Visualizzazione post con etichetta fuoco. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta fuoco. Mostra tutti i post

martedì 12 marzo 2013

il Newroz di quest’anno è d’importanza storica

I co-Presidenti del Congresso della Società Democratica (DTK) Ahmet Türk ed Aysel Tuğluk e quelli del Partito della Pace e della Democrazia (BDP) Selahattin Demirtaş e Gültan Kışanak hanno tenuto una conferenza stampa presso la sede del DTK a Diyarbakır sulle celebrazioni del Newroz che avverranno quest’anno nel Kurdistan Settentrionale ed in Turchia.
Effettuando il primo intervento, Ahmet Türk ha affermato che il Newroz di quest’anno del 21 Marzo sarà celebrato in massa dal popolo kurdo, dalle organizzazioni non-governative, dal BDP e dal DTK. Ha sottolineato che il Newroz sarà celebrato in 42 città e 130 località centrali; il popolo kurdo esprimerà le sue richieste per la pace e la libertà del sig. Öcalan durante il Newroz, considerato quest’anno come l’inizio di un nuovo periodo e della rivolta degli oppressi.
Riferendosi alle celebrazioni ad Amed, Türk ha affermato che sono state invitate a partecipare 1950 persone, partiti ed istituzioni. Ha infine concluso il suo intervento invitando tutto il popolo kurdo a scendere in strada nelle zone in cui sarà tenuto il Newroz ed a partecipare al corteo per la libertà.
Intervenendo in seguito, Aysel Tuğluk ha affermato che il Newroz di quest’anno avrà un significato storico per il fatto di coincidere con il processo di dialogo con il leader kurdo per una soluzione democratica e pacifica della questione kurda. La Tuğluk ha sottolineato che questo processo storico condurrà alla determinazione del futuro della Turchia e del popolo kurdo: “In qualità di istituzioni e formazioni kurde democratiche, attribuiamo grande importanza al processo in corso e continueremo a dare prova di responsabilità ed a fornire il nostro contributo per garantire che questo processo possa condurre ad una soluzione, alla democrazia ed alla libertà. Questo Newroz è perció di grande importanza”.
La Tuğluk ha affermato che il popolo kurdo scenderà in strada durante il giorno del Newroz per chiedere il dialogo ed i negoziati in favore della questione kurda, la libertà per Öcalan ed uno status politico per il Kurdistan. “Continueremo a lavorare per la democrazia e per una soluzione democratica”, ha aggiunto.
Riferendosi al rapporto recentemente pubblicato dalla Sottocommissione parlamentare su Uludere che sta indagando sul massacro di Roboski, ha affermato che il DTK ed il BDP hanno richiesto il suo ritiro, sottolineando che la pace non potrà essere stabilita finchè lo Stato turco non affronterà il massacro di Roboski e le altre uccisioni di massa e finchè non farà luce sui colpevoli, li condurrà a giudizio e porgerà le sue scuse al popolo kurdo per queste tragedie.
Intervenendo in seguito, Selahattin Demirtaş ha osservato che il messaggio che Öcalan dovrebbe inviare durante il Newroz di quest’anno determinerà la strada del nuovo periodo.
Demirtaş ha sottolineato che nell’attuale processo è importante essere in grado di discutere tutti i problemi su una base democratica e politica, senza guerra, massacri e scontri.
Intervenendo alla fine, Gültan Kışanak ha invitato tutti coloro che si schierano in favore di una soluzione e di un futuro democratico a scendere in strada il giorno del Newroz per dare un contributo alla creazione della pace.
ANF Amed

giovedì 22 marzo 2012

L'altra faccia del Newroz

Per coloro che ormai da anni seguono il Newroz, quello di Dersim non puo' che stupire. Oltre alle ımmancabili bandiere del Bdp, partito promotore della celebrazione, la piazza si rıempie di slogan e sımboli dei maggiori sindacati e partiti di sinistra. Un Newroz particolarmente politicizzato che mostra, ancora una volta, l'anima plurima di questa comunità millenaria. Il Newroz inizia con una marcia alla quale partecipano tutte le realtà politiche e sociali che confluiscono nella piazza dove si staglia la statua di Seit Trisal, uno dei protagonisti della resistenza al genocidio del '38.
Non mancano momenti di tensione. All'ingresso della piazza un gruppo di ragazzi ha infatti forzato il blocco della polizia. Le forze dell'ordine non hanno pero' reagito, e i giovani sono stati bloccati dal servizio di sicurezza interno al Newroz.

La festa si è svolta senza incidenti, e questo ci ha permesso anche di dedicare un pomeriggio alla visita della riserva nazionale, nella valle del Munsur. Questo luogo è la memoria storica di Dersim. Insieme ai suoi abitanti è stato protagonista del genocidio del '38, quando centinaia di persone vennero gettate vive dai dirupi, tanto da tingere di rosso il fıume che vi scorre.
Non possiamo che trattenere il fiato di fronte alla distesa bıanca che si staglıa davanti a noi: il paesaggio è ricoperto da almeno tre metri di neve, che per sciogliersi completamente dovrà attendere il sole di giugno. Questa valle rischia di essere sommersa per sempre a causa dell'ormai tristemente famoso progetto Gap.

Dopo essere rısaliti fino alla fonte del Munzur tornıamo in città, dove ci attende la sindaca. Come il popolo che rappresenta, anche lei ha alle spalle una storia dolorosa, fatta di parentı morti o scomparsi. Nonostante questo, ci illustra il modello di amministrazione che la città propone. Un grande spazio vıene dato alle donne e alla questione ecologica. Non meno ımportante è l'impegno per l'insegnamento della lingua madre, che viene attuato attraverso dei dopo scuola che hanno lo scopo di sostenere l'apprendimento della lingua zazà.

domenica 13 marzo 2011

Che cos'è il Newroz

Lo scrittore persiano Firdusi nel poema "Il libro dei re narra di un tiranno, Dahok ,che aveva sulle spalle due mostruose escrescenze, due serpenti, che dovevano essere alimentati ogni giorno con il cervello di due giovani. Il primo a ribellarsi a quell'orrendo tributo fu un semplice fabbro, Kawa. Kawa riuscì a farsi ricevere dal sovrano dinnanzi all'assemblea dei grandi e gridò: «Sono Kawa, sire. Chiedo giustizia e me la devi accordare... E' da tempo che eserciti su di me la tirannia, più volte mi affondasti il pugnale nel petto. Se non avevi la volontà di opprimermi, perché hai levato la mano sui miei figli? Ne possedevo diciassette, ora non me ne resta che uno. Rendimi quest'unico figlio Il tiranno, turbato da segni premonitori di sciagura, ordinò che al fabbro fosse restituito l'ultimo figlio, poi chiese a Kawa di sottoscrivere una dichiarazione, stesa dai suoi dignitari, che proclamava la dignità e la giustizia del sovrano. Kawa lesse quella falsa dichiarazione, la strappò, la calpestò e usci dalla reggia con il figlio. Percorse le strade della città chiamando a raccolta la folla contro l'ingiustizia.... Dal tempio del fuoco si levò un grido: "Non tollereremo che Dahok resti sul trono, l'empio dalle spalle coronate di serpenti". Soldati e cittadini si presentarono uniti al combattimento e la loro massa sembrava una montagna. Dalla città splendente si innalzò una polvere che oscurò il sole». Così Dahok venne sconfitto per sempre.
La storia nazionale e il calendario, per i kurdi, hanno origine dalla rivoluzione popolare guidata dal fabbro Kawa e iniziano il 21 marzo dei 612 a.C. E', questo, l'anno della caduta di Ninive, la capitale del potere assiro, simbolicamente rappresentato nel tiranno serpentiforme Dahok, il cui regno durò mille anni. Kawa apparteneva al “ popolo delle montagne “come viene definita la catena dei monti del Kurdistan in una iscrizione assira.Esse offrivano rifugio contro la barbarie dei conquistatori e rendevano difficile e a volte impossibile la penetrazione delle armate assire; già allora quei montanari avevano sviluppato le tecniche di guerriglia descritte da Senofonte nella sua Anabasi, tecniche di resistenza fondate sulla perfetta conoscenza di un territorio aspro e impervio che si sono perpetuate nei secoli; la lotta di un popolo contro le invasioni si può considerare una delle particolarità della cultura dei kurdi per i quali il capodanno iranico, Newroz, è la festa nazionale della liberazione, celebrata ovunque nel mondo in ricordo dell'impresa di Kawa: il fabbro aveva trasmesso la notizia a tutto il paese con grandi falò accesi di vetta in vetta.
L'accendere i falò prima dell'alba dell'equinozio di primavera è una tradizione del mondo agricolo indo europeo che si perde nella notte dei tempi; questa usanza ben si conciliò, più tardi, con la religione che, attraverso il profeta Zardasht (Zarathustra) pacificamente si diffuse tra i popoli iranici: i primi a credere in un unico Dio, Ahura Mazda, il buono, onorato con il fuoco perenne. In una folgorante sintesi culturale, nel mito di Kawa e nel significato del capodanno kurdo si fondono i falò della primavera, la sacra fiamma del mazdeismo e il fuoco della libertà.

(Laura Schrader, "Il diritto di esistere.Storie di Kurdi e Turchi insieme per la libertà"Torino, Edizioni Gruppo Abele, 1999 )