Diyarbakir (Turchia), 24 marzo 2015, Nena News -
“Biji Biji Kobane, Viva Viva Kobane”: questo lo slogan intonato a gran
voce dalle oltre un milione di persone presenti il 21 marzo 2015 al
Newroz di Diyarbakir (Amed in lingua curda), il saluto alla primavera, la più importante festività kurda.
Un momento di celebrazione vietato dal governo di Ankara fino
all’anno 2000; ancora oggi seppur ormai legalizzato, viene spesso
represso o osteggiato in varie forme. Quando si tenta di reprimere un
popolo la prima cosa su cui si agisce è la sua felicità: in questo
giorno dai colori sgargianti verde, giallo e rosso l’identità kurda si
esprime al suo massimo livello, cosi la volontà di resistere e di andare
avanti.
Nonostante la forte pioggia i discorsi si alternano a musiche e
balli, gli applausi si mescolano al segno di vittoria fatto con la mano.
“Questo è un Newroz di resistenza – inizia così Asia Abdullah,
co-presidente del PYD, il Partito dell’unione Democratica del Rojava,
qui appositamente da uno dei cantoni kurdi presenti in Siria – Nessun
potere può indebolire il fuoco del Newroz” continua, riferendosi ai
due sanguinosi attacchi terroristici avvenuti proprio il giorno prima al
Newroz di Hesekê nel cantone Cizirê del Rojava, dove due autobombe
hanno lasciato 20 morti e 70 feriti.
Secondo l’osservatorio per i diritti umani della Siria oltre ai due
veicoli vi è stata una terza esplosione nel quartiere di Al-Mufti
causata da un kamikaze dell’Isis. Le gang del califfato di Al-Baghdadi
avevano già minacciato i kurdi di trasformare in un bagno di sangue la
loro festività principale.
“Biji Biji kobane,Viva Viva Kobane” viene scandito nuovamente in
segno di resistenza. Infine, quando la lettera di Ocalan, il leader
kurdo per antonomasia, giunge dal carcere Imrali dove è detenuto dallo
stato turco fin dalla sua cattura avvenuta nel 1999, il boato fra della
folla è immenso. Il messaggio viene letto emblematicamente sia in curdo
che in turco e tra i vari punti recita come le “guerre di
identità insensate e spietate” sono il risultato della “crisi
neo-liberale causata dal capitalismo imperialista e dai suoi
collaboratori a livello locale”.
Ribadisce inoltre la linea tenuta dal 2013, sempre annunciata durante un Newroz : “Riteniamo
che sia necessario che il Pkk convochi un congresso straordinario per
mettere fine a 40 anni di conflitto armato con la Repubblica di Turchia e per adeguarsi allo spirito di questa nuova era”.
La folla si perde all’orizzonte, le bandiere sfuggono alle
moltitudini, il volto del loro leader, le effigi dei due principali
gruppi combattenti in Siria YPG e YPJ, il simbolo dell’associazione per
le donne e molti altri, non si contano davvero più. Nena New
*Osservatore internazionale, delegazione Italiana Newroz 2015 – Diyarbakir (Amed)
http://nena-news.it/videofoto-un-milione-di-kurdi-festeggiano-il-newroz-e-la-lotta-di-liberazione/
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