6 Settembre 2012
I co-presidenti del Partito della Pace e della Democrazia (BDP) Selahattin Demirtaş e Gültan Kışanak hanno tenuto giovedì una conferenza stampa nell’ufficio del BDP di Diyarbakır sui più recenti sviluppi della situazione in Turchia. Demirtaş e la Kışanak hanno duramente criticato le dichiarazioni del Primo Ministro Erdoğan, che ha accusato i membri del BDP di terrorismo facendo intendere che dovrebbero essere di conseguenza privati dell’immunità parlamentare.
Il primo discorso della conferenza è stato pronunciato da Demirtaş, che ha sottolineato che nè le minacce nè gli insulti del Primo Ministro contribuiranno alla pace e ad una soluzione della questione kurda.
Demirtaş ha richiamato l’attenzione sulla road map presentata dal BDP per fermare il clima di tensione e sangue nel paese ed ha proseguito affermando che il Primo Ministro ha rifiutato di accettare queste proposte e si deve perciò ritenere l’unico responsabile dei conflitti in corso.
“Provocare i kurdi e dissuaderli dall’idea dell’autonomia democratica ha fornito un ruolo internazionale al Primo Ministro, ma egli non può imporre il concetto di terrorismo alla popolazione kurda”.
Intervenendo dopo Demirtaş, la co-presidente Gültan Kışanak ha ricordato anche le dichiarazioni offensive del Primo Ministro che hanno colpito i deputati kurdi in relazione alla conversazione intrattenuta con i guerriglieri, durante un controllo stradale sulla strada per Şemdinli a metà Agosto.
“A Şemdinli, non ho abbracciato un nemico ma una persona che ha scelto le montagne a rischio della sua stessa vita. I guerriglieri non sono miei nemici. La morte di trentamila giovani kurdi riflette un problema morale ed è compito di ogni persona portarli giù dalle montagne ed includerli nella vita sociale”, ha dichiarato la Kışanak in risposta ad Erdoğan.
Ricordando il colpo di stato militare del 12 Settembre 1980 in cui è stata obbligata a dire di essere “turca” ed il momento attuale in cui il Primo Ministro definisce la questione kurda come un problema di terrorismo, la Kışanak ha aggiunto: “Non dirò di essere turca nè mi piegherò alle minacce dal momento che ci stiamo muovendo in questa direzione per pagare un prezzo. Nessuno dovrebbe pensare che faremo dei passi indietro”.
ANF NEWS AGENCY
I co-presidenti del Partito della Pace e della Democrazia (BDP) Selahattin Demirtaş e Gültan Kışanak hanno tenuto giovedì una conferenza stampa nell’ufficio del BDP di Diyarbakır sui più recenti sviluppi della situazione in Turchia. Demirtaş e la Kışanak hanno duramente criticato le dichiarazioni del Primo Ministro Erdoğan, che ha accusato i membri del BDP di terrorismo facendo intendere che dovrebbero essere di conseguenza privati dell’immunità parlamentare.
Il primo discorso della conferenza è stato pronunciato da Demirtaş, che ha sottolineato che nè le minacce nè gli insulti del Primo Ministro contribuiranno alla pace e ad una soluzione della questione kurda.
Demirtaş ha richiamato l’attenzione sulla road map presentata dal BDP per fermare il clima di tensione e sangue nel paese ed ha proseguito affermando che il Primo Ministro ha rifiutato di accettare queste proposte e si deve perciò ritenere l’unico responsabile dei conflitti in corso.
“Provocare i kurdi e dissuaderli dall’idea dell’autonomia democratica ha fornito un ruolo internazionale al Primo Ministro, ma egli non può imporre il concetto di terrorismo alla popolazione kurda”.
Intervenendo dopo Demirtaş, la co-presidente Gültan Kışanak ha ricordato anche le dichiarazioni offensive del Primo Ministro che hanno colpito i deputati kurdi in relazione alla conversazione intrattenuta con i guerriglieri, durante un controllo stradale sulla strada per Şemdinli a metà Agosto.
“A Şemdinli, non ho abbracciato un nemico ma una persona che ha scelto le montagne a rischio della sua stessa vita. I guerriglieri non sono miei nemici. La morte di trentamila giovani kurdi riflette un problema morale ed è compito di ogni persona portarli giù dalle montagne ed includerli nella vita sociale”, ha dichiarato la Kışanak in risposta ad Erdoğan.
Ricordando il colpo di stato militare del 12 Settembre 1980 in cui è stata obbligata a dire di essere “turca” ed il momento attuale in cui il Primo Ministro definisce la questione kurda come un problema di terrorismo, la Kışanak ha aggiunto: “Non dirò di essere turca nè mi piegherò alle minacce dal momento che ci stiamo muovendo in questa direzione per pagare un prezzo. Nessuno dovrebbe pensare che faremo dei passi indietro”.
ANF NEWS AGENCY
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