Durante una conferenza stampa di fronte al
tribunale di Çağlayan ad Istanbul, il caporedattore del giornale Özgür Gündem
Eren Keskin ha dichiarato che la repressione contro la stampa kurda è il simbolo
della repressione contro la libertà di pensiero in Turchia. Riferendosi agli
attentati e alle uccisioni a cui hanno dovuto far fronte i giornalisti kurdi
finora, Keskin ha sottolineato: “Anche oggi, ci obbligano a scegliere tra la
morte e il carcere”.
Alla dichiarazione di Keskin ha fatto seguito quella del giurista delle Nazioni Unite, ex Parlamentare e giornalista Norman Peache che, a nome della delegazione tedesca giunta ad Istanbul per seguire il processo, ha espresso profonda preoccupazione riguardo ai recenti sviluppi della situazione in Turchia, sottolineando la questione della soppressione del principio di separazione dei poteri nel paese. Peache ha valutato l´arresto di circa 100 giornalisti un “oltraggio”, rimarcando che la repressione verso di loro minaccia tutti coloro che si occupano di giornalismo in Turchia. “Siamo presenti qui anche per protestare contro la perdita d´indipendenza della magistratura turca”, ha dichiarato, aggiungendo che la delegazione tedesca seguirà anche altri processi riguardanti l´Unione delle Comunità Kurde (KCK) e non permetterà che il governo turco nasconda la verità.
Intervenendo dopo Peache, la co-Presidente del Partito della Pace e della Democrazia (BDP) Gültan Kışanak ha invitato tutti i giornalisti ad adottare un atteggiamento comune contro la repressione del Primo Ministro Recep Tayyip Erdoğan verso la categoria, che sta venendo processata a causa delle informazioni che fornisce all´opinione pubblica sugli sviluppi nel paese. “Il Primo Ministro vuole che i giornalisti chiudano gli occhi a partire dal massacro di Roboski avvenuto nel recente passato fino a quello di Afyon, ed anche per altre situazioni simili che accadranno in futuro. Il governo vuole apertamente avere un suo proprio pensiero ed è probabile che faccia ulteriori passi avanti in questo senso se non incontra un´opinione pubblica critica verso le sue pratiche”.
La Kışanak ha richiamato l´attenzione sull´intensa repressione in Turchia, la quale si è tramutata in prigione per sindacalisti, avvocati, giornalisti e numerosi altri gruppi della società.
Il parlamentare del BDP di Istanbul Sırrı Süreyya Önder ha considerato l´arresto dei giornalisti come un fatto privo di fondamenti legali aggiungendo: “L´esistenza di un problema Turco in questo paese è un dato di fatto perchè qui non si puó andare oltre la Turchità, visto che la questione kurda è sempre stata discussa in assenza dei reali interlocutori e dei rappresentanti politici legati al problema”.
La co-Presidente del Congresso della Società Democratica (DTK) Aysel Tuğluk ha sottolineato che l´arresto dei giornalisti è stato effettuato sotto la copertura del caso KCK, definito da lei stessa “imbarazzante”. “Sono stati arrestati perché non rientrano nella stampa di protocollo del Primo Ministro”, ha aggiunto.
ANF NEWS AGENCY
Alla dichiarazione di Keskin ha fatto seguito quella del giurista delle Nazioni Unite, ex Parlamentare e giornalista Norman Peache che, a nome della delegazione tedesca giunta ad Istanbul per seguire il processo, ha espresso profonda preoccupazione riguardo ai recenti sviluppi della situazione in Turchia, sottolineando la questione della soppressione del principio di separazione dei poteri nel paese. Peache ha valutato l´arresto di circa 100 giornalisti un “oltraggio”, rimarcando che la repressione verso di loro minaccia tutti coloro che si occupano di giornalismo in Turchia. “Siamo presenti qui anche per protestare contro la perdita d´indipendenza della magistratura turca”, ha dichiarato, aggiungendo che la delegazione tedesca seguirà anche altri processi riguardanti l´Unione delle Comunità Kurde (KCK) e non permetterà che il governo turco nasconda la verità.
Intervenendo dopo Peache, la co-Presidente del Partito della Pace e della Democrazia (BDP) Gültan Kışanak ha invitato tutti i giornalisti ad adottare un atteggiamento comune contro la repressione del Primo Ministro Recep Tayyip Erdoğan verso la categoria, che sta venendo processata a causa delle informazioni che fornisce all´opinione pubblica sugli sviluppi nel paese. “Il Primo Ministro vuole che i giornalisti chiudano gli occhi a partire dal massacro di Roboski avvenuto nel recente passato fino a quello di Afyon, ed anche per altre situazioni simili che accadranno in futuro. Il governo vuole apertamente avere un suo proprio pensiero ed è probabile che faccia ulteriori passi avanti in questo senso se non incontra un´opinione pubblica critica verso le sue pratiche”.
La Kışanak ha richiamato l´attenzione sull´intensa repressione in Turchia, la quale si è tramutata in prigione per sindacalisti, avvocati, giornalisti e numerosi altri gruppi della società.
Il parlamentare del BDP di Istanbul Sırrı Süreyya Önder ha considerato l´arresto dei giornalisti come un fatto privo di fondamenti legali aggiungendo: “L´esistenza di un problema Turco in questo paese è un dato di fatto perchè qui non si puó andare oltre la Turchità, visto che la questione kurda è sempre stata discussa in assenza dei reali interlocutori e dei rappresentanti politici legati al problema”.
La co-Presidente del Congresso della Società Democratica (DTK) Aysel Tuğluk ha sottolineato che l´arresto dei giornalisti è stato effettuato sotto la copertura del caso KCK, definito da lei stessa “imbarazzante”. “Sono stati arrestati perché non rientrano nella stampa di protocollo del Primo Ministro”, ha aggiunto.
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