Diyarbakir (Turchia), 20 marzo 2015, Nena News – Nel giorno e
nelle ore in cui l’alto commissariato Onu per i diritti umani accusa
Daesh (acronomo arabo per Isis) di aver compiuto un efferato
genocidio contro l’indifesa popolazione degli yazidi, popolo di origine
sincretica presente secolarmente sul territorio mesopotamico, la
delegazione italiana di Osservatori Internazionali per il Newroz 2015 –
Diyarbakir si trova proprio di fronte ai cancelli di un campo profughi
Yazid. Sono profughi dei monti del Gebel Singiār (Iraq) e il
campo rappresenta un esempio tangibile della fuga dal massacro, a quelli
che si possono definire, già oggi, i sopravvissuti.
Un signore dallo sguardo sofferto ma ancora ospitale ci racconta la
sua storia, emblema di molte altre che abbiamo ascoltato, compreso e
condiviso, con la mente attenta e il cuore solidale: “Ringraziamo il Pkk
perché se non fosse per loro (del popolo degli Yazidi) non ne sarebbe
sopravvissuto neanche uno”.
La comunità internazionale si trova di fronte ad un genocidio ancora
in corso, ancora vivido, ancora disperatamente presente in questi
giorni.
I kurdi combattenti, diramazione del partito clandestino Pkk, sono i soli ad aver aiutato la popolazione degli yazidi, ad aver garantito loro una via di fuga conquistata con il sangue ed il sudore, per poi ospitare i sopravvissuti in un evidente coerenza solidale in quella che è considerata da molti la capitale del Kurdistan Turco: Diyarbakir. Nena News
I kurdi combattenti, diramazione del partito clandestino Pkk, sono i soli ad aver aiutato la popolazione degli yazidi, ad aver garantito loro una via di fuga conquistata con il sangue ed il sudore, per poi ospitare i sopravvissuti in un evidente coerenza solidale in quella che è considerata da molti la capitale del Kurdistan Turco: Diyarbakir. Nena News
*Osservatore internazionale, delegazione Italiana Newroz 2015 – Diyarbakir (Amed)
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