"Sono contenta che siate venuti da molto lontano, in questa terra piena
di violenza. Con la vostra presenza ci date un grande aiuto per
continuare a resistere". Sono le parole con cui ci accoglie Zuhal, co-sindaca di Silvan.
In
effetti gia' qui la situazione si fa piu' complicata: lo scorso 5
Settembre i due co-sindaci di Silvan sono stati destituiti e messi in
carcere, dal governo, con l'accusa di aver appoggiato il processo di
autonomia democratica.
Uno dei due e' riuscito a scappare e l'altra e' stata liberata proprio ieri.
La poltrona del sindaco quindi e' sempre vuota e Zuhal e' stata eletta dal consiglio municipale come sostituta.Zuhal
e' una ragazza dı 35 anni, e' stata giornalista dell'agenzia
indipendente Diha ad Istanbul. Per avere scritto un articolo sulla
manifestazione dei lavorotari per il primo maggio, ha scontato due anni
di carcere per "incitamento alla rivolta".
Ci racconta degli sforzi che l'amministrazione sta facendo nei confronti delle donne. Esiste un tavolo di donne che si occupano di salute, istruzione ed economia per le donne stesse. L'approccıo
non e' individuale, nel senso dı dare soltanto un aiuto a ciascuna
persona, ma collettivo al fine di rafforzare i legamıi e l'aiuto
reciproco tra le donne di Silvan.Questo approccio
'collettivo' e' la chiave per abbattere i muri e le catene di una
societa' ancora in parte 'feudale' come quella di Silvan, dove spose
bambine e violenza domestica, sono ancora problemi da superare.
Prima
di andare a visitare i quartieri della citta' sottoposti al coprifuoco,
consegnamo a Zuhal il patto di amicizia che il nostro comune, di
Fidenza, ha stipulato con Silvan e Kobane.Si tratta di una dichiarazione di solidarieta' e di condivisione dei valori di giustizia, pace e democrazia. La
co-sindaca e' molto grata e felice di questo sostegno e si impegna a
fare un consiglio comunale in cui contraccambiare questo gesto.Insieme poi ci impegnamo a tentare di approfondire questo legame di amicizia e solidarietà.
A questo punto ci spostiamo nella città vecchia. Il
coprifuoco qui e' stato dichiarato 6 volte. 5 di queste per un periodo
tra i 2 e i 4 giorni, la sesta volta per 13 giorni consecutivi.In questo periodo 700 uomini dei reparti speciali dell'esercito hanno invaso la citta'. 18
persone sono state uccise, tra loro anche donne e bambini. Quasi tutte
queste morti sono avvenute mentre le persone cercavano di spostarsi da
una casa ad un'altra per recuperare cibo o prestare soccorso.Non
era possibile per i familiari recuperare i corpi dei morti, e quando
tentavano di farlo venivano sistematicamente attaccati dalla polizia.
La ragione ufficiale addotta per indire il coprifuoco e' 'eliminazione di attivita' ed organizzazioni terroristiche'.
Zuhal
pensa invece che il vero obiettivo sia quello di intimorire le persone
ed impedire cosi la partecipazione ad un processo volto all'autogoverno
democratico in tutte le municipalità kurde.
Camminando
per le vie di Sılvan si vedono case distrutte, pareti crivellate da
centinaia di colpi di proiettile, case abbandonate, macerie in giro.
Non
so quanti proiettili siano stati sparati, migliaia e migliaia, un
numero impressionante, nel bel mezzo di quartieri densamente abitati.
Ma
per fortuna si vedono anche muri stuccati di fresco, finestre riparate
con lo stesso nastro adesivo, porte nuove all'ingresso di tante case,
Siamo stati anche intervistati da un giornalista di Diha e poi abbiamo pranzato ospiti della co-sindaca.
L'abbiamo infine salutata con la speranza di poter ricambiare e accoglierla nella nostra citta'.
Siamo quindi ritornati ad Amed ad eccoci qui a scrivere.
Con il Kurdistan nel cuore
Marco e Nelly
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