Per coloro che ormai da anni seguono il Newroz, quello di Dersim non puo' che stupire. Oltre alle ımmancabili bandiere del Bdp, partito promotore della celebrazione, la piazza si rıempie di slogan e sımboli dei maggiori sindacati e partiti di sinistra. Un Newroz particolarmente politicizzato che mostra, ancora una volta, l'anima plurima di questa comunità millenaria. Il Newroz inizia con una marcia alla quale partecipano tutte le realtà politiche e sociali che confluiscono nella piazza dove si staglia la statua di Seit Trisal, uno dei protagonisti della resistenza al genocidio del '38.
Non mancano momenti di tensione. All'ingresso della piazza un gruppo di ragazzi ha infatti forzato il blocco della polizia. Le forze dell'ordine non hanno pero' reagito, e i giovani sono stati bloccati dal servizio di sicurezza interno al Newroz.
La festa si è svolta senza incidenti, e questo ci ha permesso anche di dedicare un pomeriggio alla visita della riserva nazionale, nella valle del Munsur. Questo luogo è la memoria storica di Dersim. Insieme ai suoi abitanti è stato protagonista del genocidio del '38, quando centinaia di persone vennero gettate vive dai dirupi, tanto da tingere di rosso il fıume che vi scorre.
Non possiamo che trattenere il fiato di fronte alla distesa bıanca che si staglıa davanti a noi: il paesaggio è ricoperto da almeno tre metri di neve, che per sciogliersi completamente dovrà attendere il sole di giugno. Questa valle rischia di essere sommersa per sempre a causa dell'ormai tristemente famoso progetto Gap.
Dopo essere rısaliti fino alla fonte del Munzur tornıamo in città, dove ci attende la sindaca. Come il popolo che rappresenta, anche lei ha alle spalle una storia dolorosa, fatta di parentı morti o scomparsi. Nonostante questo, ci illustra il modello di amministrazione che la città propone. Un grande spazio vıene dato alle donne e alla questione ecologica. Non meno ımportante è l'impegno per l'insegnamento della lingua madre, che viene attuato attraverso dei dopo scuola che hanno lo scopo di sostenere l'apprendimento della lingua zazà.
Nessun commento:
Posta un commento