel fare questo, la Turchia è stata sostenuta da potenze occidentali nella sua intenzione di isolare il signor Öcalan dagli sviluppi regionali. Nella situazione attuale, le teorie e i piani del governo AKP sembrano essere andati storti, dal momento che si è ricominciato a parlare di negoziati ora.
*La lingua Kurda è proibita in tutta la regione. Cosa dovrebbero fare i Kurdi riguardo a ciò?
-Considerando ciò che lo Stato turco e il governo hanno fatto per la lingua kurda fino ad ora, è chiaro che cosa dovremmo aspettarci da parte di questi ultimi. Da parte nostra, dobbiamo garantire il miglioramento e l'istituzionalizzazione della nostra lingua, rifiutando di ricevere l'istruzione nella lingua di uno Stato che non fornisce l'istruzione in lingua madre. In questo modo il governo dovrà riconoscere i Kurdi e il Kurdistan o affrontare il fatto di essere uno stato basato sullo sfruttamento.
*Hai affermato che la vostra azione continuerà finchè non sarà raggiunto un risultato. Cosa chiederesti di fare ai kurdi e all’opinione pubblica democratica?
- Dal momento che il popolo kurdo ha sperimentato ogni tipo di dolore, quale l’essere soggetto alla morte, oltre ad abusi e trattamenti illeciti, oggi siamo arrivati al punto che condurrà alla libertà o alla morte. In qualità di attivista, io continuerò il mio sciopero della fame fino alla fine. Credo che il nostro popolo e l'opinione pubblica democratica mostrerà l'atteggiamento giusto".
ANF NEWS AGENCY
Centinaia di prigionieri sono in sciopero della fame, alcuni sin dal 12
settembre, in decine di carceri della Turchia. I detenuti protestano contro il
rifiuto delle autorità di Ankara di autorizzare colloqui tra Abdullah Ocalan,
leader del Partito dei lavoratori del Kurdistan, e il suo avvocato. Chiedono
inoltre di poter usare la loro madrelingua curda nella sfera pubblica e nel
campo dell'istruzione.
Lo sciopero della fame è una protesta pacifica e le autorità della Turchia hanno il dovere di rispettare il diritto alla libertà d'espressione dei prigionieri, compreso il diritto a protestare in tale forma.
Amnesty International si è detta preoccupata per le notizie secondo le quali prigionieri in sciopero della fame nelle carceri di Silivri e Sakran sono stati posti in isolamento e che in quella di Tekirdag le guardie carcerarie hanno sottoposto a maltrattamenti chi sta prendendo parte alla protesta. Le autorità penitenziarie avrebbero inoltre, in alcuni casi, limitato l'accesso ad acqua, zucchero, sale, vitamine e altre sostanze che vengono aggiunte all'acqua assunta dai prigionieri in sciopero della fame.
Amnesty International ha sollecitato le autorità turche a garantire che non saranno prese misure punitive nei confronti dei prigionieri in sciopero della fame e che sia rispettato il divieto assoluto di tortura e di altri maltrattamenti. Ha inoltre chiesto che i prigionieri in sciopero della fame abbiano adeguato accesso a personale medico qualificato e a ogni trattamento di cui abbiano bisogno. Infine, ha preteso l'avvio di indagini immediate, approfondite, imparziali ed efficaci su tutte le denunce di punizioni e maltrattamenti inflitti a detenuti in sciopero della fame.(Amnesty International)
Lo sciopero della fame è una protesta pacifica e le autorità della Turchia hanno il dovere di rispettare il diritto alla libertà d'espressione dei prigionieri, compreso il diritto a protestare in tale forma.
Amnesty International si è detta preoccupata per le notizie secondo le quali prigionieri in sciopero della fame nelle carceri di Silivri e Sakran sono stati posti in isolamento e che in quella di Tekirdag le guardie carcerarie hanno sottoposto a maltrattamenti chi sta prendendo parte alla protesta. Le autorità penitenziarie avrebbero inoltre, in alcuni casi, limitato l'accesso ad acqua, zucchero, sale, vitamine e altre sostanze che vengono aggiunte all'acqua assunta dai prigionieri in sciopero della fame.
Amnesty International ha sollecitato le autorità turche a garantire che non saranno prese misure punitive nei confronti dei prigionieri in sciopero della fame e che sia rispettato il divieto assoluto di tortura e di altri maltrattamenti. Ha inoltre chiesto che i prigionieri in sciopero della fame abbiano adeguato accesso a personale medico qualificato e a ogni trattamento di cui abbiano bisogno. Infine, ha preteso l'avvio di indagini immediate, approfondite, imparziali ed efficaci su tutte le denunce di punizioni e maltrattamenti inflitti a detenuti in sciopero della fame.(Amnesty International)
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