Iniziamo la nostra giornata di incontri istituzionali venendo svegliati dal rumore degli elicotteri militari che controllano le montagne.
Iniziamo con il sındaco di Mazgrit. Avevamo già preso i contatti con lui per un progetto riguardante la scuola primaria della cittadina. Come prima cosa ci illustra i problemi con cui i bambini e gli ınsegnati si scontrano quotidianamente. Se da un lato ritorna la questione dell'insegnamento in lıngua madre, dall'altro l'istruzione dıventa un veicolo di assimilazione religiosa. Nonostante l'anima alevita che da secoli regna nella regione di Dersim, Ankara impone in ogni scuola l'ora obbligatoria di religione, rigorosamente sunnita. Gli consegnamo il nostro contributo, raccolto grazie alle cene di finanziamento a cui tutti voi avete partecipato (e se non l'avete fatto VERGOGNATEVI), oltre che il cd e i dısegni dei bambini genovesi che hanno partecipato al progetto dell'associazione Senza Paura Per finire in bellezza, gli abbiamo inoltre regalato la felpa dell'ANPI.
Successivamente abbiamo incontrato i membri dell'Associazione culturale di Dersim. Il progetto, che comprende 24 sedi sparse per tutta la Turchia, ha come scopo principale quello dı mantenere viva la memoria del genocidio del 1938, oltre che a sensibilizzare sulle questioni culturali ed ecologiche del territorio. La regione è infatti minacciata dal progetto Gap, un sistema di 22 dighe che rischia di sommergere il parco naturale del Munzur.
Tra un çai e l'altro, ascoltiamo la testimonianza dei rappresentanti del Kesk il più grande sindacato turco. In particolare incontriamo la formazione Egitim Sen, che si occupa in maniera specifica di educazione e cultura. Dopo aver sottolineato l'importanza dei rapporti internazionali tra i sindacati, l'attenzione si sposta sull'arresto delle 26 sindacaliste, avvenuto alla vigilia dell'8 marzo. Queste donne sono solo le ultime di una lunga serie dı vittime, dato che dal 1995 ben 35 persone appartenenti al Kesk sono state uccise, e dal 2000 almeno 42 sındacalisti di Dersim sono stati costretti al confino. Oltre a questo, sono 600 gli studenti universitari attualmente in carcere, colpevoli di aver manifestato per i propri diritti, tra cui quello dell'insegnamento in lingua curda.
Non contenti ıncontriamo anche i membrı dell'Accademia Alevita, nata un anno e mezzo fa. Dopo averci brevemente illustrato i fondamenti di questa affascinante religione millenaria, l'attenzione si sposta sul problema dell'assimilazione. Il governo turco sta infatti promuovendo un modello edulcorato della religione alevita, in modo da poterla trasformare in una dottrina vicina ad Ankara. Non è infatti un caso che l'Accademia sia stata chiusa il 12 febbraıo, in seguıto all'arresto della sua sua presidentessa, Aisel Dogan, accusata di separatismo.
Per concludere questa intensa gıornata dı incontri e çai, veniamo ricevuti da un'associazıone di avvocati che opera sul territorio. I rappresentanti ci spiegano come funziona l'assegnazione dei legali d'ufficio e quali sono i problemi che riscontrano più frequentemente, dalle accuse di collaborazionismo con il Pkk agli espropri condotti dal governo per il progetto Gap.
Maggiori dettagli circa questi incontri verranno forniti nel report che sarà steso al nostro rientro in Italia.
Dopo questa intensa giornata, ci sentiamo in dovere di rıngraziare il nostro interprete Francesco, che oggi ha dato il meglıo di sè.
Newroz, Pıroz Be!!
martedì 20 marzo 2012
lunedì 19 marzo 2012
La strada per Dersim
Dopo aver recuperato due membri del gruppo che erano rimasti bloccati in Italia, la nostra delegazione, finalmente al completo, è partita per Dersim questa mattina (6 circa, ora curda).
Dopo 6 ore dı viaggio, tra montagne innevate e un lago artificiale, frutto della campagna turca del Gap (il sıstema di dıghe creato dal governo di Ankara) siamo arrivati nella città ormai ribattezzata Tunceli.
C'è stato l'immancabıle incontro con i membrı del Bdp. Nella sede locale del partito abbıamo avuto modo di parlare con Ali Rıza Yurtdaş e Deniz Yiloirim, che ci hanno brevemente illustrato la situazione di questa piccola città che ancora porta il rıcordo del massacro del 1938.
Dai loro racconti capiamo che non c'è stato un reale migliramento: la repressione continua, ad essere cambiati sono soltanto i mezzi con i quali questa è perpetrata. Ogni persona porta i segnı delle atrocità. Ogni famiglia porta con sè la memoria di un parente scomparso. Gli eventi degli annı Novanta hanno riportato alla luce i dolori vıssuti dalla precedente generazione e mai sopiti. Da quanto ci raccontano i membri del Bdp, questi lutti hanno rafforzato la resistenza della popolazione, che non smette di sperare in un futuro di pace. In attesa dell'incontro di domani con i membri del centro culturale, che sapranno raccontarci nel dettaglio quanto subito dalla popolazione, abbiamo avuto modo dı incontrare Suleyman Aytaç, un curdo alevita che ci ha raccontato la situazione degli obiettori di coscienza che opprime non solo il Kurdıstan ma tutta la Turchia.
L'obiezione di coscienza equıvale alla morte civile della persona. La leva militare è infatti obbligatoria, almeno per tutti coloro che non riescono a pagare le 30mila Lire Turche necessarie per l'esenzione. Schierarsi contro il servizio militare significa rinunciare a qualsiası tipo di incarico nella pubblica amministrazione, oltre che a rischiare la discriminazione nella vita quotidiana, che puo' colpire qualsiası tıpo di ambito, da quello privato a quello lavorativo.
Secondo quanto riportato da Aytaç, sono almeno un milione coloro che ad oggi non hanno ancora risposto alla chiamata di leva, anche se non si sono dichiarati pubblicamente obiettori, per paura delle conseguenze che questo puo' comportare.
Ad aumentare la tensione sull'argomento ci sono le 500 morti sospette avvenute negli ultimi 4 anni nelle caserme. Curdi, aleviti, attivisti di sinistra ed altri giovani appartenenti a varie minoranze (etniche o politiche) sono infatti deceduti durante il servizio di leva. Il governo ha risposto dichiarando che le vittime sono morte per suicidio. Dall'inizio del 2012 sono 18 coloro che hanno perso la vita in circostanze ancora non chiare.
domenica 18 marzo 2012
O libertà o libertà: il Newroz proibito
Al nostro arrivo ad Amed ci è giunta la notizia che il Newroz in programma per il giorno dopo, e che ogni anno accoglie circa 1 milione di persone, era stato ufficialmente rimandato al 21 marzo.
Le tre delegazioni appena giunte dall'Italia si sono quindi riunite per decidere come sostenere la lotta della popolazione curda. Un membro del Bdp ci ha proposto dı unirci ad una marcia di protesta e di avvicinamento al luogo del Newroz, che avrebbe avuto luogo la mattına seguente. Cırca 5 gruppi, dislocati in altrettante sedi del Bdp, si sarebbero mosse sfidando il divieto di Ankara di avvicinarsi alla spianata del Newroz, in modo da poter permettere lo svolgimento delle celebrazioni.
Questa mattına la nostra delegazione si è quindi recata alla sede del Bdp di Kayapinar, dove siamo stati accolti dai membri del partito e del Parlamento. Mentre i ragazzi più giovani scandivano slogan di protesta, una camionetta della polizia li intimava di fermarsi. Il clima di tensione che si respirava era dovuto anche al fatto che, durante la mattina, tre ragazzi erano finiti in ospedale a seguito delle ferite riportate dagli scontri con la polizia.
Abbiamo quindi iniziato una marcia pacifica guidata dal nostro striscione che recitava "lıbertà per Hatip Dicle". Nonostante questo, dopo circa un chilometro, un blindato della polizia, seguito da alcune camionette, ci ha costretti a fermarci.
Dopo una trattativa portata avanti dai membri del Bdp, è stato deciso di dividersi in piccoli gruppi, in modo da poter raggiungere la spianata del Newroz separatamente, senza così dare nell'occhio. Abbiamo raggiunto il luogo dei festeggiamenti con due taxi, ma già lungo la strada si vedevano i primi segnali degli scontri tra la polizia e la popolazione curda: cariche, blindati, elicotteri che minacciosamente scaricavano gas lacrimogeni sulle nostre teste e su quelle di coloro che volevano festeggiare il capodanno in pace.
Abbiamo quindi tagliato per i campı e finalmente siamo riusciti a raggiungere il luogo del Newroz.
Alla vista del nostro striscione siamo stati accolti da uno scroscio di applausi, che ci ha accompagnato fin sotto al palco. Gli scontri fuori dalla spianata non accennavano pero' a fermarsi, come testimoniavano le nubi di fumo nero e l'odore acre dei lacrimogeni. Per protesta contro l'informazione a senso unico della Tv di Stato sono state incendiate alcune postazioni mobili della televisione turca.
Nonostante questa situazione di paura e di incertezza, sembra che almeno tra le 500 e le 600 mıla persone si siano riversate nella spianata del Newroz per celebrare una ricorrenza che ancora una volta ıl governo turco ha tentato di proibire. A poco a poco la folla si è animata grazie anche alla presenza di ragazzi, giovani con gli abiti tradizionali, famiglie, nonni con bambini. Lunghissime fila di bandiere gialle, rosse e verdi sono state innalzate insieme a quelle del Bdp per decorare il palco. Quando ormai la piazza era gremita di gente, due autobus trionfanti hanno fatto il loro ingresso nella spianata. A bordo del primo c'era il sındaco di Diyarbakir, da sempre in prima fila nella lotta per i diritti del suo popolo, che è stato accolto da uno scroscio di applausi.
Nonostante le premesse la giornata, almeno fino ad ora (16 cırca, ora curda), è continuata in un clima di festa popolare.
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mercoledì 14 marzo 2012
Vietati i manifesti per il Newroz
La Corte vieta i manifesti e gli striscioni del Newroz
13 marzo 2012
Lo slogan"O libertà o libertà" bandito dal tribunale di Diyarbakir
L'Alta Corte Penale ha vietato gli striscioni e i manifesti che sono stati appesi sui muri delle città in occasione delle celebrazioni del Newroz.
Tale provveimento è stato giustificato dal fatto che lo slogan "An Azadi, an azadi" (O libertà o Libertà), viene adottato dal PKK e dai nuovi movimenti di resistenza.
La Corte ha affermato che il logo con i tre fiammiferi costituirebbe una forma di "propaganda per la diffusione del PKK".
fonte: ANF/AMED
mercoledì 7 marzo 2012
Scioperi della fame
All’Opinione Pubblica,
Desideriamo informarVi in merito agli scioperi della fame, intrapresi dai politici curdi detenuti nelle carceri Turche. Il primo gruppo di scioperanti ha iniziato la protesta il 15 gennaio 2012, in occasione del 13°anniversario dalla cospirazione internazionale che ha portato alla consegna di Abdullah Ocalan alla Turchia. Tra i 400 scioperanti ricordiamo i 2 deputati del BDP, Selma Irmak e Faysal Sariyildiz, che si trovano agli arresti, a cui dal 28 febbraio si è aggiunto il collega di Urfa Ibrahim Ayhan. Numerosi esponenti dei sindacati, sindaci e membri delle organizzazioni della società civile curda, stanno aderendo allo sciopero e decine di curdi provenienti da tutta Europa, hanno proclamato uno sciopero della fame a oltranza il 1° marzo a Strasburgo. Selma Irmak, Faysal Sariyildiz e la moltitudine di persone che stanno aderendo agli scioperi della fame, chiedono il rilascio di Abdullah Oclalan e la fine delle strategie di annientamento che il Governo AKP sta attuando ai danni della popolazione Curda.
Fino a questo momento, le Autorità Turche hanno scelto di affrontare la questione Curda, tramite l’uso della violenza e dell’annientamento, rifiutando il dialogo e la negoziazione. Negli ultimi mesi le operazioni militari transfrontaliere hanno provocato la morte di ben 41 civili e l’Esercito Turco ha utilizzato armi chimiche (in violazione della Convenzione di Parigi), contro le forze della guerriglia Curda. Il 28 dicembre 2011, l’Aviazione Militare Turca ha sferrato un attacco mortale, bombardando e uccidendo 34 civili innocenti nel villaggio di Roboski.
Secondo quanto espresso in una dichiarazione dal Co-Presidente del BDP Selahattin Demirtas, dal 2009 le operazioni anti KCK contro i politici curdi, si sono intensificate con una portata senza precedenti. Le carceri Turche stanno ospitando Parlamentari, sindaci, consiglieri comunali, scrittori, giornalisti, attivisti dei diritti umani, rappresentanti di organizzazioni non governative, avvocati, sindacalisti e studenti. Nel complesso, oltre 6000 persone si trovano attualmente dietro le sbarre con l’accusa si essere membri o di fare propaganda a una organizzazione terroristica.
I negoziati iniziati nel 2006, tra il leader del popolo kurdo Ocalan e lo Stato Turco hanno subito una brusca battuta d’arresto nel luglio 2011, dietro istruzioni del governo dell'AKP. L’isolamento a cui sono sottoposti Ocalan e altri 5 detenuti presso la prigione dell'isola di Imrali, è drasticamente peggiorato. Il dialogo con Abdullah Ocalan costituisce un elemento vitale per la risoluzione della questione Curda e negli ultimi sette mesi, la Turchia sta adottando una strategia volta a neutralizzare la lotta per la libertà e il diritto di resistenza legittima del popolo Curdo.
I negoziati hanno lasciato il posto alla guerra e alle politiche violente.
Le ondate di arresti e l’isolamento del leader del popolo Curdo Ocalan, sono operazioni contro chi lavora e lotta per la giustizia e la democrazia. Le vicende degli ultimi mesi, costituiscono solo l'ennesimo capitolo di un genocidio politico che dura ormai da decenni, il cui obiettivo è creare una società silenziosa e sottomessa. Il resto del mondo non deve sottovalutare la regressione delle libertà civili in Turchia. La Comunità Internazionale, dopo tanti anni di sostegno al Governo dell'AKP, deve riconoscere la tragica realtà e aprire gli occhi sul fatto che la Turchia è uno Stato autoritario e ultra-conservatore.
UIKI Onlus
martedì 6 marzo 2012
Abusi sui minori nelle carceri turche
Emergono nuove rivelazioni sugli abusi dopo le denunce di Pozantı
fonte : FIRAT
Al nostro arrivo, siamo stati costretti più volte ad attraversare completamente nudi i raggi x. I soldati colpivano le nostre dita mentre ci prendevano le impronte digitali. Poi ci portarono in una stanza buia dove siamo stati costretti a denudarci. Ci hanno versato addosso dell’acqua gelida e ci hanno percosso con i tubi di gomma. "Così V. Y. (17 anni) ricorda il suo periodo di detenzione nel carcere Pozantı, dove ha trascorso quattro mesi e mezzo quando aveva 13 anni.
Quando le notizie in merito agli abusi della prigione di Pozantı, sono state diffuse anche dai media, l’IHD ha iniziato a riceve numerose testimonianze correlate a tali crimini.
V.Y. ricorda di essere stato stipato insieme ad altri 24 prigionieri in una cella originariamente creata per 14 persone e di essere stato costretto a chiamare i propri carcerieri “Signori”. Dichiara inoltre che, “ i prigionieri malati non ricevevano cure mediche e i prigionieri politici erano esclusi dalle attività sociali e dalle visite. Coloro che si ribellavano a tali trattamenti, venivano portati fuori dalle guardie e ritornavano con i pantaloni calati”.
V.Y. che è stato sottoposto a torture non solo nel carcere di Pozantı ma anche nella stazione di polizia e nella casa circondariale di tipo C, ha chiesto all’IHD di Adana assistenza legale.
Le famiglie dei minori detenuti, sono allarmate in merito alla decisine presa dal Governo di trasferire i detenuti minorenni nella prigione Sincan di Ankara. "Invece di trasferirli in una lontana prigione, dove non saremo in grado di far loro visita, dovrebbero migliorare le condizioni di Pozantı", dice Abdullah A, il cui figlio CA (17) è stato incarcerato per sei mesi.
ISelahattin Güvenç Presidente del GOC-Der di Adana, ha dichiarato "dalla fondazione della Repubblica turca, lo Stato mira a abusare dei bambini curdi", riferendosi ai crimini sessuali sulle bambine vittime di adozioni forzate e illegali, dopo il massacro Dersim nel 1938.
"Questa è la politica del Governo. Lo Stato ci toglie i bambini e li sottopone a molestie e abusi sessuali. E’ accaduto 74 anni alle bambine trapiantate nelle case dei soldati e sta accadendo anche oggi nelle carceri ", ha dichiarato Güvenç.
fonte : FIRAT
domenica 4 marzo 2012
Ricorso per la strage di Roboski
Corte penale internazionale accetta ricorso per strage di Roboski
29 febbraio 2012 - Dopo il ricorso presentato alle Nazioni Unite, il partito filo-curdo Bdp si è rivolto alla Corte penale internazionale per il massacro di Roboski, e la richiesta è stata accolta.
La notte del 28 dicembre 2011 a Roboski, un piccolissima frazione del distretto di Uludere, nella provincia di Sirnak, in Turchia, sono morti 35 civili, 17 dei quali giovanissimi. Si tratta di una strage compiuta da velivoli dell’aviazione nazionale turca, durante un'operazione all’interno del confine iracheno, a caccia di ribelli del Pkk.
La Turchia e "il tempo dei cavalli ubriachi".
lunedì 20 febbraio 2012
Cartoline in curdo inviati ai prigionieri
Il Kurdi-DER ha lanciato una campagna in occasione della Giornata Internazionale della Lingua, che si terrà il 21 febbraio.
L'Associazione per la Ricerca e lo Sviluppo della lingua curda (Kurdi-DER), ha lanciato una campagna in occasione della Giornata Internazionale della Lingua Madre, prevista per il 21 febbraio. L'Associazione sta inviando cartoline scritte in curdo ai sindaci detenuti nelle carceri turche e agli altri prigionieri appartenenti a ONG e a altre organizzazioni.
La Giornata Internazionale della Lingua Madre, è una ricorrenza che si tiene ogni anno il 21 febbraio in tutto il mondo, per promuovere il riconoscimento dell’importanza della diversità linguistica, culturale e il multilinguismo. La giornata, proclamata dall'UNESCO il 17 novembre 1999, è stata formalmente riconosciuta dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nella risoluzione che, ha decretato il 2008 come Anno Internazionale delle Lingue. La Giornata Internazionale della Lingua Madre è stata istutuita per commemorare i martiri del movimento per la conservazione della lingua Bengalese. Il 21 febbraio 1952, dozzine di studenti dell’Università di Dhaka furono uccisi quando la polizia pakistana aprì il fuoco manifestanti che protestavano per rivendicare il diritto alla loro lingua nativa.
fonte : ANF
domenica 19 febbraio 2012
Bimbi volanti da Genova al Kurdistan
E' online l'interessante video "Bimbi volanti da Genova al Kurdistan" scaturito dalle visite scolastiche alla mostra fotografica "Bimbi volanti" organizzata a Genova dall'Associazione Senza Paura. Il video con musica kurda alterna le fotografie kurde con i disegni dei bambini italiani: una bella iniziativa per far conoscere la drammatica situazione del Kurdistan turco.
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Sindacalisti e scrittori in carcere
Nove sindacaliste arrestate
Scrittore kurdo in carcere
Quattordici sindacaliste sono state prese in custodia nell'ambito dell'inchiesta KCK (Unione delle Comunità kurde), tra queste, nove sono state sottoposte a custodia cautelare. E 'stato riportato che il procuratore ha chiesto chiarimenti sulle loro attività sindacali. Con domande del tipo: "Perché avete organizzato un'azione l'8 marzo (Giornata internazionale della donna)?" Il procuratore ha voluto anche sapere perché i sindacati organizzano una manifestazione il 28 novembre, Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. L'accusa verso le sindacaliste è di essere parte di un'organizzazione illegale. Il 13 febbraio la polizia ha fatto irruzione presso le sedi della Confederazione dei sindacati del settore pubblico (KESK), del Sindacato europeo dei dipendenti pubblici per l'assistenza sanitaria e sociale (SES) e l'Unione dei Lavoratori comunali (TÜMBELSEN).
fonte : ANF Scrittore kurdo in carcere
Lo scrittore kurdo Mehmet Güler, autore del libro "Il caso KCK: Lo Stato globale e i kurdi senza stato", arrestato il 13 febbraio a Van con altre sei persone nell'ambito dell'inchiesta KCK è stato incarcerato giovedi con l'accusa di essere membro di un'organizzazione "terrorista". Almeno 149 persone sono state arrestate lo stesso giorno durante operazioni simultanee in 28 città, contro il partito kurdo BDP e alcuni sindacati. 15 sindacaliste donne, uno scrittore e un giornalista sono tra gli arrestati. Mehmet Güler è già stato oggetto di numerose cause e le sue opere sono state sequestrate diverse volte. Il suo libro di giornalismo investigativo "Il caso KCK: lo stato globale e i kurdi senza stato", è stato pubblicato nel maggio 2010 dalla casa editrice belga Éditions, sotto la direzione di Ragip Zarakolu, anche lui in carcere dalla fine di ottobre 2011. Il libro è stato sequestrato dal tribunale penale di Istanbul per "propaganda di un "organizzazione terroristica". Lo scrittore kurdo aveva già trascorso quasi dieci anni nel carcere di Ankara, quando era uno studente di storia all'Università di Ankara. Oggi, la Turchia è la più grande prigione al mondo per i giornalisti e gli scrittori. Almeno 106 giornalisti tra cui vari scrittori sono dietro le sbarre.
fonte : Actukurde
mercoledì 15 febbraio 2012
Campagna Newroz 2012
Ez ji li virim! Anche io sono qua! Campagna Newroz 2012
Il popolo kurdo in Turchia si appresta a celebrare il Nuovo giorno, Newroz facendo la conta di quanti mancano all’appello per essere stati imprigionati o uccisi dallo stato.
Ez ji li virim! Anche io sono qua!, gridano al mondo le migliaia di uomini e donne kurde che ancora liberi si autodenunciano ed esprimono la propria vicinanza e sostegno a chi si batte per la soluzione politica della questione Kurda.
Il Partito per la Pace e la Democrazia (BDP) dopo aver vinto le elezioni amministrative del 2009, e le politiche del 2011 in tutte le aree del Kurdistan turco è il primo obiettivo della reazione da parte turca: una vera eliminazione fisica e politica della rappresentanza kurda, inclusi militanti e attivisti di ogni realtà dell’associazionismo, incluso il giornalismo e le professioni.
Sono quasi 9 mila i detenuti politici che affollano le carceri turche: intellettuali, difensori dei diritti umani, sindacalisti, militanti, amministratori e sindaci democraticamente eletti sono incarcerati e sotto processo con accuse che violano apertamente la libertà di pensiero e di espressione.
Ogni 21 marzo, il popolo kurdo festeggia il Newroz: giorno simbolico di liberazione e l’occasione per milioni di persone di far sentire le proprie instanze di pace, democrazia, diritti e libertà. Come negli anni precedenti, la presenza di osservatori internazionali contribuisce a far sentire vicinanza e solidarietà nei confronti di una popolazione assediata e minacciata da un uso illegittimo della forza e della limitazione della libertà.
E’ compito anche dell’Europa e dei sui cittadini/e promuovere il rispetto dei diritti dei popoli e la soluzione pacifica dei conflitti; è interesse dell’Europa e dei suoi cittadini/e rafforzare il dialogo con la Turchia, anche per il ruolo di sempre maggiore influenza che essa esercita sullo scacchiere internazionale, in una prospettiva condivisa di allargamento dei confini dell’Unione; ma tale dialogo deve porre come elemento essenziale ed ineludibile il riconoscimento dei diritti fondamentali del popolo curdo e la ricerca di una soluzione politica della questione kurda. L’Italia, paese europeo e mediterraneo, può giocare un ruolo politico e diplomatico importante per la costruzione e il rafforzamento della democrazia e della pace nell’area mediterranea e ai confini dell’Europa.
La Rete Italiana di Solidarietà con il Popolo Kurdo parteciperà al Newroz 2012 con una delegazione di osservatori che si recherà nelle diverse aree del Kurdistan, da Amed a Dersim, inclusa la città di Wan che ad ottobre è stata vittima di un gravissimo sisma che ha spezzato le vite di circa 600 persone.
Ez ji li virim! Anche io sono qua!
Gli italiani e le italiane ispirati dai valori della democrazia, la pace, la libertà e la solidarietà fra i popoli partecipano alle celebrazioni del Newroz 2012!
Uiki ONLUS Tel: 0039 - 0697 84 5557
lunedì 13 febbraio 2012
Video su Dersim
E' online il video sulla quarta tappa di Highway to Khan: è la tappa di Dersim, importante per capire un pò di Kurdistan.
venerdì 10 febbraio 2012
Kurdistan censurato
All'opinione pubblica internazionale
Le trasmissioni di ROJ TV, il canale libero del popolo kurdo, sono state interrotte da EUTELSAT dalle ore 24 del 21 gennaio. Questa decisione unilaterale ed oltraggiosa di EUTELSAT è completamente
illegittima e contraria ai diritti universali e in violazione della libertà d'espressione, informazione, media e stampa. Come noto, il Tribanale della città di Copehagen ha recentemente emesso la sentenza inerente il processo di chiusura di ROJTV respingendo la richiesta. Il Tribunale ha indicato che "non ci sono fondamenti legali per la revoca della licenza del canale e la riduzione degli assets del canale".
Mentre, il Tribunale ha condannato ROJ TV a pagare una multa pecuniaria sulle basi della violazione della legge anti-terrorismo della Danimarca, decisione fortemente criticata dall'avvocato della difesa, che ha subito presentato ricorso.
Nonostante questa decisione del Tribunale di respingere la richiesta di chiusura e revoca della licenza di ROJ TV, EUTELSAT ha posto fine al contratto stipulato con il canale e smesso di rilanciare il segnale sui suoi satelliti in maniera unilaterale ed illegittima con l'argomentazione "per non incorrere in accuse penali di
favoreggiamento di attività terroristiche".
Condanniamo fortemente la decisione illegittima di EUTELSAT, che consiste in una violazione della libertà di espressione e diritti alla libera trasmissione dei 40 milioni di kurdi e di tutte le minoranze oppresse ed altri gruppi, che vivono in Kurdistan e in Turchia, che da decenni lottano per i propri diritti culturali e politici contro
l'autoritario regime turco e le altre dittature del Medioriente. Ci è ben chiaro che tale decisione è stata imposta dal Governo turco attraverso le sue azioni di lobbying nei confornti del Governo francese in cambio dell'accettazione della nuova legge francese che considera un crimine negare il genocidio armeno.
Chiamiamo tutti gli amici e l'opinione pubblica democratica a dichiarare la propria solidarietà a ROJ TV e al popolo kurdo contro le spoche politiche di EUTELSAT e del Governo francese in collaborazione con il regime autoritario turco. Dato che la decisione non solo è una grave violazione della libertà di espressione del popolo kurdo, ma anche una grave minaccia nei confornti dei diritti delle minoranze e una criminalizzazione delle lotte per la libertà costituendo un precedente.
Crediamo che le nostre attività di protesta, contro questa sporca violazione delle nostre libertà all'uso dei mezzi di comunicazione e di stampa, attraverso ogni mezzo legittimo, intendono avere successo e fermare questa illegittima decisione. In allegato trovate anche le dichiarazioni di critica e protesta contro questa decisione rilasciate da "Committee to Protect Journalists" e "Reporters Without Borders".
Per favore inviateil vostro messaggio di protesta ai seguenti contatti
Fax : 00.33.1.53.98.37.00 or 00.33.1.53.98.37.88
Par mail :voconnor@eutelsat.fr ;fgautier@eutelsat.fr
Courrier : Eutelsat SA, 70 rue BALARD, 75502 Paris CEDEX 15
Distintamente,
KNK Comitato di presidenza
Kurdistan National Congress - KNK
Rue Jean Stas 41, 1060 Brussels
website:www.kongrakurdistan.net
e-mail:kongrakurdistan@gmail.com
Le trasmissioni di ROJ TV, il canale libero del popolo kurdo, sono state interrotte da EUTELSAT dalle ore 24 del 21 gennaio. Questa decisione unilaterale ed oltraggiosa di EUTELSAT è completamente
illegittima e contraria ai diritti universali e in violazione della libertà d'espressione, informazione, media e stampa. Come noto, il Tribanale della città di Copehagen ha recentemente emesso la sentenza inerente il processo di chiusura di ROJTV respingendo la richiesta. Il Tribunale ha indicato che "non ci sono fondamenti legali per la revoca della licenza del canale e la riduzione degli assets del canale".
Mentre, il Tribunale ha condannato ROJ TV a pagare una multa pecuniaria sulle basi della violazione della legge anti-terrorismo della Danimarca, decisione fortemente criticata dall'avvocato della difesa, che ha subito presentato ricorso.
Nonostante questa decisione del Tribunale di respingere la richiesta di chiusura e revoca della licenza di ROJ TV, EUTELSAT ha posto fine al contratto stipulato con il canale e smesso di rilanciare il segnale sui suoi satelliti in maniera unilaterale ed illegittima con l'argomentazione "per non incorrere in accuse penali di
favoreggiamento di attività terroristiche".
Condanniamo fortemente la decisione illegittima di EUTELSAT, che consiste in una violazione della libertà di espressione e diritti alla libera trasmissione dei 40 milioni di kurdi e di tutte le minoranze oppresse ed altri gruppi, che vivono in Kurdistan e in Turchia, che da decenni lottano per i propri diritti culturali e politici contro
l'autoritario regime turco e le altre dittature del Medioriente. Ci è ben chiaro che tale decisione è stata imposta dal Governo turco attraverso le sue azioni di lobbying nei confornti del Governo francese in cambio dell'accettazione della nuova legge francese che considera un crimine negare il genocidio armeno.
Chiamiamo tutti gli amici e l'opinione pubblica democratica a dichiarare la propria solidarietà a ROJ TV e al popolo kurdo contro le spoche politiche di EUTELSAT e del Governo francese in collaborazione con il regime autoritario turco. Dato che la decisione non solo è una grave violazione della libertà di espressione del popolo kurdo, ma anche una grave minaccia nei confornti dei diritti delle minoranze e una criminalizzazione delle lotte per la libertà costituendo un precedente.
Crediamo che le nostre attività di protesta, contro questa sporca violazione delle nostre libertà all'uso dei mezzi di comunicazione e di stampa, attraverso ogni mezzo legittimo, intendono avere successo e fermare questa illegittima decisione. In allegato trovate anche le dichiarazioni di critica e protesta contro questa decisione rilasciate da "Committee to Protect Journalists" e "Reporters Without Borders".
Per favore inviateil vostro messaggio di protesta ai seguenti contatti
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martedì 7 febbraio 2012
Cena kurda a Fiorenzuola
SERATA DI SOLIDARIETA' PER IL POPOLO KURDO
GIOVEDI' 9 FEBBRAIO 2012
dalle ore 19.00 alla Casa della Memoria, Casella del Frascale / San Protaso – Fiorenzuola (PC)GIOVEDI' 9 FEBBRAIO 2012
La tragedia dell'oppressione del popolo kurdo continua nell'indifferenza dell'Europa e della politica: negati i diritti di espressione e riconoscimento, perseguitati i politici e i sindacalisti, uccisi i civili e i ribelli, incarcerati i ragazzi e le donne, vietata ogni manifestazione culturale, attaccati i cortei …..
Per continuare a sostenere le ragioni di un popolo in lotta vi invitiamo a partecipare all'iniziativa:
dalle 19.30 – proiezione del DVD LIBERTA' DI ESISTERE, reportage fotografico realizzato dall'Associazione Le Giraffe di Parma in occasione del Newroz 2011
dalle 20.00 – cena con piatti locali (preparati da Annarita) e kurdi (preparati da Serkan)
durante la serata interventi e testimonianze di
- SERKAN, rifugiato kurdo
- FABIO AMATO, Responsabile Esteri Prc
- NELLY BOCCHI, comitato di sostegno al popolo kurdo
- FEDERICO MACCAGNI, HighWay to Khan
Il costo della cena è di 25 euro, di cui 10 andranno a sostenere le popolazioni terremotate di Van e il progetto formativo (scuola e documentazione) programmato a Dersim dal comitato di sostegno al popolo kurdo.
Durante la serata sarà inoltre possibile avere informazioni per il prossimo viaggio in Kurdistan in occasione del
Newroz 2012 (17 / 24 marzo, circa)
Per informazioni e prenotazioni (possibilmente entro martedì 7 febbraio):
333.2927873 Nando, fetrib@tin.it
338.1632434 Raimondo
347.3061697 David, prcfio@yahoo.it
328.4184491 Nelly, nelly.bocchi@libero.it
COMITATO DI SOLIDARIETA' CON IL POPOLO KURDO
CIRCOLO PRC DI FIORENZUOLA
ASSOCIAZIONE ITALIA-CUBA CASTELL'ARQUATO
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